Il gigante asiatico, galvanizzato dal successo di Chandrayan-3, intende ora svelare i misteri attorno alla nostra stella di riferimento. Intanto i paperoni indiani acquistano porzioni del nostro satellite naturale
Tutti guardavano alla Cina e agli USA, invece la missione indiana Chandrayan-3 ha permesso di realizzare che c’è un nuovo attore pronto a prendersi le scene. E non intende lasciare il palco. Dopo essere allunata, l’India ora punta a nuove conquiste nello Spazio guardando al Sole con il lancio (avvenuto ieri) della sonda Aditya-L1. Il calendario prevede osservazioni sulla stella al centro del nostro sistema per un periodo non inferiore a quattro mesi.
Leggi anche: Il viaggio tra le stelle di quasi cinquant’anni. La storia di Voyager 2, sonda persa nello Spazio e poi ritrovata
L’India nello Spazio, dalla Luna al Sole
“L’Aditya-L1 sarà la prima missione indiana a svelare i misteri del Sole”, ha spiegato l’agenzia spaziale indiana che dopo il successo dell’allunaggio, avvenuto l’indomani dello schianto della sonda russa nel cratere Pontecoulant Gdi situato nell’emisfero Sud del nostro satellite, vuole dimostrare ora al mondo di avere la tecnologia idonea a coprire ben 1,5 milioni di chilometri, cioè circa quattro volte la distanza della Luna. “Inizialmente la navicella spaziale sarà posizionata in un’orbita terrestre bassa poi, successivamente, l’orbita sarà resa più ellittica e quindi la navicella spaziale sarà lanciata verso il punto di Lagrange L1 utilizzando la propulsione di bordo”, ha fatto sapere l’Isro sottolineando che “mentre la navicella spaziale viaggerà verso L1, uscirà dalla sfera di influenza gravitazionale della Terra (SoI). Dopo l’uscita da SoI, inizierà la fase di crociera e successivamente la navicella verrà lanciata in un’ampia orbita attorno a L1. Il tempo di viaggio totale dal lancio a L1 dovrebbe richiedere circa quattro mesi per Aditya-L1”.
Un obiettivo decisamente più realistico di quello di comprare e vendere appezzamenti sul suolo lunare. Come riporta l’Ansa, che cita il quotidiano Hindustan Times, infatti, Om Saga, esponente del Bjp e immobiliarista dell’Uttar Pradesh, ha fatto sapere di avere acquistato 400 ettari vicino al Lago dei sogni, “per donarli a mio figlio”. Anche l’imprenditore Rupesh Masson avrebbe acquistato una porzione di Luna dalla Lunar Society International di New York. Resta però da capire la validità giuridica di tali contratti e se esista davvero qualcuno col titolo per vendere porzioni del nostro satellite. Certo è che se l’era spaziale dell’India parte all’insegna della speculazione immobiliare non si può dire che nasca sotto una buona stella.