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Bitcoin ha passato più di un brutto momento quest’anno, ma l’interesse nei suoi confronti non accenna a spegnersi (e il valore è tornato a salire). Lo confermano due notizie provenienti dall’America.

Anzi, per essere più precisi, da due centri dell’innovazione a stelle e strisce. Prima novità, da New York: Bloomberg, marchio d’informazione finanziaria tra i più famosi al mondo, ha annunciato che inizierà ad occuparsi di Bitcoin. Darà conto di cosa succede sugli exchange Coinbase e Kraken, oltre a monitorare oltre 100mila fonti, social media compresi, per avere un quadro esatto delle notizie sulla criptovaluta. Perché tutto ciò? Tre motivi: la trasparenza (“crediamo che anche il mercato delle valute digitali possa beneficiare da un maggiore trasparenza”), l’interesse dei clienti (in costante aumento) e infine l’innovazione, rappresentata dall’incrocio tra finanza e tecnologia – una combinazione familiare per l’azienda fondata dall’ex sindaco della Grande Mela.

Per la seconda novità bisogna guardare un po’ più a nord: a Cambridge, la cittadina attaccata a Boston dove ha sede il Massachussets Institute of Technology (per tutti Mit). Ognuno dei 4529 studenti ha ricevuto l’equivalente di 100 dollari in Bitcoin, per vedere come sarà usata la criptovaluta in un ambiente in cui tutti ne dispongono. In pratica, il campus potrebbe diventare un sistema economico basato su Bitcoin. Concepito da due studenti, Jeremy Rubin e Dan Elitzer, The Bitcoin Project è stato finanziato per oltre mezzo milione di dollari da una ventina di alumni (gli ex studenti) del campus. Il progetto non comprende solo la donazione in Bitcoin ma anche le infrastrutture relative e l’attività informativa. Nessuno sa quali risultati emergeranno. Di sicuro, i negozi della zona saranno stimolati ad accettare pagamenti con la moneta elettronica: azioni che avvengono senza più intermediari, ovvero senza passare attraverso un’autorità bancaria centrale, ricorda Elitzer. Le prossime evoluzioni, secondo il suo compagno Rubin, potrebbero arrivare persino a un mercato azionario decentralizzato. E forse non è un caso che metà del finanziamento per il progetto venga dall’alumno Alex Morcos, fondatore di un’agenzia di high frequency trading, le discusse transazioni finanziarie elettroniche capaci di spostare capitale in una frazione di secondo.