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Tutto sul percorso di accelerazione di Invitalia nel capoluogo sardo, gestito con StartupItalia, Nana Bianca e Apply Consulting, rivolto a startup focalizzate su nuovi servizi per i cittadini, mobilità sostenibile e intermodale
Che il tema delle smart city coinvolga i diversi ambiti della sostenibilità e della digitalizzazione lo si evince anche dagli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Pnrr contiene iniziative riconducibili alle città intelligenti in almeno tre delle sei missioni sulle quali è strutturato, segnala l’Osservatorio Smart city del Politecnico di Milano.
A partire dalla missione 1, che tocca i progetti di mobility-as-a-service di integrazione di diverse modalità di trasporto in un solo canale digitale, per continuare con la missione 2, in cui la transizione ecologica implica la riqualificazione di edifici pubblici e il potenziamento della rete di distribuzione elettrica. Fino alla missione 5, improntata sui piani di innovazione e rigenerazione urbana.
Tutte ragioni valide per scoprire i nuovi percorsi di “Bravo Innovation Hub”, il programma promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e gestito da Invitalia dedicato alle imprese innovative. Cinque focus tematici distribuiti territorialmente negli Hub di Brindisi, Cagliari e Palermo: una connessione di linee geografiche che descrive il profilo del meridione italiano per valorizzare l’imprenditorialità e velocizzare l’affermarsi sul mercato delle nuove idee. Il progetto è realizzato nell’ambito dell’Asse VI del PON IC 2014-2020-REACT EU ed è giunto alla terza edizione.
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Smart city, un mercato in crescita spinto dal Pnrr
Secondo la stima dell’Osservatorio, nel 2022 il Pnrr ha permesso lo stanziamento di finanziamenti dedicati alle città intelligenti per 17,1 miliardi di euro. Il 39% dei comuni italiani con più di 15mila abitanti ha avviato almeno un progetto di smart city, mentre l’82% dei Comuni ha in programma investimenti sostenuti con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tornando invece a guardare alle singole missioni, è possibile avere un quadro più dettagliato della ripartizione delle risorse dedicate ai comparti inerenti alla smart city.
La missione 1 ha visto concessi 2,9 miliardi di fondi dedicati alla digitalizzazione della Pubblica amministrazione, che include anche interventi per la città intelligente. Il grosso delle risorse che toccano il tema smart city provengono dalla missione 2, i cui obiettivi relativi alla transizione ecologica hanno ricevuto lo scorso anno 10,7 miliardi di euro. Tra le varie operazioni avviate, ci sono il monitoraggio del territorio per la riduzione dei rischi idrogeologici e la creazione di comunità energetiche. Infine, alla missione 5 sono toccati 2,5 miliardi, dedicati ai piani urbani integrati, ossia programmi volti a migliorare le periferie di 14 città metropolitane – tramite la realizzazione di nuovi servizi per la cittadinanza e il miglioramento delle infrastrutture – e un miliardo per la rigenerazione urbana.
La spinta del Pnrr ha contribuito alla crescita del mercato italiano della smart city, che nel 2022 ha avuto un valore di 900 milioni di euro, in aumento del 23% rispetto all’anno precedente. La crescita è guidata dai progetti di illuminazione pubblica, +24%, mobilità intelligente, +21%, nuove soluzioni energetiche, +13%, smart metering – telegestione dei contatori – e smart building, +12%.
Un impegno crescente che non sempre è percepito dai cittadini e dalle amministrazioni. «I risultati indicano che il valore della smart city è percepito solo nel momento in cui si implementano le soluzioni, mentre è più difficile coglierne il potenziale a priori. Spesso si nota una scarsa consapevolezza rispetto alle potenzialità delle tecnologie, con molti comuni convinti di adottare applicazioni smart, mentre sono fermi a un livello superficiale di innovazione», sottolineano Giulio Salvadori e Matteo Risi, dell’Osservatorio Smart City del Politecnico di Milano.
Mobilità connessa e sostenibile, qual è la situazione?
Il Pnrr, evidenzia un altro centro studi dell’università, l’Osservatorio Connected car and mobility della School of Management del Politecnico di Milano, sta favorendo la crescita di progetti relativi alla smart mobility. Basti pensare che lo scorso anno il mercato delle auto connesse e della mobilità intelligente si è attestato su un valore di 2,5 miliardi di euro, in crescita del 16% sul 2021. La voce più importante è quella legata alle soluzioni per l’auto connessa – 1,4 miliardi di euro e un aumento del 10% nel 2022.
Valgono invece 740 milioni i cosiddetti Adas, Advanced driver assistance systems, ossia tutti quei dispositivi, dalla frenata automatica d’emergenza al mantenimento del veiclo in corsia. La rimanente e minore porzione di 340 milioni di euro riguarda le soluzioni per la smart mobility nel contesto urbano. Ne fanno parte i sistemi per la gestione dei parcheggi e il trasporto condiviso.
Anche in questo caso, il contributo del Pnrr è dimostrato dai finanziamenti di 14 miliardi di euro stanziati lo scorso anno nel campo della smart mobility. Tanti i comparti interessati, dal rinnovo delle flotte dei treni e gli autobus verdi e l’adozione di soluzioni di mobilità a idrogeno, fino al rafforzamento della mobilità ciclistica, la già citata mobility-as-a-service e la realizzazione di colonnine per la ricarica elettrica.
A proposito di auto elettriche e strutture per la ricarica, come è messa l’Italia? Nel periodo compreso tra gennaio e marzo 2023, l’associazione Motus-E ha affermato che sono state installate in media circa 340 nuove colonnine a settimana. Al termine del primo trimestre dell’anno, il numero complessivo era di 41.173 punti di ricarica. La mancanza di infrastrutture – unita all’autonomia limitata – e l’elevato costo dei veicoli a batteria ha fatto sì che nel 2022 gli acquisti in Italia si contraessero dello 0,9% rispetto al 2021, contando per il 3,7% del totale delle auto vendute nel corso dell’anno. Nei primi mesi del 2023, tuttavia, la tendenza a un aumento delle vendite delle automobili elettriche sembra coinvolgere anche il nostro Paese.
Smart city e mobilità green al centro di Bravo Innovation Hub Cagliari
Date queste premesse, appare evidente come gli ambiti della smart city e della mobilità sostenibile abbiano grandi potenzialità di crescita e rappresentino una grande opportunità per aziende e startup. Proprio per questo, uno dei cinque programmi di Bravo Innovation Hub, la rete di acceleratori dedicato alle realtà innovative promosso dal ministero delle Imprese e del made in Italy e di Invitalia, è dedicato a questi due settori.
E, non a caso, è stata scelta la Biblioteca metropolitana di Cagliari come sede del percorso di accelerazione. Il capoluogo sardo è infatti da tempo un centro fervente di innovazione. Ottavo ecosistema startup italiano, qui, all’interno del centro di ricerca Crs4, nel 1990 si è sviluppato il web italiano, da Video On Line a Tiscali, fino al secondo giornale al mondo ad andare online, l’Unione Sarda. Qui, da diversi anni è in atto un progetto per portare la città a diventare una vera smart city, con risultati promettenti. Secondo la classifica ICity Rank, lo scorso anno Cagliari era nona nell’indice di trasformazione digitale, a pari merito con Genova.
Il progetto di Invitalia, promosso all’interno del Programma operativo nazionale imprese e competitività della Commissione europea – Asse VI del PON IC 2014-2020-REACT EU -, è alla sua terza edizione e si sviluppa su tre hub, a Brindisi, Palermo e Cagliari. In particolare, il programma Mobilità green e smart cities di Cagliari è rivolto alle startup in grado di offrire servizi per migliorare l’esperienza di cittadini e turisti, anche attraverso l’impiego delle tecnologie Ict e IoT, e possano accelerare lo sviluppo delle aziende delle città italiane.
Altro punto focale al centro del percorso è la mobilità sostenibile e condivisa, capace di contribuire alla decarbonizzazione e di sviluppare nuovi paradigmi di mobilità urbana e periurbana, secondo i principi dell’intermodalità, della mobility-as-a-service e della città di 15 minuti (tutte le informazioni sono disponibili qui).
Chi può partecipare e come candidarsi: tempo fino al 3 luglio
Così come gli altri percorsi di accelerazione di Invitalia, il programma Mobilità green e smart cities, realizzato da Nana Bianca in collaborazione con StartupItalia e Apply Consulting, ha aperto le candidature alle società di piccola dimensione con sede operativa in Italia, iscritte al registro delle imprese da non più di 60 mesi dalla data di presentazione della domanda di partecipazione, in qualsiasi forma giuridica. Le iscrizioni resteranno aperte fino alle ore 16 del 3 luglio.
Seguirà un processo di selezione, che valuterà le soluzioni, le potenzialità e il team, e sceglierà le 10 migliori realtà per ognuno dei cinque programmi di accelerazione. Di queste, sei saranno imprese del Meridione. Le aziende che prenderanno parte ai percorsi di Bravo Innovation Hub avranno a disposizione una serie di opportunità e servizi su misura, che abbiamo riassunto qui sotto.
- Un grant di 20.000 euro
- Una valutazione personalizzata per identificare i punti di forza e le aree di miglioramento del progetto
- 60 ore di mentoring e coaching per lo sviluppo del prodotto e del servizio, con analisi del modello di business e consulenza su nuove tecnologie, tecniche di comunicazione, marketing e raccolta fondi
- Un percorso di formazione di circa 18 giorni, incentrato sulle competenze imprenditoriali e sulle tematiche più rilevanti del settore
- Uno spazio di lavoro all’interno del Bravo Innovation Hub di riferimento – in questo caso Cagliari -, che diventerà anche un luogo per la sperimentazione e i test delle soluzioni tecnologiche proposte
- Un benchmark day per ascoltare e confrontarsi con testimoni nazionali e internazionali, imprenditori, ricercatori, esperti, specializzati nel settore di tuo interesse
- Iniziative di business matching, open innovation e partecipazione a importanti fiere di settore
- Il demo day conclusivo, durante il quale si potrà presentare il progetto e i suoi obiettivi a investitori nazionali e internazionali.