Fabrizio Chiara ha fondato Sunspeker, selezionata per l’E-Qube Startup&Idea Challenge 2023. Realizza pellicole riciclabili per nascondere la tecnologia e armonizzarla col paesaggio urbano e la natura
«L’adozione del fotovoltaico cresce di oltre il 23% anno su anno. In base poi alla direttiva europea, sugli edifici nuovi occorrerà per forza ricorrere non soltanto i tetti, ma anche alle facciate». Fabrizio Chiara, Ceo e Founder di Sunspeker, ha presentato a StartupItalia il business della startup early stage, fondata nel 2019 e con sede nel Canavese, vicino a Ivrea, città che di patrimonio su innovazione e tecnologia ne ha. Per raccontare dei film, pellicole riciclabili, da appiccicare sui pannelli solari per armonizzarli nel paesaggio urbano e naturale, è partito non a caso da una elemento normativo europeo imprescindibile. Dal 2028, così impone la direttiva, tutte le nuove costruzioni dovranno essere a emissioni zero. In un Paese come l’Italia, dove i vincoli per installare i pannelli solari nei centri storici hanno frenato la diffusione di questa tecnologia green, l’obiettivo di Sunspeker è appunto favorire la transizione, utilizzando un materiale adesivo in pvc che possa nascondere sotto una pellicola tutti i pannelli necessari per dipendere sempre di meno da fonti fossili.
Sunspeker è una delle startup selezionate per la E-Qube Startup&Idea Challenge 2023, promossa da Estra in collaborazione con Nana Bianca e StartupItalia per individuare idee innovative in ambito digitale e sostenibilità. «Il problema che andiamo a risolvere – ha spiegato Chiara – è intrinseco nei pannelli solari: sono brutti. Ma sono anche necessari per la transizione green». Così la startup ha deciso di brevettare la propria soluzione: si tratta di una pellicola trasparente che va a ricoprire tutti i pannelli con qualsiasi tipo di immagine, che siano tegole, un angolo di vegetazione o una pubblicità. La startup ci ha spiegato che sta dialogando anche con le Sovrintendenze, proprio per risolvere un problema.
L’obiettivo è chiaro, ma sorge una domanda legittima: in termini di efficienza che impatto ha la pellicola sul lavoro del pannello solare? «Manteniamo elevata la trasparenza: i pannelli rimangono efficienti all’80%». In certi contesti, dove finora i vincoli urbanistici hanno impedito l’installazione di pannelli, potrebbe essere un costo accettabile per il cliente. La startup ha adottato la propria soluzione in tre edifici in Italia – tra Sardegna, Veneto e Umbria – e punta con una raccolta di capitali aperta (target fissato a 450mila euro) a digitalizzare il processo per trasformare le immagini da stampare sulle pellicole.
Sunspeker è stata anche accelerata in HabiSmart, uno degli acceleratori di CDP Venture Capital («Ci ha permesso di ottenere a 115mila euro», ci ha detto Chiara). Grazie poi al percorso in E-Cube l’obiettivo è arrivare sul mercato nel giro di un anno. «Svilupperemo il prodotto con questa ambizione». Ma come funziona il processo? Chiara ha fatto l’esempio di una dépandance in Sardegna, dove l’azienda è stata contattata dal progettista. In un’area vincolata dal punto di vista paesaggistico il proprietario voleva installare pannelli solari.
«Così abbiamo utilizzato un drone per riprendere la vegetazione circostante con immagini di alta qualità». Visto dall’alto il pannello solare va inteso come il pezzo mancante di un puzzle e che una volta attaccato va a confondere quella tecnologia con la vegetazione. «Abbiamo preparato i film per singolo pannello e prima di installarli li abbiamo appiccicati. Il materiale si degrada all’incirca in 10 anni e quando viene rimosso va differenziato, diventando così una materia prima seconda».
Dal momento che l’Italia e l’Europa hanno obiettivi ambiziosi dal punto di vista dell’efficientamento energetico, soluzioni come quelle di Sunspeker vanno a proporsi su un mercato che potrebbe potenzialmente crescere. L’altro esempio è quello delle facciate, su cui la startup si attende un’adesione massiccia di pannelli solari. In questo caso a rivestirli sarebbe la pubblicità. «Stiamo lavorando anche a soluzioni su impianti industriali. Stiamo raccogliendo preordini per chiudere l’anno con mille metri quadrati di materiale prodotto».