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Nel 2013 sono state 6 le startup fin-tech italiane a ricevere un finanziamento: lo scrivevamo a fine febbraio in occasione dell’annuncio del Grand Prix (qui tutte le informazioni per partecipare). Due, Jusp e MoneyFarm, le abbiamo già raccontate. Prestiamoci.it è la terza. Nell’ottobre del 2013 ha ricevuto un finanziamento da 550mila euro, l’iniezione a cui fa riferimento l’analisi sopracitata, da parte di Digital Magics (che in queste ore ha foraggiato anche DeRev).

 

A spiegare a SmartMoney la natura dell’accordo è il nuovo amministratore delegato Michele Novelli: “Prestiamoci nasce nel 2010 come spin off di Banca Sella. Fino allo scorso anno ha operato con un management diverso. Io ero già parte del board”. La rivoluzione, partendo comunque dal bollino di Banca d’Italia per operare come operatore finanziare e dal muro del milione di euro abbattuto in due anni, è avvenuta negli ultimi 12 mesi, sull’onda della “necessità di un aumento di capitale e soprattutto di un cambio di rotta”.

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Così è entrato in gioco l’incubatore milanese Digital Magics, in cui Novelli stava facendo il suo ingresso proprio in quel periodo. La risposta interessante il nuovo numero uno della startup la dà quando gli chiediamo perché ha scelto proprio il settore del peer-to-peer lending, il prestito fra privati a cavallo della Rete: “Quest’estate ci sarà la quotazione della statunitense Lending Club, realtà in cui Google ha investito 125 milioni di dollari lo scorso maggio. Il modello sta esplodendo in tutto il mondo. Nei paesi anglosassoni ma anche in Francia, Germania o Paesi Baltici”. Il Web garantisce l’erogazione di prestiti a tassi di interesse competitivi. Secondo Novelli, la vera freccia all’arco di Prestiamoci è il fatto che “il mercato nazionale sia sufficiente per creare una grande azienda”. “Se pensiamo a Yoox”, spiega, “non ci si può limitare all’Italia. Mentre noi possiamo contare su un mercato che si aggira intorno ai 20 miliardi di euro all’anno con punte di 40”. Senza ulteriori investimenti si può “puntare allo 0,5% nel giro dei prossimi 5 anni. Con una nuova iniezione di capitale possiamo farcela in 3 o 4 anni”.

La macchina si è rimessa in moto in novembre con una squadra di 7 persone, 3 delle quali ci lavorano a tempo pieno. Per rilanciare la startup Novelli ha puntato su esperti in grado di selezionare richiedenti affidabili: “Il problema in passato è stata la presenza nel portafoglio di prestiti che non rientravano”. Della parte tecnologica si occupa Digital Magics, a ennesima conferma del fatto che le startup fin-tech devono prima di tutto affidarsi a persone con esperienza nel settore finanziario a cui affiancare l’attività di sviluppo e gestione della piattaforma. Per ora l’equity crowdfunding non è fra le priorità di Novelli, mentre per il finanziamento di piccole aziende potrebbe esserci spazio a breve.