Giovanissima, insieme a tre ragazzi ha messo a punto un software che permette di conoscere i valori di un capo di abbigliamento come la sostenibilità etica, animale, ambientale. E sul gender gap: «Servono messaggi positivi. Ho visto donne fare cose assurde in maternità, come Rihanna esibirsi al SuperBowl incinta sospesa in aria»
Non c’è sostenibilità senza tracciabilità e non c’è responsabilità senza trasparenza. Questo è il motto che spinge Iris Skrami, CEO e cofounder di Renoon, a lavorare quotidianamente per connettere le azioni di sostenibilità delle aziende con le scelte di acquisto dei consumatori. Tramite un software proprietario, Renoon si occupa di moda responsabile verso una comunicazione trasparente e puntuale tramite etichette. L’idea ha già raccolto il supporto di business angel internazionali e del fondo di venture capital 500 Global, basato a San Francisco. Da poco Renoon ha anche lanciato una collaborazione con la piattaforma di maglieria italiana Artknit Studios che vede al suo interno una comunità di artigiani, designer e innovatori che condividono lo stesso obiettivo: offrire prodotti di qualità superiore al minor impatto ambientale, esclusivamente con fibre naturali, valorizzando la filiera e connettendo in totale trasparenza le migliori manifatture con i clienti finali di tutto il mondo. Abbiamo intercettato Iris, classe ’93 nata e cresciuta a Milano, laureata in Economics and Management all’Università Cattolica di Milano.
Iris Skrami
La giovane cofounder di questa startup innovativa con sede in Olanda e in Italia ha già un background degno di nota: dopo vari stage all’estero, l’esperienza in Nike, in Olanda, come scout di startup per risolvere problemi all’interno dell’azienda poi PVH, la casa madre di Tommy Hilfiger, Calvin Klein e G.H. Bass., dove era responsabile dell’espansione dello store. È stata proprio quell’occasione a rappresentare per Iris un nuovo approccio al mondo tech del software e dell’hardware nel settore del fashion. Ne abbiamo parlato con lei, che ha anche partecipato come speaker al nostro SIOS Winter Edition, facendoci raccontare meglio la sua storia.
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Dall’Olanda a Renoon: come è nata l’idea?
Devo ammettere che la strada dell’imprenditoria non è mai stata il mio radar ma mi è sempre piaciuto testare e andare incontro a idee innovative. Un istinto che mi ha portata a studiare Marketing nel business facendo costantemente ricerca, con creatività e un approccio innovativo. Poi mi sono trasferita in Olanda, dove ho lavorato per Nike e PVH sino alla costituzione di una startup nella multinazionale. Io ero incaricata di risolvere problemi interni all’azienda ma mi rendevo conto che non riuscivo a trovare una soluzione al problema che avevo identificato: si investiva in sostenibilità ma non si sapeva come comunicare con il nuovo consumatore, non c’era trasparenza nei tools e il mercato non incentivava a essere trasparenti. Per rispondere a questo bisogno, nel 2018 ho voluto mettermi in gioco e coinvolgere altri tre colleghi e amici, esperti in branding, platform development, data science e corporale social responsibility. Così è nata Renoon, per semplificare la ricerca di brand e prodotti sostenibili.
Cosa fa Renoon?
Renoon è un software che permette ad aziende di generare etichette digitali accessibili anche tramite Qr Code con la possibilità di approcciare il consumatore finale prima di fare una scelta di acquisto, generando valore per il prodotto. È nata durante la pandemia come app aggregatrice di brand sostenibili, canali di seconda mano e noleggio e come motore di ricerca per il consumatore consapevole che vuole queste informazioni. Trasparenza per noi è comunicazione aziendale mentre la sostenibilità è legata a metriche e comunicazione del valore ambientale. Dare al brand la possibilità di comunicare con più di 40 elementi valoriali come, ad esempio la protezione ambientale, animale, ecc.. semplicemente proponendo un prodotto che ad un solo click illustra tutti i valori contenuti al suo interno è stata la nostra mission sin da subito. Oggi Renoon vanta più di 5o partners e quasi 200 brands.
Come è nata la collaborazione con Artknit Studios?
Il brand italiano Artknit Studios, che si occupa di maglieria sostenibile con una community di artigiani, designer e innovatori, ci ha scelto per rendere accessibili tutte le informazioni dei propri prodotti al fine di aiutare i consumatori a scegliere il capo giusto ancora prima di averlo acquistato. In ogni pagina di prodotto sull’e-commerce di Artknit Studios è ora possibile scoprire il viaggio dei capi, l’impatto ambientale della produzione e le loro certificazioni. L’impegno del brand verso la trasparenza si traduce in etichette digitali di prodotto che collegano valori a “proof points” e certificazioni.
Perché è importante conoscere la storia di un capo di abbigliamento?
Questa risposta ce la dicono i dati: più del 64% dei consumatori italiani pensa che le aziende non diano abbastanza informazioni sugli attributi di sostenibilità ambientale e sociale e vuole includere elementi di sostenibilità e valori come parte del processo di acquisto, evitando il greenwashing. Ma anche io stessa, come consumatrice, vorrei sapere come è nato il capo che sto indossando e se questo è sostenibile. La domanda è: «Come riuscire ad avere sempre queste informazioni sottomano?». La sostenibilità di impatto sul consumatore deve essere trasmissibile all’esterno. Per questo abbiamo pensato ai Qr Code. La community e il fatto che il consumatore possa dare un valore alle informazioni che legge contribuisce a creare la percezione e la realtà del brand.
Il Renoon team
«Più del 64% dei consumatori italiani vuole sapere se un capo è sostenibile»
Nella settimana della donna, quale messaggio vuoi mandare alle imprenditrici?
Da cofounder e CEO di una startup – e nel core team sono l’unica donna – vorrei focalizzare l’attenzione sull’importanza di includere il genere femminile ai vertici imprenditoriali. Come è noto, la leadership femminile è sempre minore rispetto a quella maschile, a livello globale. Ci vogliono più founder manager donne così come si deve dare più visibilità ai role model. Ho visto donne fare cose assurde in maternità, come Rihanna esibirsi al SuperBowl incinta sospesa in aria. Ha lanciato un messaggio importante per la società. In ogni caso, credo che la sua domanda debba essere rivolta principalmente al genere maschile, che quasi mai, invece, viene interpellato su questi temi. Si chiede sempre alle donne cosa augurare ad altre donne e mai agli uomini.
«Si chieda ai maschi che cosa pensano del gender gap»
Come ti vedi tra 10 anni?
Sempre con tanta voglia di costruire. Penso che costruirò molte cose nei prossimi anni.