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Quella generazione che lavora a maglia per essere felice. «Così è nata la nostra community all’insegna della slow life»

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Quella generazione che lavora a maglia per essere felice. «Così è nata la nostra community all’insegna della slow life»

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Nel primo anno di vita la startup toscana e al 100% femminile BettaKnit ha raggiunto un fatturato di oltre 460mila euro, vendendo più di duemila kit e quasi diecimila gomitoli migliaia di clienti. Per la rubrica Unstoppable Woman Barbara Fani ci spiega come tutto ciò contribuisca a rendere la vita meno stressante

Nel primo anno di vita la startup toscana e al 100% femminile BettaKnit ha raggiunto un fatturato di oltre 460mila euro, vendendo più di duemila kit e quasi diecimila gomitoli migliaia di clienti. Per la rubrica Unstoppable Woman Barbara Fani ci spiega come tutto ciò contribuisca a rendere la vita meno stressante

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Gabriella Rocco
29 apr 2023

Ricordate il campione olimpico di tuffo sincronizzato Tom Daley che sferruzzava sulle tribune di Tokyo 2020, aspettando il proprio turno, con la pace dei sensi dipinta sul volto? Oggi la storia che vogliamo raccontarvi parte proprio da qui, dal lavoro a maglia. Lo sapevate che lavorare a maglia (in inglese knitting), riduce ansia e stress? Secondo diverse ricerche medico-scientifiche si tratta di una vera e propria terapia benefica su diversi fronti. Dallo stress alle malattie legate all’autostima, passando per la prevenzione di alcuni disturbi muscolo-scheletrici. Ancora lavorare a maglia stimola entrambi gli emisferi del cervello e rallenta il declino cognitivo. Migliora la dinamica delle mani riducendo i rischi di artrosi, e di altri problemi come l’infiammazione del tunnel carpale. Potenzia lo stato d’animo, agevolando i nostri processi di socializzazione. Herbert Benson, docente di medicina ad Harvard, nel suo libro “The Relaxation Response”, sostiene che il gesto ripetitivo del lavoro a maglia consente di abbassare il livello di epinefrina e norepinefrina: le sostanze che il nostro cervello produce quando è sotto stress. Lavorare a maglia, ascoltando il tintinnio dei ferri come un “mantra rilassante”, stimola la zona prefrontale della corteccia cerebrale. Cioè quella abilitata ai pensieri superiori, permettendoci di astrarre il cervello dalle preoccupazioni.

Tom Daley, Campione olimpico di tuffo sincronizzato

Cosa fa BettaKnit

Non è dunque un caso se, a distanza di un solo anno di vita, BettaKnit, la startup toscana 100% femminile, che ha creato un’intera community accomunata dalla passione per il lavoro a maglia, ha raggiunto un fatturato di oltre 460mila euro, vendendo 2.044 kit e 9.789 gomitoli a 5.163 clienti, a dimostrazione di come la formula messa in pratica dalle fondatrici rappresenti un’alchimia vincente. Nata nel 2020 dal coraggio e dalla determinazione di tre sorelle di Prato: Barbara, Elisabetta e Federica Fani, BettaKnit è un progetto che ha come elementi chiave la passione per i filati italiani e una produzione improntata tutta alla sostenibilità. Noi di StartupItalia abbiamo intervistato Barbara Fani, Ceo e Product Manager di BettaKnit.

Barbara, Elisabetta e Federica Fani, fondatrici BettaKnit

Com’è nata l’idea del lavoro a maglia?
Proveniamo da una famiglia con una importante tradizione tessile nel distretto di Prato, abbiamo il filato nel sangue. Da piccole abbiamo sempre avuto tra le mani gomitoli. Nelle lunghe giornate invernarli mamma e nonna ci hanno insegnato a lavorare ai ferri. Avevamo una vera e propria passione, e ogni occasione era buona per creare i nostri capi: cappellini, centrini, maglioncini, sciarpe, borse, coperte e persino orsacchiotti. Realizzare quegli oggetti con i ferri o l’uncinetto, ci rendeva felici. Poi questa passione ci è esplosa nelle mani. Ci ha sopraffatto.

Cosa è accaduto che ha fatto scattare la scintilla?
Durante il covid c’è stato il boom del knitting, e anche noi abbiamo avuto più tempo da dedicarci, così col passere dei giorni ci siamo rese conto che volevamo trasformare questa passione in un lavoro vero e proprio. Lavorare nei ritagli di tempo non ci bastava più, anche perché le persone ci chiedevano sempre di più come insegnare loro le tecniche del lavoro a maglia, l’interesse della gente era letteralmente esploso. Così abbiamo deciso di creare la nostra startup, e ad ottobre 2020 è nata Bettaknit.

Cos’è Bettaknit?
Partiamo da una premessa noi abbiamo 3 fari guida: la moda, il knitting e la sostenibilità. Abbiamo deciso di unire le nostre competenze creando una piattaforma che è molto di più di un semplice e-commerce. BettaKnit è una grande community accomunata da una sconfinata passione per il lavoro a maglia, la voglia di rallentare, di rilassarsi, di creare e dare una serie di valori condivisi. In pratica, abbiamo voluto creare la nostra filosofia di vita, siamo l’esatto contrario del pret-a-porter.

Qual è la forza della vostra startup?
La forza della nostra startup sta nella capacità di aver saputo unire intorno a un interesse comune, un pubblico principalmente femminile, ma trasversale e dai profili più disparati. Il nostro, più che consumatore è un consum’attore. Sebbene la cliente segua, nel fare la maglia, le indicazioni fornite nel nostro kit, ha comunque la libertà di apportare delle modifiche che sono solo sue, ha la possibilità di sperimentare e personalizzare ciò che crea.

Che tipo di clientela avete?
Le nostre clienti sono principalmente donne, fra i 25 e i 45 anni, che lavorano e che grazie al knitting si sono ritagliate un hobby rilassante, e in certi casi una fonte di reddito aggiuntiva. Dopo un solo anno di vita, BettaKnit ha fatturato oltre 460mila euro dimostrando come la nostra formula ideata e messa in pratica rappresenti un’alchimia vincente di preparazione ed esecuzione perfetta.

Come avete reagito quando siete state chiamate come caso studio di social marketing alla Florida State University?
Quando ci hanno chiamate dalla Florida State University of Florence, per dirci che eravamo state selezionate e invitate a raccontare la nostra storia agli studenti americani, siamo letteralmente saltate di gioia dalla sedia. Per noi è stato un grande onore poter parlare dei nostri prodotti (kit maglia e uncinetto, filati sostenibili e riciclati) e dell’aspetto innovativo del nostro modo di fare community, costituita più da fan che da consumatori in senso stretto. Bettaknit ha coltivato una missione aziendale chiara e profonda, con strategie efficaci basate sulla qualità del prodotto, attenzione al cliente, creazione di una community leale e coesa.

Mi spieghi cos’è l’Armocromia?
Il termine “Armocromia” si riferisce alla disciplina che studia come si combinano i colori tra loro, come si abbinano in armonia con il colore e la tonalità della pelle, dei capelli e degli occhi di una persona, facendola apparire immediatamente più bella, più in forma, più giovane. Identificare la propria palette attraverso l’Armocromia è fondamentale nella scelta di abiti, accessori, make-up, per creare un fantastico senso di armonia e di bellezza. Ecco perché anche nella scelta dei nostri filati, è importante sapere quale colore appartiene alla propria palette. Nel nostro kit, all’interno della scheda prodotto di ciascun gomitolo, di lana o di cotone, c’è la suddivisione dei colori secondo l’Armocromia: in questo modo scegliere il colore perfetto per il capo che si vuole creare, sarà ancora più in empatia con chi vuole realizzarlo.

Un consiglio alle persone che comprano il kit?
Armatevi di entusiasmo, non scoraggiatevi se le prime creazioni saranno deludenti (un termine carino per non dire orride) e magari circondatevi di amici knitter per socializzare mentre sferruzzate. Soprattutto non perdete mai di vista l’obiettivo: rilassarsi e, se possibile, divertirsi.

Prossimi passi?
Il prossimo passo è l’aumento di capitale aperto a terzi. In realtà stiamo verificando anche l’ipotesi di riservare una trance per una campagna di equity crowdfunding. Le nuove risorse serviranno per accelerare la nostra crescita. Vogliamo espanderci in Italia, ma puntiamo anche al mercato internazionale.

Un consiglio alle donne imprenditrici?
Non è facile essere imprenditrici, anzi non lo è per niente.  Se non avessimo incontrato nel nostro percorso, l’acceleratore Seed Money, a quest’ora saremmo ancora a cercare di capire come meglio muoverci lungo le fasi di crescita della nostra startup. Incubatori e acceleratori, ritengo che abbiano un ruolo cruciale per le startup soprattutto in Italia.

Quindi?
Il nostro consiglio è quindi quello di trasformare i momenti di difficoltà, in opportunità e tenacia. E poi noi donne abbiamo una naturale propensione alla sorellanza, alla solidarietà, per questo sfruttiamola. Creiamo sinergie tra noi, confrontiamoci con altre realtà imprenditoriali, e anche con i nostri dipendenti e collaboratori: tutti possono contribuire alla riuscita del progetto. Le strade sono tutte in salita, ma sono i viaggi più avventurosi che regalano le esperienze più belle.

Tags: #ARMOCROMIA #BETTAKNIT #COVERSTORY #CROCHET #DISTRETTO-TESSILE #DONNE #FERRI #IMPRENDITRICI #LAVORO-A-MAGLIA #MAGLIA
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