In Corea del Sud la caserma non la si risparmia a nessuno. Uno dei componenti della super boy band K-pop ha iniziato il servizio militare nei pressi della zona demilitarizzata in un momento di alta tensione con Pyongyang
Il suo volto campeggia sui poster di milioni di camerette tutto il mondo, Italia compresa. Ma da qualche giorno Jin, il membro più anziano del gruppo K-Pop dei BTS, non è più intento a cantare e ballare in uno dei centinaia di concerti ed eventi ai quali partecipa ogni anno insieme ai colleghi della boy band più celebre al mondo. No, ora Jin si trova in una base dell’esercito della Corea del Sud a poche decine di chilometri dalla zona demilitarizzata, vale a dire quei quattro chilometri cuscinetto (2 per parte) che contraddistinguono il confine più pericoloso del mondo: quello tra le due Coree. Sì, perché a Seul e dintorni alla leva militare non scappa nessuno: neppure una superstar della colossale macchina da soldi che è l’industria dell’intrattenimento locale, strumento per eccellenza del soft power sudcoreano insieme ai K-Drama come Squid Game. Soprattutto in un momento nel quale la tensione con la Corea del Nord è tornata ai massimi degli ultimi anni.
Jin ha cominciato il suo periodo di leva militare di ben 18 mesi lo scorso 13 dicembre. Decine di fan hanno sfidato il gelo e la neve per accompagnarlo al campo di addestramento nella contea orientale di Yeoncheon, dove le truppe di prima linea sono schierate in difesa della Corea del Sud a qualche decina di chilometri di distanza dalla zona demilitarizzata. La prima cosa che hanno notato i fan è stata la testa rasata di Jin, che non sfoggia più la folta acconciatura che ha contraddistinto fin qui la sua vita da star.
Jin, la star dei BTS e la sua leva militare
Jin, che ha compiuto 30 anni lo scorso 4 dicembre, sta svolgendo cinque settimane di training al campo di addestramento, a circa 45 chilometri dalla zona demilitarizzata pesantemente fortificata che separa le due Coree. Dopo di che Jin sarà assegnato a un’unità che non è ancora stata specificata. Lui è il primo membro della band a svolgere la leva, ma non sarà né l’unico e né l’ultimo. In ottobre i BTS hanno annunciato l’intenzione di arruolarsi per il servizio militare obbligatorio. Ma uno di loro, Suga, è stato giudicato non idoneo al servizio attivo e svolgerà il servizio civile.
Tutti gli uomini abili in Corea del Sud tra i 18 e i 28 anni devono prestare servizio militare per un periodo compreso tra i 18 e i 21 mesi. Alcune categorie hanno ottenuto esenzioni o hanno prestato servizio per periodi più brevi, tra cui i vincitori di medaglie alle Olimpiadi e ai Giochi asiatici e i musicisti e ballerini classici che hanno vinto i primi premi in alcune competizioni.
Non i cantanti, nonostante alcuni politici avessero chiesto che i BTS fossero esentati. D’altronde, la super K-band è uno strumento importante anche a livello d’immagine, e dunque politico, per la Corea del Sud. Sono proprio loro a essere stati coinvolti nei piani di sponsorizzazione per la corsa all’Expo del 2030, che il Paese asiatico spera di ospitare nella città di Busan. E più volte negli scorsi anni i BTS hanno assunto prese di posizione su temi internazionali come il Black Lives Matter, togliendo quell’aura di futilità intellettuale e politica che aleggia intorno al K-Pop.
K-Pop e armi
Molti artisti hanno in passato ricevuto la designazione di “entertainment soldiers“, che consente continuare a esibirsi per le truppe. Il ministero della Difesa ha dichiarato che i BTS potranno esibirsi all’estero mentre sono sotto le armi. Ma il management dei BTS, Big Hit Music, ha dichiarato che non ci sarà alcun evento ufficiale e ha chiesto ai fan di evitare di recarsi al campo di addestramento, per motivi di sicurezza. I fan dei BTS dovranno fare a meno di loro per un po’, ma il gruppo ha in programma di portare avanti progetti individuali e di riunirsi nel 2025, dopo che tutti avranno prestato servizio militare.
Per loro è comunque difficile prevedere un rientro complicato nel mondo del lavoro, a differenza di tanti loro coetanei. Il servizio militare è generalmente un forte onere per gli uomini sudcoreani. Il sistema educativo del Paese è altamente competitivo: la Corea del Sud ha la percentuale di studenti universitari più alta al mondo. Ciò rende il mercato del lavoro dei laureati estremamente difficile e l’interruzione forzata della carriera causata dal servizio militare non è certo un aiuto a trovare un’occupazione.
Le polemiche sulla leva obbligatoria
Il tema della coscrizione militare continua a generare diverse polemiche e divisioni in Corea del Sud. Oltre alle lamentele per il nonnismo e il trattamento duro, ci sono uomini che sostengono che la leva li pone in una posizione di svantaggio economico rispetto alle controparti femminili, la cui istruzione e carriera non subiscono un’interruzione di 18 mesi. Alcune donne, a loro volta, sostengono che il servizio obbligatorio per gli uomini crei un cameratismo misogino che si ripercuote poi sulle donne sul luogo di lavoro e non solo.
D’altro canto, i critici sostengono che le regole di coscrizione dovrebbero essere inasprite per far fronte all’incombente carenza di manodopera. A fronte di un inquietante calo demografico, la Corea del Sud ha già ridotto il numero delle sue truppe a 500.000 negli ultimi anni. E le recenti tensioni con Pyongyang non aiutano di certo. Nel corso 2022 sono stati lanciati oltre 70 missili dal regime di Kim Jong-un, molti più di quelli lanciati nei due anni precedenti messi insieme. Dopo cinque anni un missile a lungo raggio ha sorvolato il Giappone.
Seul ha per ora risposto rafforzando il coordinamento con Washington e Tokyo, aumentando le manovre militari congiunte ed effettuando a sua volta lanci missilistici. Il nuovo presidente Yoon Suk-yeol, eletto lo scorso marzo ed entrato in carica lo scorso maggio, è peraltro fautore di una linea meno dialogante con la Corea del Nord e questo porta a un rafforzamento delle necessità militari di Seul. Chissà se, vista la leva dei membri dei BTS, gli altoparlanti al confine (spenti per frutto di un accordo del 2018) torneranno a suonare K-Pop in direzione della parte settentrionale della penisola.