Dopo un progetto pilota di tre mesi, ora “Apollo” il servizio che dispiegherà i veicoli a completa guida autonoma, scorrazzerà per il parco tecnologico della capitale
La big tech cinese Baidu, reduce dal lancio – non molto fortunato – del primo chatbot Ernie Bot, e la startup Pony.ai hanno ottenuto i permessi per la circolazione di dieci taxi a guida autonoma nella capitale cinese. Il progetto prevede la messa in campo di auto senza conducenti né supervisori della sicurezza. Le piattaforme di ride-hailing, gestite dal colosso tecnologico cinese Baidu e dalla startup di veicoli autonomi Pony.ai, hanno ricevuto il via libera dopo un programma pilota di tre mesi su strade pubbliche.
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Apollo, taxi a guida autonoma
Si chiama “Apollo” il servizio che dispiegherà dieci veicoli a completa guida autonoma. È riuscito a superare i test del programma pilota che includeva la capacità dei veicoli di gestire scenari complessi, come incroci, strade strette e condizioni meteorologiche estreme, tra cui pioggia, neve e tempeste di sabbia. In precedenza, i supervisori della sicurezza dovevano essere presenti nei sedili del conducente, del passeggero o della seconda fila durante le prove su strada e le operazioni commerciali. Tuttavia, con questo nuovo permesso, Baidu e Pony.ai possono fornire corse completamente senza conducente senza un supervisore della sicurezza ma con la possibilità, per un un safety driver, di intervenire da remoto. I robo-taxi saranno dispiegati in un’area di 60 chilometri quadrati all’interno del parco tecnologico di Pechino. Tramite app, i residenti possono chiamare i taxi che li raggiungeranno in pochi minuti per accompagnarli verso la destinazione prescelta come le stazioni della metropolitana, le aree commerciali, i parchi pubblici e le comunità residenziali. I permessi arrivano dopo che lo scorso dicembre Baidu aveva dichiarato di avere ottenuto una licenza per testare il servizio.
Cosa fanno Baidu e Pony.ai
Con sede a Pechino, Baidu, genera la maggior parte delle sue entrate dal suo motore di ricerca su Internet posizionandosi come il più grande motore di ricerca in lingua cinese (600 milioni di utenti attivi al mese). Negli ultimi cinque anni ha cercato di differenziarsi inserendosi anche nel settore delle tecnologie di guida autonoma. Pony.ai, startup sostenuta da Toyota Motor, gestisce già un servizio di robotaxi nella città meridionale di Gaungzhou. Ad aprile dello scorso anno, Pony.ai, guidata dal CEO James Peng, aveva ricevito l’autorizzazione per corse di robotaxi senza tariffa a Pechino, mentre nell’estate scorsa era stata autorizzata una fornitura di taxi a guida autonoma a pagamento che, però, prevedevano la presenza di un autista sul sedile del passeggero. A novembre aveva passato il test che gli ha permesso di ricevere l’autorizzazione alla prova con la presenza di un autista sul sedile posteriore: ultimo passaggio con cui sono divenuti pionieri come unica compagnia di veicoli autonomi a ricevere una licenza di taxi in Cina.