Dopo il pivot sul metaverso, il gruppo di Menlo Park non vuole lasciarsi scappare il trend dell’AI. Secondo il Ceo occhiali gli smart saranno i device perfetti
«Sto portando i due sforzi di Meta sull’intelligenza artificiale più vicini fra loro per supportare il nostro obiettivo a lungo termine di produrre una artificial general intelligence (AGI, ndr), renderla open source e disponibile per chiunque nella vita di tutti i giorni». Il Ceo di Meta, Mark Zuckerberg, ha pubblicato un Reel su Instagram nel quale annuncia alcune novità sui piani della Big Tech di Menlo Park, come unire i due team di ricerca attivi sulla tecnologia del momento. Quando si parla di AGI si immagina, in sintesi, un’AI in grado di apprendere e applicare conoscenze in maniera analoga a quel che fa la menta umana. Dopo un 2023 a discutere di intelligenza artificiale generativa, grazie al successo trainante di ChatGPT di OpenAI (e Microsoft), anche le altre multinazionali del settore hanno voluto svelare cosa bolliva nei propri laboratori di ricerca e sviluppo. Google ha svelato Bard e Gemini, per esempio. Dopo gli anni passati a investire miliardi di dollari sul metaverso – tecnologia su cui l’hype generale è decisamente scesa – Zuckerberg ha fornito un quadro generale di cosa sta succedendo all’interno di Meta.
Artificial general intelligence: altro pivot?
Il gruppo di ricerca FAIR, acronimo per Fundamental AI Research, si andrà così a unire alla unit che lavora sull’intelligenza artificiale generativa di Meta per traguardare gli obiettivi sulla artificial general intelligence. Come sottolinea The Verge, Meta è ancora configurata come una metaverse company ed è al tempo stesso la più grande azienda al mondo nel campo dei social network. Come questo potrà coniugarsi con l’AGI? Siamo di fronte a un altro momento pivot come quando Zuckerberg decise di cambiare il nome della società da Facebook a Meta? Secondo il Ceo no, anche perché l’intelligenza artificiale è qui per restare e toccherà farci i conti. Per sorreggere questa infrastruttura Meta possiederà a breve più di 340mila GPU H100 di Nvidia e nel frattempo continua lo sviluppo di Llama 3, l’ultima generazione del suo modello di AI generativa.
Nello stesso Reel Mark Zuckerberg ha fatto cenno anche al fatto che l’AI non sarà soltanto software, ma anche device. Oltre dieci anni fa l’ex gruppo Meta ha acquisito la società Oculus e oggi i suoi visori Quest fanno parte dell’offerta di realtà virtuale di Menlo Park per intrattenimento e videogiochi. Ma c’è dell’altro: secondo il Ceo il modo in cui utilizzeremo l’AI in futuro sarà soprattutto attraverso le lenti e gli occhiali. Grazie alla computer vision e all’interfaccia vocale si dovrebbe sviluppare un’assistenza sempre più affidabile da parte dell’AI. RayBan Meta è la linea di occhiali che l’imprenditore ha citato come primo esempio di come dovranno essere questi dispositivi.