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Proteine vegetali pulite, una startup cattura CO2 e nuovi consumatori

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Identikit di HiWeiss, realtà che tramite un processo produttivo sostenibile e circolare brevettato, mette in rete l’intera filiera del foodtech

Identikit di HiWeiss, realtà che tramite un processo produttivo sostenibile e circolare brevettato, mette in rete l’intera filiera del foodtech

Food Tech
Green Economy
IMPACT
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Rocco Cillo
11 ago 2022

HiWeiss è una startup nata nel 2018 a Bolzano che ha brevettato un processo tecnologico e circolare per la produzione di proteine vegetali pulite, naturali e OGM free. Grazie a una rete già collaudata, HiWeiss mette in comunicazione Nord e Sud d’Italia e d’Europa, accontentando anche vegetariani, vegani e flexitariani (coloro che hanno deciso di ridurre il consumo di proteine animali).

 

Come è nata HiWeiss

HiWeiss ha preso forma dall’incontro di due imprenditori agricoli, che vantano una ventennale esperienza in agricoltura conservativa e rigenerativa, e un manager del mondo della finanza. Al termine di un lungo lavoro di ricerca e sviluppo, HiWeiss è stata capace di integrare tecnologie d’avanguardia e fare rete coinvolgendo tutti gli attori della filiera del foodtech: dai centri di ricerca e le università, passando per i produttori e l’industria agroalimentare, fino ad arrivare ai consumatori. In questi anni, è riuscita ad attrarre quasi 2 milioni di euro d’investimenti da partner istituzionali e privati con la produzione di proteine vegetali e testurizzati ottenuti senza l’utilizzo di sostanze chimiche, usufruendo di sensori inseriti lungo tutta la filiera tracciabili dal campo fino ai prodotti confezionati.

L’intero processo brevettato, inserito nel progetto europeo Radiant che vede come partner anche la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura), non solo permette di ridurre le emissioni di carbonio, ma anche di fissarlo nel terreno, cioè catturarlo dall’atmosfera. E sempre nell’ottica bio-circolare, della sostenibilità e del riutilizzo, anche i co-prodotti entrano nel processo produttivo sia come energie green (biogas) sia come prodotti cosmetici, farmaceutici, ammendanti e concimi bio. Nulla viene sprecato, anzi.

Leggi anche: Ecco come, con la tecnologia, una startup combatte la siccità in Pianura Padana

 

Come nascono le proteine vegetali pulite di HiWeiss

“L’idea di produrre proteine vegetali pulite, naturali e OGM free è nata dal desiderio di dare valore aggiunto alle colture di soia, mais, piselli e grano saraceno che nascono da agricoltura conservativa e rigenerativa – racconta a StartupItalia Anna Trettenero, laureata in Agraria e socio fondatore di HiWeiss – Dopo anni di studio e ricerca sulle bioenergie, io e il mio socio, il dott. Mauro Grandi, abbiamo avuto l’idea di estrarre proteine vegetali naturali da soia, mais, erba medica e piselli, nel modo più pulito e naturale possibile”. Dal sodalizio tra i due imprenditori agricoli Anna Trettenero e Mauro Grandi con il manager Michael Atzwanger, è nata Hiweiss.

La startup, dopo anni di ricerca e sviluppo (seguita dall’Università Cattolica di Milano a Piacenza, dal Centro Laimburg e altri centri), ha depositato il brevetto della produzione di proteine vegetali ottenute attraverso un processo pulito che non prevede l’uso di agenti chimici durante l’estrazione del concentrato proteico. L’impianto pilota è stato realizzato nel Noi TechPark di Bolzano e, ora, si sta per avviare il primo impianto industriale, scalabile e replicabile sia al Nord che al Sud Italia. Intanto, i prodotti, in fase pre commerciale in Svizzera, Danimarca, Italia, Germania e Austria, stanno catturando l’interesse di diverse multinazionali del foodtech. Tanto che, oltre ai 350 ettari tra Veneto e Lombardia, i soci della startup stanno stringendo accordi di filiera per far produrre, in Pianura Padana e in Basilicata, materie prime utilizzando l’agricoltura conservativa e rigenerativa da poter trasformare in proteine vegetali in impianti industriali sostenibili e circolari, già in cantiere.

 

La produzione delle proteine vegetali inizia nei campi hi tech

Il processo gentile, capace cioè di rispettare ambiente, territorio, consumatori e lavoro degli agricoltori, nasce nei campi di Veneto e Lombardia. Si coltiva rigorosamente utilizzando il metodo dell’agricoltura conservativa e rigenerativa, rispettando i canoni FAO e facendo ricorso all’innovazione. Sui terreni sono stati istallati dei sensori capaci di trasmettere dati a un sistema che, tramite un algoritmo, li analizza. Restituisce informazioni in tempo reale sullo stato vegetativo delle colture, sull’umidità dei terreni e indica immediatamente eventuali criticità in modo da intervenire in modo mirato. Così facendo, c’è un risparmio di risorse (soprattutto acqua), un uso limitato di trattori con conseguente riduzione del rilascio di anidride carbonica e un uso di concimi e fitofarmaci ridotto al minimo che rende fruttuosa anche la coltivazione conservativa e rigenerativa.

“Non c’è aratura e i terreni non restano esposti agli agenti atmosferici poiché, dopo ogni raccolto di cereali, seminiamo colture di copertura sulle quali, grazie a mezzi agricoli di ultima generazione, ripiantiamo mais, soia e grano – afferma Mario Grandi, agronomo e cofounder di HiWeiss – L’utilizzo di queste tecniche favorisce il mantenimento e l’aumento di sostanza organica nel suolo. Il beneficio più grande per l’ambiente è dato dal fatto che non solo limitiamo l’emissione di anidride carbonica ma che, con l’agricoltura conservativa, riusciamo a fissare il carbonio, catturandolo dall’atmosfera. Così combattiamo il cambiamento climatico”.

Grazie al brevetto depositato nel 2020, una volta raccolti, i vegetali vengono lavorati. Senza l’uso di solventi chimici, è possibile estrarre proteine di alta qualità capaci di mantenere nel prodotto finale il valore nutrizionale e le funzionalità specifiche delle proteine della materia prima di partenza. “Nelle nostre proteine in farina, nei nostri concentrati e isolati in gel e nei nostri testurizzati proteici – continua Mauro Grandi – non si trovano tracce di acido cloridrico o altri solventi chimici. I prodotti finali sono naturali al 100% e vengono da una filiera controllata e sostenibile in ogni sua fase. Oltre a essere ottimi per produrre alimenti, come per esempio gelati o burger, possono sostituire additivi alimentari, proteine animali come carne, uova, latte, burro e proteine vegetali come il glutine”. Il tutto, rispettando l’ambiente, sottraendo anidride carbonica all’atmosfera, limitando al minimo il consumo di risorse, intercettando la sempre crescente fetta di consumatori vegetariani, vegani e flexitariani e riconoscendo, grazie agli accordi di filiera, il giusto reddito agli agricoltori.

 

HiWeiss supporta l’economia circolare

Ma il processo produttivo gentile non si esaurisce con la produzione di proteine vegetali: tutto viene rimesso in circolo e utilizzato. Da un lato, i co-prodotti vanno ad alimentare l’impianto di biogas che rende energeticamente autosufficiente tutto il processo dell’impianto pilota, e in un futuro prossimo, quello degli impianti industriali. Le altre componenti non utilizzate durante l’estrazione delle proteine, invece, vengono impiegate sia nella produzione di prodotti a uso cosmetico e farmaceutico, sia di ammendanti o concimi bio. Così facendo, il ciclo virtuoso capace di catturare carbonio e fornire cibo salubre e di qualità, si chiude e nulla va sprecato. “Il Nord Europa è più sensibile e ha una reazione molto più rapida alle novità del foodtech – precisa Anna Trettenero –Mentre in Italia c’è un po’ più di resistenza nel cambiare le abitudini alimentari. Eppure la FAO, con la quale collaboriamo da anni, ci avverte che le risorse del Pianeta si stanno esaurendo, quindi, per forza di cose, saremo costretti a rivedere le nostre abitudini alimentari per produrre e consumare in modo sostenibile”.

 

 

Vegetariani, vegani, flexitariani: chi sono gli interessati alle proteine vegetali

Stando ai dati diffusi dal rapporto Eurispes 2021, in Italia è in aumento il numero di vegani e vegetariani. Gli italiani che hanno deciso di eliminare dalla loro dieta proteine animali sono l’8,8 %. Ma c’è un’altra fetta di consumatori che cresce nel nostro Paese come nel resto del mondo: i flexitariani. Quasi un concittadino su 2 (il 42%, con esattezza) ha infatti dichiarato, secondo i dati diffusi dall’Unione italiana food, di aver ridotto il consumo di proteine animali nel 2021. Un settore, quello dei cibi veg, che solo in Italia vale 4 miliardi di euro e oltre 100 miliardi di dollari nel resto del mondo. Un’opportunità che il nostro Paese, eccellenza nell’agroalimentare, può cogliere coniugando tradizione e innovazione. Già sono molte le aziende italiane che hanno puntato sui prodotti vegani con successo: Cortilia, Ceremoli e Reire, giusto per citarne alcune. E altre si stanno facendo strada in questo mercato.

“Il nostro processo di produzione gentile – conclude Anna Trettenero – prevede anche una linea completamente bio, per intercettare sia le esigenze dei consumatori più esigenti, sia per allinearci agli obiettivi del Green New Deal e del Farm to Fork, promossi dall’UE”. E, in effetti, HiWeiss, sta lavorando fianco a fianco con la FAO e altri 26 partner del progetto europeo Radiant, teso a creare filiere di valore dinamiche per colture sottoutilizzate, ed è stata finanziata anche attraverso il Programma Quadro dell’Unione Europea Horizon 2020.

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