L’operazione della biotech che sviluppa molecole per la degradazione di proteine è stata guidata da V-Bio ventures, con la partecipazione di Seroba life science, 3B future health future health fund, Claris ventures, Cdp venture capital tramite Fondo evoluzione, VI Partners, Indaco venture partners
Sibylla Biotech, spin-off nato da una collaborazione tra l’Istituto nazionale di fisica nucleare, l’Università di Trento e l’Università degli Studi di Perugia, ha annunciato la chiusura di un finanziamento da 23 milioni di euro. Il round è stato guidato da V-Bio ventures, con la partecipazione oltre al seed investor dell’azienda Vertis, anche da Seroba life science, 3B future health future health fund, Claris ventures, Cdp venture capital tramite Fondo evoluzione, VI Partners, Indaco venture partners. Per Indaco si tratta del primo investimento effettuato dal fondo Indaco Bio, lanciato lo scorso maggio con un closing da 95 milioni al quale hanno preso parte, tra gli altri, il FEI, CDP VC, Intesa Sanpaolo, Quaestio e Inarcassa. L’investimento verrà utilizzato per l’avanzamento della pipeline di potenziali farmaci che agiscono secondo il protocollo innovativo denominato “Pharmacological protein inactivation by Folding intermediate targeting” (Ppi-Fit) attraverso la valutazione preclinica. Ppi-Fit consente l’accesso a una nuova classe di bersagli farmacologici che compaiono transitoriamente durante il processo di ripiegamento delle proteine e che danno speranza verso il trattamento di malattie oggi incurabili.
Cosa fa Sibylla Biotech
Attraverso l’approccio Ppi-Fit, Sibylla Biotech identifica i Folding interfering degraders (Fids), piccole molecole che bersagliano specifiche proteine nel loro stato intermedio di ripiegamento causandone la degradazione. Questa tecnologia permette di degradare anche quelle proteine che nel loro stato nativo non hanno siti di legame. Il programma principale dell’azienda riguarda la ciclina D1, una proteina amplificata e sovraespressa in una serie di tumori, altrimenti non utilizzabile come bersaglio farmacologico. I proventi dell’investimento permetteranno all’azienda di sviluppare la propria pipeline terapeutica sfruttando la piattaforma di simulazione del ripiegamento delle proteine, oltre che di espandere ulteriormente le potenzialità della sua tecnologia.
Tecnologia e approccio
“Sibylla Biotech sta sviluppando molecole che degradano le proteine coinvolte in gravi patologie. Tali composti sono progettati per interferire con il processo di ripiegamento della proteina selezionata legandosi agli stati intermedi di ripiegamento della stessa. E’ un approccio altamente differenziato nel campo della degradazione delle proteine, in grado di studiare una gamma di bersagli precedentemente inaccessibili”, ha commentato Lidia Pieri, cofondatrice e amministratore delegato di Sibylla Biotech. “Abbiamo ottenuto il sostegno di un forte gruppo di investitori esperti e il capitale necessario per far progredire la nostra pipeline terapeutica, espandere la nostra piattaforma tecnologica di simulazione del ripiegamento delle proteine e apportare ulteriori competenze al nostro team”.
“L’approccio innovativo di Sibylla ha già dimostrato di essere in grado di sbloccare una nuova categoria di bersagli, con il potenziale di tradurli in una robusta pipeline di candidati farmacologici per una gamma illimitata di indicazioni.” Ha concluso Ward Capoen, partner di V-Bio Ventures.