Tech.eu riporta il commento di uno dei dipendenti di Klarna, unicorno svedese e leader di mercato nel segmento buy now pay later. «Parteciperò allo sciopero, ma non posso scriverlo su Slack perché ho paura di quel che potrà succedere». Il 7 novembre è stato indetto uno sciopero a Stoccolma, dove Klarna ha il quartiere generale, ma non è chiaro quanti dei 2mila dipendenti dell’unicorno incroceranno le braccia. La ragione dello sciopero riguarda la mancata adesione della società al Collective Bargaining Agreement, l’accordo collettivo che tutela oltre il 90% dei lavoratori in Svezia, ma che non coinvolge i dipendenti di Big Tech come Klarna e Spotify.
Il Collective Bargaining Agreement è un accordo tra dipendenti e imprese che regola gli orari, le ferie e gli stipendi. Uno dei primi benefici per i lavoratori deriverebbe dall’obbligo di negoziazione con i sindacati in caso di licenziamenti. Su StartupItalia abbiamo raccontato a lungo il fenomeno dei layoff nel corso del 2023: Klarna è stata una delle Big Tech che ha licenziato in Europa (600 dipendenti). Il Ceo Sebastian Siemiatokowski ha invece espresso perplessità sui miglioramenti delle condizioni per i lavoratori che deriverebbero dalla firma di quel documento.
Sappiamo dalla stampa che i contatti tra sindacati e Klarna vanno avanti da mesi senza successo. Il sindacato Unionen ha pubblicato un commento sul proprio sito: «Quasi nove lavoratori su dieci nel mercato del lavoro svedese sono coperti dalla sicurezza e dalla stabilità garantite dai contratti collettivi – si legge -. Ma nel settore tecnologico, molte aziende scelgono di restare fuori dal modello del mercato del lavoro svedese». La risposta da parte di Klarna è stata affidata a un portavoce: «La proposta che ci è stata presentata finora non è adatta a noi, poiché non si adatta né alle banche in generale né al modello operativo di Klarna in particolare».