L’aumento di capitale dalla startup deep-tech che sviluppa batterie innovative per la transizione energetica ha visto coinvolti gli investitori 360 Capital e Tech4Planet, il Polo promosso da CDP Venture Capital SGR
Sinergy Flow, startup deep-tech di PoliHub, che sviluppa batterie innovative per la transizione energetica, ha concluso un round di investimento da 1,8 milioni di euro guidato da 360 Capital, gestore di venture capital italo-francese, che ha investito tramite i fondi Poli360 in partnership con il Politecnico di Milano e con A+360, fondo dedicato all’energy transition in collaborazione con A2A. Al round ha partecipato anche Tech4Planet, il Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico per la Sostenibilità nato su iniziativa di CDP Venture Capital SGR attraverso il Fondo Technology Transfer. “Il Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico per la Sostenibilità Tech4Planet è nato per accompagnare la crescita delle tecnologie più promettenti nate in seno ai centri di ricerca italiani e portarle verso il mercato – afferma Claudia Pingue, responsabile del Fondo Technology Transfer di CDP Venture Capital – Sinergy Flow è una startup particolarmente significativa in questo senso perché opera nel segmento dell’accumulo energetico da rinnovabili che è uno dei tasselli fondamentali per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, e lo fa con un team con grande propensione all’impresa e con obiettivi di internazionalizzazione”.
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La transizione energetica tra le sfide più importanti per il pianeta
La produzione di energia è oggi uno dei principali responsabili delle emissioni in atmosfera, essendo in gran parte basata sui combustibili fossili. Nell’Unione Europea vengono infatti consumati più di 10300 TWh all’anno, e solo l’11,8% deriva da fonti rinnovabili (2020, Eurostat). Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione è quindi necessario rimodellare la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione di energia elettrica. Infatti, nonostante le rinnovabili siano consolidate, competitive e scalabili, la loro penetrazione è ancora limitata da un ecosistema energetico inadeguato. Ciò è dovuto principalmente alla mancanza di sistemi di supporto, come i dispositivi di accumulo, che agiscono sullo squilibrio tra la produzione intermittente e la domanda di energia. La possibilità di immagazzinare energia su base multi-giornaliera, il cosiddetto accumulo di energia di lunga durata (LDES), è un requisito necessario per decarbonizzare la rete elettrica, promuovendo la penetrazione delle rinnovabili e rendendo possibile un sistema energetico a zero emissioni (McKinsey 2021). Sulla base di questa sempre più urgente necessità, Sinergy Flow, attraverso lo sviluppo di una batteria a celle di flusso sostenibile, a basso costo e
ad alta efficienza, è in grado di immagazzinare elettricità per oltre 20 ore. Inoltre, lo sfruttamento di materiali poco costosi e abbondanti, come lo zolfo (sottoprodotto dell’industria petrolchimica), ha consentito di
arrivare ad avere un costo estremamente inferiore rispetto alle soluzioni disponibili sul mercato.
I prossimi obiettivi di Sinergy Flow
Con i capitali ottenuti da questo round di finanziamento, la startup – che nel 2021 si è aggiudicata il Premio Nazionale per l’Innovazione istituito dall’Associazione Italiana degli Incubatori Universitari e delle Business Plan Competition – amplierà il suo team e porterà avanti le attività di ricerca e sviluppo, validando la tecnologia in ambiente rilevante, scalando il dispositivo e preparandosi per la produzione massiva nei prossimi anni. “La transizione energetica è una delle sfide più importanti che l’umanità abbia mai affrontato e crediamo fortemente che la nostra tecnologia di accumulo energetico a lunga durata, a basso costo e sostenibile, la renderà possibile”, dichiara Alessandra Accogli, CEO e founder di Sinergy Flow. “Il tema dell’energy transition e del LDES riveste una priorità assoluta per 360 Capital – afferma Fausto Boni, General Partner e Founder di 360 Capital – Crediamo che Sinergy Flow, grazie alla sua rivoluzionaria batteria e all’impiego di un materiale abbondante e di scarto come lo zolfo possa giocare un’importante partita sulla decarbonizzazione e ci auguriamo che possa anche rappresentare un caso di successo a livello internazionale made in Italy”.