La sua azienda era valutata 9 miliardi di dollari. Prometteva un processo rivoluzionario di analisi del sangue. Nel 2016 un’inchiesta giornalistica ha fatto luce sulla frode
Alla fine Elizabeth Holmes ha varcato la soglia di un penitenziario, iniziando così a scontare la condanna a 11 anni e 3 mesi per frode sul caso Theranos, la sua ex startup biotech. Si chiude così una storia emblematica per l’immagine e la reputazione globale della Silicon Valley e, in generale, della narrazione sulle startup innovative. Nei mesi scorsi Holmes, 39 anni, si era vista rifiutare la richiesta di rimanere in libertà su cauzione. Da poche ore si trova all’interno di un carcere in Texas, a 160 chilometri da Houston, la sua città natale.
La storia di Elizabeth Holmes è stata raccontata negli ultimi anni. Per molto tempo è stata portata in palmo di mano dai grandi della Terra, come dall’ex presidente USA Bill Clinton, e presentata come un modello di imprenditrice e di leader. Fondando Theranos dopo aver lasciato l’università, Holmes voleva rivoluzionare il settore delle analisi del sangue attraverso un macchinario apparentemente rivoluzionario. Un’inchiesta del Wall Street Journal del 2016 ha però fatto luce sull’imbroglio che metteva a serio rischio i soldi degli investitori e, cosa ancor più grave, la salute delle persone che si sottoponevano ai prelievi.
Da stella nascente della Silicon Valley, Elizabeth Holmes è così diventata l’emblema di una frode su larga scala (“fake it till you make it”, recita l’eloquente detto che riassume in sei parole l’intera vicenda). Fondata nel 2003, Theranos era arrivata a toccare una valutazione da 9 miliardi di dollari, raccogliendone oltre 900 milioni, per poi fallire nel 2018. Ve ne abbiamo scritto di recente a seguito di una lunga intervista che l’ex Ceo ha rilasciato al New York Times. La Silicon Valley è cambiata negli ultimi anni e molti esperti che abbiamo intervistato negli ultimi tempi hanno spiegato che casi come Theranos oggi non sarebbero facilmente replicabili.