«Mi chiamo Guido e la mia missione è creare nuove terapie con la Biologia Sintetica. Voglio avere un impatto positivo su miliardi di persone e lavoro ogni giorno per migliorare me stesso…». Lui è Guido Putignano e questo è ciò che si legge entrando nel suo sito. Ha soli 20 anni ed è tra i giovani più premiati d’Italia e il più influente in Healthcare & Bio Sciences. Studia ingegneria biomedica al Politecnico di Milano. Oggi è ricercatore a Zurigo, dove sta partecipando a un programma di scambio culturale (progetto SEMP, “Swiss Exchange Mobility Program”). Nel 2022 ha vinto la nona edizione del premio “Eccellenza italiana” per le sue ricerche in Biologia sintetica e in Intelligenza artificiale. Il premio è stato ideato per valorizzare il genio italiano nel mondo. Mamma avvocato, papà medico, Guido ha una nonna malata di Parkinson e per lei ha deciso di dedicarsi alla ricerca. «Mi sono sentito impotente e ho deciso che volevo cambiare».

Il suo obiettivo? La medicina di precisione. «A 16 anni ho iniziato ad appassionarmi alla biologia sintetica, che è l’unione tra Biologia e Ingegneria. Al momento, molti farmaci alleviano i sintomi ma non curano la malattia. Grazie all’Intelligenza artificiale sto studiando nuove soluzioni». Guido ha fatto ricerche all’ETH di Zurigo, per poi andare a Cambridge come Amgen Scholar, un programma internazionale.
“Confrontatevi con il mondo. Parlare con persone diverse ci aiuta a capire cosa sta succedendo”
«Ho studiato gli organoidi, insiemi di cellule in 3D che riescono a simulare gli organi. Le applicazioni sono in Medicina rigenerativa, Biologia e nella scoperta di nuovi farmaci». Per farsi capire meglio, aggiunge: «Oggi per scegliere il medicinale migliore si fanno tentativi e si vede quello che succede. In futuro, potremmo dare dieci farmaci a dieci organici specifici del paziente e verificare quale di questi reagisce meglio alla terapia. Poter usare gli organoidi permetterebbe di ridurre al massimo l’uso su pazienti o animali: si potrebbero testare nuovi farmaci molto velocemente ed evitare effetti collaterali».

“Si potrebbero testare nuovi farmaci molto velocemente ed evitare effetti collaterali”
La lista dei suoi riconoscimenti è lunghissima. È considerato il giovane sotto i 25 anni più influente in Italia per gli studi di Medicina e Scienze Biologiche (riconoscimento The NOVA 111 Studente list”, in collaborazione con l’Università Bocconi). Da quando ha 16 anni, è membro del Mensa, l’associazione che riunisce le persone con il più alto quoziente intellettivo. «Credo nella dedizione e nell’effort (lo dice così, in inglese, ndr ). Non puoi cambiare quelli che sono i tuoi talenti alla nascita, ma con l’impegno e la dedizione puoi cambiare molte cose a partire da te stesso. A 16 anni ho capito l’importanza di avere degli obiettivi. Il mio obiettivo è avere un impatto su un miliardo di persone. Farò di tutto per raggiungerlo».

Se gli chiedi che cosa ha fatto la differenza per lui, ti risponde: «Confrontarmi con il mondo. Vedere persone in gamba e capire che è possibile migliorarsi. Sono stato Innovator a The Knowledge Society, una community globale di giovanissimi innovatori. Ho visto una ragazza di 14 anni, Nina khera, parlare con i più importanti esperti nel campo della longevità, settore dove lei aveva già fondato una startup. A quel punto ho detto: “Se l’ha fatto lei, posso farlo anch’io”». Liceo scientifico internazionale a Taranto, Guido parla quattro lingue, tra le sue caratteristiche principali cita la curiosità. «Da piccolo, facevo sempre moltissime domande e spesso erano considerate strane. Oggi continuo a farmi domande, ma ho iniziato a darmi le risposte da solo».
“Il mio obiettivo è avere un impatto su un miliardo di persone. Farò di tutto per raggiungerlo”
Nei prossimi anni vuole creare una startup con un impatto sul mondo. Ha grande fiducia nella tecnologia. E nel futuro. «La tecnologia è un amplificatore ma bisogna saperla utilizzare. Può aiutare molti ragazzi, così come è successo a me, oppure può creare forti dipendenze. L’obiettivo sociale per tutti dovrebbe essere quello di avere sempre più ragazzi brillanti che grazie alla tecnologia cambiano il mondo o e ridurre quelli con forti dipendenze. Dobbiamo impegnarci tutti. Io per primo. Quando qualcuno mi chiede aiuto, sono felice di dare il mio supporto. E a tutti dico: confrontatevi con il mondo. Parlare con persone diverse ci aiuta a capire cosa sta succedendo nel pianeta».