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OkHi: la startup che connette l’Africa dotando tutti di un indirizzo (fisico)

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OkHi: la startup che connette l’Africa dotando tutti di un indirizzo (fisico)

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Permettere a chiunque di accedere al mercato digitale globale, dai conti correnti agli acquisti online. È questa l’idea di un ex product manager di Google che ha scelto la “Silicon Savannah” per realizzare un sogno: dare un indirizzo fisico a chi non ce l’ha.

Permettere a chiunque di accedere al mercato digitale globale, dai conti correnti agli acquisti online. È questa l’idea di un ex product manager di Google che ha scelto la “Silicon Savannah” per realizzare un sogno: dare un indirizzo fisico a chi non ce l’ha.

Social Innovation
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Cristina Da Rold
2 lug 2015

Obiettivo: permettere a chiunque di accedere al mercato digitale globale, dai conti correnti agli acquisti online. È questa l’idea di un ex product manager di Google che ha scelto la “Silicon Savannah” per realizzare il suo sogno: dare un indirizzo fisico a chi non ce l’ha.

Non è un paradosso connettere gli africani all’impalpabile network globale fornendo loro un indirizzo fisico. In realtà quella della piattaforma OkHi è una profonda innovazione, che ha già cambiato la vita a molti. Secondo il giovane fondatore Timbo Drayson, la vera innovazione per il continente africano (e non solo) da qui a qualche anno sarà dotare tutti di un indirizzo fisico, che permetterà a chiunque di comprare su siti online, aprire conti correnti, accedere ai servizi nazionali e internazionali, acquistare biglietti aerei e quant’altro.

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Un’intuizione tutt’altro che banale quella di Drayson, che dopo un esperienza come Product Marketing Manager prima con Google e poi con YouTube, ha lasciato Londra per lanciarsi in questa avventura in un garage di Nairobi. Un’idea, quella di OkHi, nata poco a poco nella mente di Drayson, dopo aver interpellato diversi imprenditori locali per individuare la propria nicchia di mercato. Inizialmente infatti l’idea era di buttarsi nel settore dell’e-commerce in Africa, ma ben presto Drayson si rese conto che vi era un problema a monte ben più grosso da risolvere: la gente non possedeva un indirizzo di residenza, obbligatorio per fare acquisti online.

Come funziona OkHi

Dotarsi di un indirizzo fisico tramite OkHi non richiede pile di documenti e neanche lunghe file negli uffici. Non serve nient’altro che uno smartphone. La piattaforma permette alla gente di inserire il luogo in cui vivono tramite il proprio smartphone, combinando le coordinate GPS con una fotografia della porta di ingresso della propria abitazione, in modo da evitare ambiguità. Tramite un sistema simile a quello di PayPal, l’indirizzo viene poi registrato automaticamente nella piattaforma.

okhi2

Il mercato per questa startup non manca di certo, dal momento che secondo quanto si apprende dalle loro stime, sarebbero ben 4 miliardi le persone nel mondo che non possiedono un indirizzo fisico, una residenza registrata, e che quindi non possono comprare un libro su Amazon o chiamare un’ambulanza se ne hanno bisogno. Per non parlare della possibilità di cercare un lavoro.

Anche nell’era della web-globalization, l’identità personale è quella a cui si può fisicamente risalire, e la vera innovazione è fare in modo che chiunque in tutto il mondo possa accedere a questo servizio in modo semplice, da casa propria, con il proprio smartphone. “How many times do you have to prove who you are?” è la domanda che si legge nella presentazione di OkHi. “Whether that’s applying for a job or getting a bank loan. A recognised address is a vital part of personal identity.”

@CristinaDaRold

Tags: #AFRICA #CONNECTING #NETWORK #SMARTPHONE #SOCIAL-INNOVATIO #START-UP #TECNOLOGIA
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