Human Rights Watch ha ricostruito l’intera vicenda: l’ennesima ingiustizia che rischia di peggiorare un bilancio già tragico
Mohammed bin Nasser al-Ghamdi, 54 anni ed ex docente, è un cittadino saudita condannato a morte per la sua attività online degli ultimi anni: tra tweet e video su YouTube ha espresso critiche nei confronti del regime di bin Salman. A denunciare i fatti sono la stampa internazionale e le ONG, come Human Rights Watch, che ha ricostruito l’intera vicenda, a cominciare dall’arresto nel 2022. «Quando un tribunale può comminare la pena di morte solo per un tweet pacifico allora significa che la repressione in Arabia Saudita ha raggiunto un nuovo e terrificante stadio – ha dichiarato Joey Shea, ricercatore sull’Arabia Saudita di Human Rights Watch -. Le autorità saudite hanno intensificato la loro campagna contro ogni dissenso a livelli allucinanti». La condanna morte è stata emessa a luglio.
Sotto la guida del principe regnante bin Salman l’Arabia Saudita sta cercando di rifarsi un’immagine a livello internazionale. Se in passato il Paese è cresciuto grazie al petrolio, oggi l’obiettivo di Riad è di diversificare, puntando di più sul soft power, aggredendo nuovi mercati, a cominciare da quello dell’intrattenimento e dello sport. Le campagne acquisti nel calcio – l’ultimo colpo è l’ingaggio di Roberto Mancini, divenuto allenatore della Nazionale saudita – hanno generato non poche polemiche. Quanto simili operazioni di cosiddetto sport-washing finiscono col legittimare un regime dittatoriale?
Le ricostruzioni fatte da Human Rights Watch inquadrano quelli che sono stati i crimini di Mohammed bin Nasser al-Ghamdi, il cui fratello vive in Gran Bretagna ed è un noto critico del regime saudita. Online ha attaccato le più alte cariche del governo saudita. Andando a verificare è emerso che l’uomo controlla due account, uno dei quali con appena due follower. In totale i profili contano un migliaio di seguaci ed erano utilizzati soprattutto per ricondividere post critici nei confronti di Riad.
Al momento Mohammed bin Nasser al-Ghamdi si trova in carcere, dove le sue condizioni di salute (soffrirebbe anche di problemi mentali) sono peggiorate. Le condanne a morte in Arabia Saudita preoccupano da sempre le associazioni per i diritti umani. Il 18 marzo 2022 sono stati uccise 81 persone condannate a morte dal sistema giudiziario (una delle più gravi esecuzioni di massa degli ultimi tempi). Sarebbe interessante capire se Elon Musk, che ha acquisito X (l’ex Twitter) in nome del free speech, avrà modo di esprimersi su una vicenda così delicata che riguarda neanche troppo indirettamente la sua piattaforma.