Nel 2050 il 66% della popolazione mondiale vivrà in città. Ci attendono sfide sociali, demografiche e sostenibili senza precedenti. Come saranno le Smart Cities del domani? Le startup del Bravo Innovation Hub le stanno già progettando.
La Smart City è sempre più al centro dell’attenzione nel nostro Paese: cresce il mercato, proliferano i progetti e i Comuni italiani iniziano a coglierne i benefici. Tuttavia, manca ancora una strategia strutturata per l’integrazione dei diversi verticali legati alla Smart City e la valorizzazione dei dati non è ancora abbinata alle competenze dedicate e alle collaborazioni di valore tra Pubblico e Privato. In questo contesto programmi come Bravo Innovation Hub dedicato alla “Mobilità Green e Smart Cities”, offre alle startup un’opportunità di crescita significativo e alle nostre città la possibilità di trasformarsi sempre più in luoghi intelligenti, ecologici e collaborativi. Bravo Innovation Hub è il programma di accelerazione di Invitalia, realizzato da Nana Bianca, Apply Consulting e StartupItalia, in corso di svolgimento a Cagliari. Dieci startup stanno completando l’accelerazione presso la Biblioteca Metropolitana e la Sala Polifunzionale, all’interno del Parco di Monte Claro.
L’utilizzo delle tecnologie digitali applicate alle Smart City consentirà di migliorare l’efficienza dei servizi tradizionali a beneficio di cittadini e imprese, con l’obiettivo di rendere le città più sostenibili. Vediamo lo scenario internazionale e quello italiano.
Bravo Innovation Hub, Demo Day
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Popolazione mondiale e Smart Cities
Attualmente, il 56% della popolazione mondiale vive nelle città, una percentuale in costante crescita. Si prevede che entro il 2050 la popolazione urbana rappresenterà il 66% della popolazione mondiale. Le proiezioni indicano che la popolazione mondiale potrebbe raggiungere i 9,7 miliardi di individui entro il 2050 nonostante le previsioni di un rallentamento della crescita demografica. Un incremento demografico che porterà a un significativo aumento della popolazione urbana, con un incremento stimato di circa 2,5 miliardi di persone, principalmente in Asia e Africa. In questo contesto le Smart City e l’adozione di tecnologie innovative possono svolgere un ruolo cruciale nel garantire una gestione efficiente delle risorse e migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Quanto consumano le nostre città?
Focalizzarsi sui numeri aiuta a comprendere meglio l’ordine delle priorità e l’importanza di pensare alle città in ottica Smart. Secondo i dati Worldbank 2018, il PCC Special Report on global warming e il Report della Nazioni Unite le città contemporanee producono il 75% dei rifiuti mondiali, l’80% del gas serra mondiale, impegnando il 75% del consumo energetico complessivo. Numeri che motivano gli investimenti e le previsioni per rendere più efficienti e meno inquinanti glia aggregati urbani. Infatti, i dispositivi per le città intelligenti sono passati dai 117 milioni nel 2018, ai 399 milioni entro la fine di quest’anno. La proiezione al 2025 vede superare nel mondo i 500 milioni dispositivi. Secondo il report Smart Cities 2022 di MarketsandMarkets attualmente il valore di beni e servizi ammonta a 577 milioni di dollari, ma si stima di superare i 1.000 miliardi di dollari entro il 2027. La distribuzione della crescita riguarderà principalmente i servizi, seguiti dai trasporti, utilities e costruzioni edili.
In Europa possiamo fare affidamento su finanziamenti pubblici senza precedenti per promuovere lo sviluppo sostenibile delle aree urbane. Basti pensare ai programmi dell’Ue come Horizon 2020 e Horizon Europe. Nel periodo 2014-2020, Horizon 2020 ha stanziato oltre 85 miliardi di euro per sostenere progetti di ricerca e innovazione, compresi quelli dedicati alle Smart City. Il nuovo progetto Europeo, Horizon Europe, che copre il periodo 2021-2027, prevede un budget ancora più consistente di 100 miliardi di euro. Anche in questo caso, una voce importante di spesa è destinata alle Smart City. L’obiettivo del progetto è sostenere la trasformazione sistemica di 100 città europee verso la neutralità climatica entro il 2030.
Tra i principali segmenti del mercato delle Smart Cities, un report di Grand View Research stima che l’infrastruttura intelligente rappresenterà il settore più redditizio, con un valore stimato di oltre 1 trilione di dollari entro il 2025. Allo stesso tempo, una ricerca di MarketsandMarkets indica che il settore della gestione del traffico avrà un valore di circa 400 miliardi di dollari entro il 2025. L’efficienza energetica, la sicurezza pubblica, la gestione dei rifiuti, la sanità digitale e i servizi di e-government contribuiranno a consolidare il mercato delle Smart Cities.
Cagliari, sede di Bravo Innovation Hub – Demo Day, il prossimo 5 dicembre
Il mercato delle Smart Cities in Italia
Per quanto riguarda il nostro Paese, gli investimenti in soluzioni ICT per le Smart City valevano poco più di 800 milioni di euro nel 2022 e si prevede cresceranno fino a raggiungere quasi 1,6 miliardi di euro nel 2027 secondo le stime dell’Osservatorio Smart Cities del Politecnico di Milano. Oltre 100 miliardi di euro stanno arrivando grazie ai programmi europei, a cui si aggiungono 2,5 miliardi per le città metropolitane del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienze (PNRR).
Il 2022 è stato un anno positivo caratterizzato da una crescita molto marcata, + 23%, rispetto al 2021. Crescita dovuta anche all’assegnazione dei primi fondi legati al PNRR. A pesare di più sono applicazioni ormai consolidate, come l’illuminazione pubblica (24%), la Smart Mobility (21%), lo Smart Metering (i sistemi che consentono la telelettura e telegestione dei contatori di luce, gas, acqua) insieme allo Smart building (12%). Crescono, proprio grazie ai fondi del PNRR, anche soluzioni legate all’energia (13%), come Smart Grid e comunità energetiche rinnovabili.
Il 39% dei Comuni al di sopra dei 15.000 abitanti ha avviato almeno un progetto di Smart City nel 2022. Il 21% se si considera tutti i comuni italiani. E quasi tutte le amministrazioni che hanno avviato progetti negli ultimi anni (l’89%), vuole continuare a investire in nuove iniziative per le città intelligenti. Progetti destinati ad aumentare in futuro: il 41% dei Comuni afferma infatti di voler investire in iniziative di Smart City nel prossimo triennio. L’anno scorso era il 33%.
In particolare, i Comuni si concentreranno sullo sviluppo di progetti di Smart Mobility, Smart Building, e analisi dei dati legati al turismo, alla mobilità e agli eventi in città, tutti ambiti dotati di grande potenziale per lo sviluppo di soluzioni connesse e integrate. In netto contrasto è la posizione dei Comuni che non hanno ancora avviato progetti. Tra questi, solo il 28% si dichiara interessata ad implementarli nei prossimi anni.
Le città italiane affrontano il concetto di Smart City tipicamente attraverso due approcci distinti. L’approccio verticale, che è il più diffuso, si concentra su uno o più aspetti specifici legati alla dimensione urbana come la mobilità, l’energia e i trasporti. D’altra parte, l’approccio sistemico considera la città nel suo complesso, come un sistema sociotecnico in grado di sostenere e promuovere l’innovazione. Dunque, specialmente per questo secondo approccio è importante capire la struttura delle città di un Paese per fare un particolare focus su di esso.
In Italia, nel 2021, circa il 75,5% della popolazione, pari a 44,5 milioni di persone, viveva in aree urbane. Questo numero è previsto aumentare a 45,3 milioni nel 2050. Il nostro Paese presenta un tessuto urbano particolare, caratterizzato da diverse città con più di 200.000 abitanti (14 in totale) e ulteriori 30 città con più di 100.000 abitanti. Inoltre, l’Italia conta numerose città di medie dimensioni e l’85% dei comuni ha meno di 10.000 abitanti. Le 14 città metropolitane rappresentano oltre il 36% dell’intera popolazione italiana e coprono il 15,4% del territorio nazionale. Inoltre, includono il 15,9% dei Comuni italiani.
Lo sviluppo dei progetti Smart City in Italia è dunque fortemente influenzato da questa situazione peculiare caratterizzata da notevoli disparità tra diverse aree del Paese. Possiamo semplificare questo aspetto schematicamente in tre categorie:
● Le grandi città come Roma, Napoli, Genova, Torino, Bari, Milano e Firenze, grazie alla spinta dei bandi italiani ed europei, hanno avviato processi strutturati verso la realizzazione delle Smart City. Queste città adottano un approccio olistico che integra progetti e interventi in modo coerente. Inoltre, si basano su meccanismi di governance multilivello che coinvolgono attori pubblici, settore privato, istituti bancari, enti di ricerca e istituzioni culturali;
● I Comuni, soprattutto quelli di dimensioni medie, hanno sperimentato e implementato interventi di qualità su settori specifici come la mobilità sostenibile, l’e-government, l’efficienza energetica, la valorizzazione del patrimonio culturale e la gestione integrata dei dati. Ora stanno iniziando a lavorare verso l’integrazione di tali settori con altre aree dell’intervento urbano;
● Alcuni contesti urbani e aree più vaste, a causa di divisioni territoriali, dimensionali e infrastrutturali significative, sono ancora indietro nell’adozione di modelli di pianificazione e interventi basati sull’integrazione delle reti, dei servizi e degli attori territoriali.
Smart Cities e PNRR: la svolta possibile?
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta una grande opportunità per sviluppare progetti Smart nelle città e nel territorio italiano. Secondo la stima dall’Osservatorio, i finanziamenti dedicati alle città intelligenti superano i 17 miliardi di euro; l’82% dei Comuni ha in programma investimenti finanziati con fondi del PNRR, puntando su digitalizzazione, sostenibilità e inclusione.
Di questi 17 miliardi, 2,9 miliardi rientrano nella Missione 1, relativa alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, al cui interno trovano posto diversi interventi che abilitano la Smart City. A livello di finanziamenti, gran parte del potenziale “smart” del PNRR deriva dalla Missione 2, relativa alla rivoluzione verde e transizione ecologica, in cui 10,7 miliardi di euro sono allocati a soluzioni finalizzate ad aumentare l’efficienza energetica e la sostenibilità in chiave Smart Land. Tra queste, spiccano interventi per il monitoraggio integrato del territorio, per la riduzione dei rischi idrogeologici e per la creazione di comunità energetiche, specialmente nei centri urbani con meno di 5.000 abitanti. La Missione 5 prevede finanziamenti ad hoc per le città: 2,5 miliardi di euro sono infatti destinati ai Piani Urbani Integrati. Un intervento che mira a migliorare le periferie di 14 Città Metropolitane, creando nuovi servizi per i cittadini e digitalizzando le infrastrutture per trasformare le aree più vulnerabili in realtà intelligenti e sostenibili. Infine, 1 miliardo di euro sarà destinato a progetti di rigenerazione urbana.
Cresce la consapevolezza del grande pubblico
Senza partecipazione non vi è soluzione, ma la partecipazione dipende dalla diffusione della consapevolezza da parte di ampie fasce di pubblico. In tal senso le rilevazioni sono incoraggianti. Secondo l’indagine svolta da BVA Doxa, il 65% degli intervistati ha sentito parlare di Smart City, associa il concetto di “città innovativa”.
Il 64% del campione reputa lontana la concreta realizzazione di una città interamente Smart. Solo l’11% esprime un parere pienamente positivo, mentre il 47% crede che la città in cui vive abbia adottato alcune tecnologie digitali, ma che si potrebbe fare di più. Il 35% non ritiene adeguata l’offerta digitale in città. Stringendo il focus su problematiche sulle quale le tecnologie potrebbero provocare impatti molto positivi, le persone intervistate lamentano difficoltà nel trovare parcheggio (54%), pessime condizioni del manto stradale (53%), criminalità e vandalismo (39%), eccessivo livello di traffico e trasporto pubblico carente (entrambi al 37%).
L’impatto del COVID sull’idea di città
Dopo la pandemia da COVID-19, la concezione della città è cambiata. L’aumento della digitalizzazione, anche se forzato, la ridefinizione del lavoro che ha portato all’ampio utilizzo dello Smart Working e una maggiore attenzione all’ambiente e all’economia circolare hanno contribuito all’aumento dell’interesse per le Smart City. Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano nel periodo 2020-2021 sui Comuni italiani, è emerso che la Smart City è considerata di grande o fondamentale importanza dal 42% degli amministratori dei centri con meno di 15.000 abitanti. Inoltre, nel 31% di questi Comuni è presente una figura dedicata alla Smart City. Per le città con più di 15.000 abitanti, l’80% degli intervistati ritiene che la Smart City sia un tema fondamentale o molto rilevante, e nel 72% dei Comuni di questa categoria è presente una figura dedicata.
Investimenti in startup in Italia e nel mondo
Allarghiamo il focus a livello globale parlando di startup, analizzando quelle che cambiano il volto delle città, andando a drenare la maggior parte degli investimenti nel mondo. Prendiamo come riferimento le evidenze dello studio dell’Osservatorio Internet of Things e dell’Osservatorio Startup Intelligence del Politecnico di Milano: durante la ricerca sono state prese in considerazione 307 startup a livello globale che operano nell’ambito delle Smart City. Di queste, 212 hanno ricevuto finanziamenti da investitori istituzionali (69%) nei tre anni precedenti, raggiungendo complessivamente un totale di 8,5 miliardi di dollari, con una media di circa 39,9 milioni di dollari per singola startup.
Da un punto di vista finanziario, gli Stati Uniti dominano la scena, raccogliendo un totale di 3.749 milioni di dollari (44% del totale dei finanziamenti globali), con una media di 49 milioni di dollari per ogni startup. Al contrario, l’Italia si trova ancora in ritardo, mostrando difficoltà nella raccolta di finanziamenti, con un totale di 37 milioni di dollari e una media di 3 milioni di dollari per startup.
Questi dati evidenziano un divario significativo tra gli Stati Uniti e l’Italia nel contesto degli investimenti nelle startup legate alle Smart City. Mentre negli Stati Uniti le startup hanno beneficiato di un sostegno finanziario considerevole, l’Italia si trova ad affrontare sfide nell’attrarre investimenti e supporto finanziario per lo sviluppo di soluzioni innovative.
Nel panorama delle offerte delle startup, si osserva un’attenzione particolare verso la componente software. Le startup tendono a puntare maggiormente su soluzioni software da offrire singolarmente (16% del totale), in combinazione con servizi aggiuntivi (17%), o come pacchetto integrato insieme ai dispositivi hardware (24%, occupando il primo posto in graduatoria). Quest’ultima tipologia di offerta assume ancora maggiore rilevanza nel settore degli Smart Building, dove il 40% delle startup propone una soluzione completa hardware + software. È anche significativa la percentuale di startup che offrono simultaneamente tutte e tre le componenti (hardware+software+servizio), che rappresenta il 14% del totale.
I prodotti e servizi offerti dalle startup sono stati classificati ulteriormente in base alle principali funzionalità di riferimento con un’analisi dettagliata su due macro categorie: Smart Building e Smart Mobility.
Nel settore degli Smart Building, la gestione degli scenari risulta essere la funzionalità più diffusa, rappresentando il 25% del totale. Seguono il monitoraggio dei consumi energetici (23%) e la sicurezza (16%). Nonostante si collochi al terzo posto in termini di diffusione, la sicurezza è la funzionalità che ha raccolto il valore totale di finanziamenti più elevato, con 739 milioni di dollari raccolti negli ultimi 3 anni. Riguardo ai finanziamenti medi, invece, le startup che si occupano di illuminazione ricevono i finanziamenti più consistenti, con una media di 83,2 milioni di dollari per startup, un valore significativamente superiore rispetto ai 38,9 milioni di dollari delle startup operanti nel settore della sicurezza, che si posizionano al secondo posto in termini di finanziamenti medi.
Questi dati evidenziano l’importanza strategica del software nelle soluzioni proposte dalle startup, sottolineando la crescente centralità della gestione degli scenari e del monitoraggio dei consumi energetici negli edifici intelligenti.
Nel contesto delle Smart City, il tema della mobilità rappresenta uno degli ambiti più rilevanti, trovando applicazione principalmente nelle aree del trasporto privato, gestione del traffico, gestione dei parcheggi e trasporto pubblico, che complessivamente rappresentano il 52% del campione analizzato. È interessante notare una correlazione tra la diffusione di queste applicazioni e i finanziamenti ricevuti dalle startup operanti nel settore della mobilità. Il trasporto pubblico e privato, infatti, sono gli ambiti di applicazione che hanno ottenuto il valore più elevato di finanziamenti totali, con 2,7 miliardi e 2,6 miliardi di dollari raccolti negli ultimi tre anni. Tale tendenza si riflette anche nei finanziamenti medi, con le due tipologie di trasporto che dominano la classifica delle funzionalità più finanziate, con un elevatissimo gap rispetto alle altre categorie.