Secondo il Ceo David Tolley l’azienda riuscirà comunque a sopravvivere. Ma negli ultimi sei mesi le quotazioni sono scese di oltre il 90%
Non sembra finire il periodo di crisi per WeWork, l’ex unicorno che voleva rivoluzionare la filosofia degli spazi di lavoro guidato da Adam Neumann, a sua volta ex stella del firmamento tech a stelle e strisce. Sono lontani gli anni della valutazione fissata a 40 miliardi di dollari. Come si legge sul Wall Steeet Journal la società ha comunicato che rinegozierà quasi tutti i contratti di locazione per tentare una disperata riduzione dei costi (oltre i 2/3 delle spese operative della società sono desinati a quella voce). In estate l’azienda aveva comunicato in un documento ufficiale alla SEC (l’autorità che vigila sui mercati negli USA) il rischio di finire in bancarotta dopo anni di difficoltà economiche, su cui hanno senz’altro pesato i lockdown durante la pandemia e le successive riorganizzazioni aziendali alla luce dello smart working.
Ma qual è la mappa di WeWork? Quanti sono gli spazi di coworking che gestisce? I numeri più recenti riferiscono di 777 spazi attivi in 39 Paesi (Italia compresa). «Nonostante le importanti azioni che abbiamo intrapreso nel tempo per migliorare la nostra azienda e la nostra impronta immobiliare, i nostri attuali debiti di leasing – che nel secondo trimestre rappresentavano oltre i due terzi delle spese operative totali – rimangono ancora troppo elevati e sono drammaticamente al di sotto delle attuali condizioni di mercato». Questo è quanto ha dichiarato in una lettera pubblica il Ceo ad interim di WeWork David Tolley.
Come legittimo attendersi da un amministratore delegato di una società quotata in Borsa, Tolley ha ribadito che WeWork riuscirà comunque a superare questa crisi potenzialmente letale per l’azienda. Nel frattempo le quotazioni degli ultimi sei mesi sono scese di oltre il 90%. Fa senz’altro effetto notare che l’ex Ceo Adam Neumann sia invece riuscito a voltare pagina rispetto agli anni di crollo della credibilità agli occhi degli investitori di WeWork, che ne avevano chiesto appunto le dimissioni da ad. Oggi Neumann è concentrato su un nuovo progetto real estate, Flow, che ha ottenuto un primo finanziamento da 350 milioni di dollari da parte di Andreessen Horowitz, uno dei VC più noti della Silicon Valley.