Ecco le immagini. Uno dei luoghi più trafficati della città si vota alla socialità
«Oggi è una giornata importante: presentiamo uno dei progetti più qualificanti per la Milano dei prossimi anni – ha detto l’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran in conferenza stampa – la piazza è al centro del quartiere». Le immagini del progetto LOC, Loreto Open Community, suggeriscono come si presenterà la nuova Piazzale Loreto, dove sostenibilità e mobilità sostenibile saranno centrali. Il cantiere dovrebbe chiudersi entro le Olimpiadi Milano Cortina del 2026. «Non esiste una grande mossa che cambia la città. Le città vanno cambiate attraverso una visione e una strategia diffusa di intervento», ha aggiunto il sindaco di Milano, Beppe Sala, citando il modello della città a 15 minuti (come proposto a Parigi dalla sindaca Anne Hidalgo). «Questo progetto va in questa direzione – ha aggiunto il primo cittadino – le piazze non sono punti di passaggio, ma l’anima di un quartiere e centro di servizi». Il progetto per la rigenerazione di Piazzale Loreto è stato il vincitore di Reinventing cities, il bando internazionale indetto dal Comune di Milano insieme a C40. Il ritorno economico per la città sarebbe intorno ai 250 milioni di euro.
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LOC è un progetto ambizioso che punta a rivoluzionare l’aspetto della piazza che milanesi e turisti vedono da decenni.
Milano: cantiere a cielo aperto
«Negli ultimi anni ne abbiamo cambiate tante di piazze perché crediamo faccia parte di una strategia per restituire spazio alle persone», aveva anticipato nelle scorse ore l’assessore all’Urbanistica Maran. L’idea di riqualificare Piazzale Loreto, uno degli snodi più importanti della città (da qui partono alcune delle direttrici più importanti come Via Padova e Viale Monza), risale al 2019, quando lo stesso Maran aveva annunciato la pubblicazione di un bando per dare nuovo smalto a una zona molto trafficata della città. Meno auto, più pedoni e socialità (qui sotto le prime immagini dei rendering presentati in conferenza stampa).
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LOC: i rendering. Un progetto anti-monumentale
Da oltre dieci anni il capoluogo lombardo ha scelto di investire in diversi progetti green, riqualificando piazze e interi quartieri. Sulla scia di Expo, nel 2015, la Darsena venne completamente rimessa a nuovo, diventando uno delle zone preferite della movida; il quartiere Isola, un tempo malfamato, è oggi uno delle zone più alla moda (e care) della città. Piazzale Loreto sarà un luogo dove pedoni e ciclisti guadagneranno una nuova centralità come hanno spiegato i tecnici che hanno lavorato al progetto LOC. Quasi il 70% della superficie sarà riservato agli spostamenti ciclopedonali. Anche l’assessore alla Mobilità, Marco Granelli, è intervenuto in conferenza stampa: «La mobilità sta cambiando – ha detto – le persone scelgono una mobilità diversa».
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Piazzale Loreto: le pagine buie
Ma la storia di questo luogo conserva anche pagine buie, di cui purtroppo si è persa memoria. A Piazzale Loreto è avvenuto infatti uno dei passaggi chiave e più tragici della storia d’Italia. Il 29 aprile 1945 i corpi di Benito Mussolini, di Claretta Petacci, del fratello di quest’ultima e di altri gerarchi fascisti furono appesi a testa in giù di fronte alla folla. Quello che di lì poco sarebbe diventato il primo presidente del Consiglio del dopoguerra, Ferruccio Parri, definì l’evento come una vera e propria macelleria messicana. Dopo i soprusi e le violenze del ventennio, la violenza gratuita contro ex potenti ormai inermi sarebbe rimasta impressa nei libri di storia. La scelta di Piazzale Loreto per mettere in mostra il cadavere del Duce si spiega con un altro fatto, sempre accaduto in questo snodo chiave della città di Milano.
Nell’agosto 1944 una bomba distrusse un camion della Wehrmacht parcheggiato di fronte al 77 di viale Abruzzi. Lì vicino c’era l’albergo Titanus, sede degli occupanti nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. L’esplosione provocò la morte di sei passanti, scatenando subito una rappresaglia da parte dei tedeschi che decisero di uccidere 15 tra i prigionieri di San Vittore in maniera del tutto casuale, trasportandone infine i corpi fino a Piazzale Loreto, dove furono lasciati come monito per gli oppositori. «Il sangue di piazzale Loreto lo pagheremo molto caro», avrebbe detto il Duce in quei terribili giorni della Repubblica di Salò.