Top secret la cifra spesa. L’operazione sarà completata all’inizio del 2023
Non sarà l’anno del calcio italiano ai mondiali, ma è senz’altro l’anno delle startup italiane nel mondo. Dopo aver chiuso a fine settembre un maxi round da 340 milioni d dollari, la corsa di Bending Spoons non si ferma anzi accelera con l’annuncio dell’acquisizione di Evernote, una delle app degli appunti più utilizzate con milioni di utenti in tutto il mondo.
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Dotata di una versione gratuita e di versioni in abbonamento (Personal, Professional e Teams), Evernote Corporation è stata fondata a Redwood City nel 2000 dall’imprenditore russo-americano Stepan Pachikov, e oggi ha sedi in California, Texas, Washington, India, Cile e Giappone, l’app online consente di archiviare e organizzare appunti digitali, ritagli di pagine web, indirizzi utili, disponibile in download per tutti i device, con un funzionamento intuitivo e semplice.
La storia di Evernote
Sotto la guida del CEO Phil Libin, che è entrato a far parte dell’azienda nel 2007, Evernote ha spostato la sua attenzione sul web, sugli smartphone e sul Mac, a partire da Evernote 3.0 nel 2008, che si è rivelata una strategia vincente, almeno all’inizio. Tra il 2010 e il 2015, Evernote ha raccolto centinaia di milioni di dollari in capitale di rischio da investitori tra cui Sequoia, Meritech Capital e la società di media giapponese Nikkei. Il suo servizio web ha raggiunto più di 11 milioni di utenti nei primi tre anni, e ha lanciato attività in Cina, Yinxiang Biji, espandendosi rapidamente.
Nel 2013 Evernote è stata valutata quasi un miliardo di dollari. Ma poi sono iniziati i guai. Il chief operating officer di Evernote, nominato nel giugno 2015, se n’è andato dopo pochi mesi. Nel frattempo, Libin ha perseguito collaborazioni con marchi di beni fisici come Moleskine e Pfeiffer, lanciando linee di accessori da scrivania con marchio Evernote che non sono riuscite a prendere piede in modo importante. L’ex dirigente di Google Glass Chris O’Neill ha sostituito Libin nel luglio 2015. E nell’ottobre dello stesso anno, Evernote ha licenziato il 18% del suo personale e ha chiuso tre dei suoi 10 uffici globali. Nell’agosto del 2018 Evernote ha visto un esodo di alti dirigenti, tra cui il chief technical officer, il chief financial officer, il chief product officer e il capo delle risorse umane. Il quindici percento della forza lavoro dell’azienda è stato licenziato nel settembre 2018, un passo che O’Neill ha giustificato come necessario per correggere la recente espansione eccessiva e inefficiente dell’azienda. Il resto è storia.
Cosa ci guadagna Bending Spoons con l’acquisto di Evernote?
Le nuove funzionalità in sviluppo, tra cui quella che permette a più persone di modificare gli appunti nello stesso momento, verranno completate dalla nuova proprietà (non è noto quale sarà il destino dei dipendenti). “La nostra missione in Bending Spoons è di avere un impatto positivo duraturo sui nostri clienti, sui nostri compagni di squadra e sulla società in generale. Ogni giorno, milioni di persone in tutto il mondo si affidano a Evernote per organizzare la propria vita. In quanto tale, Evernote si adatta perfettamente al portafoglio Bending Spoons e siamo lieti di poter servire la sua ampia e fedele base di clienti”. Ha dichiarato Luca Ferrari, CEO e co-fondatore di Bending Spoons. Nel comunicato stampa non sono state rese note le cifre dell’operazione di acquisizione, ne tanto meno le motivazioni.
Qualche giorno fa è uscita la graduatoria de il “Best Workplaces for Millennials 2022” dove i nati tra il 1981 e il 1997 sono felici di lavorare, e il podio dell’edizione 2022 vede confermarsi al primo posto, per il quarto anno consecutivo, Bending Spoons.