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Un piccolo stagno abitato da pesci e anfibi, luoghi-rifugio per insetti e uccelli, un orto didattico, siepi e giardino tutt’intorno. Banchi e cattedra non ci sono, ma siamo a scuola, in un’Aula Natura: in questo spazio verde appositamente progettato si possono osservare vari micro-habitat ambientali e le diverse forme di esseri viventi che li popolano, scoprendo le relazioni alla base delle reti ecologiche.

Un’idea di WWF Italia per qualificare a scopo educativo gli spazi esterni, spesso trascurati, degli istituti scolastici. Il progetto si inserisce in un percorso più ampio di riconnessione dei giovani all’ambiente: un’esigenza diventata ancora più pregnante in pandemia, per la mancanza di contatto con la natura a causa del lockdown e delle varie misure restrittive adottate in quest’ultimo anno.

Crescono i disturbi dovuti al “deficit da natura”

“Bambini e ragazzi stanno sempre più spesso a casa, davanti alla tv o ai videogiochi, ma pagano un prezzo molto elevato. La sedentarietà causa sovrappeso e influisce anche sulla mente, aumentando irritabilità, insicurezza, ansia: tutti sintomi del cosiddetto deficit da natura”, spiega Maria Antonietta Quadrelli, Responsabile dell’Ufficio Educazione e Formazione di WWF Italia. “La nostra organizzazione da tempo opera per aumentare la presenza dell’ambiente naturale negli spazi della vita quotidiana, grazie a vari progetti di diversità urbana e outdoor education. Senza questo contatto diretto difficilmente i giovani impareranno a prendersi cura del pianeta in futuro”.

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Foto in alto ©Chiara Pirovano

In un’Aula Natura i bambini possono annusare il profumo dei fiori e delle erbe aromatiche, toccare le cortecce delle piante, ascoltare il fruscio delle foglie, studiare l’azione degli insetti impollinatori, scoprire la ricchezza di vita nel sottosuolo. E ancora possono osservare, sia in diretta che a distanza di tempo, gli uccelli che si avvicinano alle mangiatoie: grazie alle fototrappole, ovvero macchine fotografiche che si attivano quando colgono il movimento di un animale, il loro comportamento viene immortalato e può essere analizzato anche successivamente.

Aule Natura per un apprendimento arricchito e in sicurezza

Le Aule Natura si sono rivelate la soluzione ideale per sfruttare i giardini scolastici quando, durante l’emergenza coronavirus, il Comitato Tecnico-Scientifico ha evidenziato la necessità di trovare spazi nuovi per la didattica, in modo da limitare le ore di lezione in locali chiusi e mantenere il distanziamento tra gli studenti: “In Italia ogni alunno ha a disposizione in media 8,5 mq di verde, mentre le regole per il distanziamento Covid richiedono una superficie di 3,5 mq a persona. Notevoli, però, le differenze tra regioni, con una carenza maggiore al Sud”.

Perché un istituto si possa candidare a ricevere un’Aula Natura WWF sono necessari il parere favorevole del dirigente scolastico e dell’amministrazione comunale, la presenza di uno spazio esterno libero di almeno 80 mq e l’impegno a garantire l’uso e la manutenzione della struttura, una volta consegnata. “Teniamo particolarmente in considerazione le scuole con una consistente percentuale di alunni in situazione di fragilità o svantaggio, così come valutiamo le condizioni ambientali, sanitarie ed economico-sociali del territorio, privilegiando le situazioni di maggior bisogno. La nostra è anche un’azione simbolica: la scuola è un luogo che deve garantire benessere ed equità a tutti”.

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La prima Aula Natura in provincia di Bergamo

La prima Aula Natura d’Italia è stata inaugurata a Scanzorosciate, nella Bergamasca, uno dei territori più colpiti dall’emergenza Covid. Dal quartiere di Torino Mirafiori al Comune di Bagnoli, in provincia di Napoli, sono 17 i progetti finora realizzati o in corso di realizzazione, mentre oltre 40 sono attualmente in programma, per un totale di circa 60 in tre anni. Un’Aula Natura è stata donata anche all’ospedale pediatrico Bambino Gesù a Polidoro, frazione di Fiumicino, come supporto a un’iniziativa di pet therapy: “I bambini imparano ad allevare i bruchi e li accompagnano nel loro percorso di evoluzione in crisalidi e poi in farfalle: una metamorfosi che ha anche una forte valenza metaforica per la loro crescita”.

Aule Natura pensate anche per il territorio

Anche se esiste un modello standard di base, l’Aula Natura può essere declinata in base alle specifiche caratteristiche del territorio: “Nell’area di Firenze e Prato, nota per la produzione di tessuti, abbiamo dedicato spazio alle piante tintorie, mentre in Pianura Padana abbiamo inserito un approfondimento sulla presenza dei lupi”.

Il progetto delle Aule Natura è realizzato grazie alle donazioni dei soci WWF e ai finanziamenti ricevuti da parte di fondazioni, amministrazioni locali, aziende. Attualmente coinvolge la scuola primaria, ma l’obiettivo è arrivare agli istituti superiori. “Vogliamo sensibilizzare le istituzioni scolastiche e le amministrazioni pubbliche perché favoriscano il ritorno della didattica all’aperto, che si può realizzare anche senza grandi interventi di riqualificazione”, conclude Maria Antonietta Quadrelli. “Le aule WWF possono essere anche luoghi in cui sviluppare la sensorialità e liberare la creatività, attraverso scrittura, pittura e altre attività. Siamo il paese di Maria Montessori, ma più in generale, tutta la storia della pedagogia considera la natura una parte integrante del progetto educativo, importante per lo sviluppo del corpo e della mente”.

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