Lo comunica l’amministratore delegato Andy Jassy: «Decisione difficile ma necessaria per la società». Con l’annuncio appena battuto dalle agenzie il totale dei licenziamenti sale a quota 27mila dipendenti
A gennaio 2023 aveva annunciato 18mila licenzianti ma evidentemente non bastano, oggi 20 marzo a poco meno di tre mesi dall’ultima sforbiciata l’amministratore delegato Andy Jassy manda una email: «Vi scrivo per condividere che intendiamo eliminare altre 9mila posizioni nelle prossime settimane. Questa è una decisione difficile ma che riteniamo sia per il bene della società nel lungo termine», si legge nella comunicazione inviata questa mattina».
Così Amazon rimette mano sui numeri della sua forza lavoro, decidendo di tagliare ulteriori 9mila posti in esubero. Inizialmente i tagli, avviati in parte già nei mesi di fine 2022, avrebbero dovuto interessare circa 10mila dipendenti, concentrandosi principalmente nella divisione retail di Amazon e nelle funzioni delle risorse umane come il recruiting. Ma col passare dei mesi, e con l’aggravarsi di un contesto macro economico incerto, l’azienda di Bezos ha deciso di aggiungere nuovi tagli. E con l’annuncio odierno, il totale dei licenziamenti sale a quota 27mila dipendenti.
Ancora licenziamenti nelle big tech
Il Ceo Jassy spiega che la decisione è stata presa in quanto l’azienda sta cercando di razionalizzare i costi a causa dell’incertezza economica e per il futuro. “Il principio fondamentale della nostra pianificazione annuale di quest’anno è stato quello di essere più snelli, in modo da consentirci di investire ancora in modo solido nelle principali esperienze dei clienti a lungo termine che riteniamo possano migliorare in modo significativo la vita dei clienti e di Amazon nel suo insieme” ha affermato Jassy. Questo nuovo round di licenziamenti riguarderà principalmente il cloud computing di Amazon, le risorse umane, la pubblicità e Twitch. Resta da capire quali saranno le filiali maggiormente esposte a tali tagli: non è escluso che i licenziamenti possano riguardare anche quelle al di fuori degli Stati Uniti, Europa compresa. Il licenziamento complessivo di 18mila dipendenti costituisce il taglio di forza lavoro più consistente mai portato avanti da un’azienda bigh tech nel corso dell’attuale congiuntura economica negativa. Adesso se ne aggiungono altri 9mila.