Come fronteggiare il fenomeno dei neet? Come contrastare il gender gap in ambito tech e quali sono le sfide future dell’edtech? Ne abbiamo parlato con Massimiliano Costa, CEO di Develhope, scuola di coding fondata a Palermo nel 2019 per contrastare la disoccupazione giovanile
In Italia, le imprese sono alla ricerca dei migliori talenti tech per accelerare i processi di trasformazione digitale ma il ritmo elevato dell’innovazione tecnologica a cui le aziende vogliono tener passo si scontra con la difficoltà di trovare risorse che dispongano delle adeguate competenze. Una tendenza che affianca quella che vede il nostro paese arrancare nel numero di iscritti in discipline Stem. Tali difficoltà si riverberano poi nel precariato e nella disoccupazione giovanile ed in particolare, raggiunge il suo apice con il fenomeno dei Neet. Si tratta dei giovani che non studiano, non lavorano e non si formano . Secondo gli ultimi dati pubblicati nel corso dell’anno da Eurostat e Istat, i Neet in Italia rappresentano il 25,1% della popolazione compresa tra i 15 e i 34 anni, con in testa il Sud.
Come fronteggiare l’inattività giovanile e superare il divario occupazionale e digitale italiano? Come contrastare il gender gap in ambito tech e quali le sfide future dell’edtech? Ne abbiamo parlato con Massimiliano Costa, CEO e co- founder di Develhope, scuola di coding fondata a Palermo nel 2019 insieme a Sasa Sekulic e Alessandro Balsamo. La particolarità di Develhope si pone nella sua finalità: creare impatto sociale attraverso una tecnologia solidale e contrastare la disoccupazione giovanile attraverso la formazione di ragazze e ragazzi come sviluppatori software. La parte migliore? Lo studente paga il corso solo quando trova lavoro. Un modo per rendere l’accesso alla formazione più equa ed inclusiva.
Neet: un fenomeno soprattutto italiano. 1 giovane su 4 non si costruisce il suo futuro…
Purtroppo sì ed è un paradosso: da un lato aziende alla ricerca di talenti, dall’altro giovani inattivi o professionisti che fanno fatica a trovare un lavoro e a esprimere il loro talento. Per risolvere questa situazione servono politiche attive del lavoro serie e concrete, che premino l’efficacia dell’inserimento lavorativo e non la formazione fine a se stessa.
Come nello specifico?
Chi non si forma è perduto, in poco tempo. Da un lato occorre investire in formazione per rendere più efficace quella tradizionale. Dall’altro però servono nuovi programmi che aiutino i ragazzi a orientarsi e a formarsi in maniera integrativa, capendo al meglio i propri bisogni, vocazioni e talenti. In Develhope noi abbiamo creato un programma di coaching per aiutare i nostri studenti a valorizzare se stessi in un percorso di crescita personale. Senza una vera crescita umana le hard skill si rivelano fragili molto presto.
Quali gli scogli in ambito imprenditoriale e governativo sono da superare per contrastare carenza di esperti/tech e disoccupazione?
Per quanto concerne il lato istituzionale una sfida pratica è sicuramente quella allineare incentivi, investimenti e politiche attive del lavoro per far sì che siano legate a quelli che sono i risultati e non al numero di ore che vengono erogate come formazione. In ultimo, a livello imprenditoriale la chiave è sempre quella di sperimentare e validare nuovi modelli di formazione e business che possano davvero avere un impatto e possano essere adottati su larga scala.
Oltre all’incremento della richiesta di profili in ambito IT, in Italia sta aumentando lo skill gap. Come colmare questo divario?
Il ritmo di innovazione tecnologica e sociale obbliga chiunque a continuare a formarsi per non diventare obsoleto. Però l’evoluzione delle skill richieste è sia una sfida che un’opportunità. Capendo su cosa formarsi è possibile (re)inserirsi nel mercato del lavoro o migliorare la propria posizione.
Develhope ha lanciato lo scorso anno la Talent Platform. A quali esigenze viene incontro?
Abbiamo creato uno strumento gratuito per tutti i recruiter che vogliano entrare in contatto con sviluppatori senza frizioni, riducendo il tempo e l’effort necessari per il recruitment. Nei prossimi mesi continueremo a lavorare con le oltre 200 aziende partner per rendere la Talent Platform sempre più efficiente.
Ed Uniwhere invece?
Si tratta di un’app che consente a studenti e studentesse universitarie di avere tutto all’interno di un unico spazio. Consente infatti di sincronizzare il libretto accademico, gestire media e proiezione dei voti, esami e ricerche. Da inizio anno gli utenti attivi sono stati più di 100 mila ed è disponibile per più di 70 università italiane. Il fine è poi quello di implementare le loro skill e orientarli al mondo del lavoro con funzionalità aggiuntive per le aziende.
Parità di genere in ambito STEM.
Secondo il Global Gender Gap Report 2022, serviranno 132 anni per colmare il gender gap nel settore tech e arrivare alla parità di genere nel mondo.
Come contrastare il divario di genere in ambito tech?
Ci sono due temi: uno culturale e uno di politiche del lavoro. Quello culturale è semplice: aziende, fondazioni, istituzioni devono investire in programmi per far crescere la passione per scienza e tecnica nelle bambine e nelle ragazze. Abbiamo esempi favolosi di donne in ambito STEM che vanno celebrati e conosciuti. Quello più ampio riguarda le politiche del lavoro e della famiglia per colpire il vero gender gap che si consuma a livello sociale e che causa poi quello particolare nell’ambito del lavoro.
Quali sono le sfide future di Develhope?
Vogliamo continuare a crescere con un modello di business folle come il nostro in cui prima studi e paghi solo se trovi lavoro. Stiamo creando una vera e propria community di top developer e vogliamo aiutarli a formarsi anche dopo i nostri corsi. Per questo abbiamo lanciato Uniwhere, l’app dedicata agli studenti universitari, con l’obiettivo di aiutarli a finire al meglio la propria carriera accademica, di integrare la propria formazione e di trovare un primo lavoro.