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Le ragazze con la passione per le materie scientifiche sono – forse – ancora una rarità, complice uno stereotipo di genere che considera i ragazzi più ‘adatti’ alle scienze. Per fortuna non sempre è così. Ci sono giovani che perseguono con determinazione il sogno di diventare scienziate, e i cambiamenti climatici sono talvolta il motivo che spinge a intraprendere questa strada. Come nel caso di Linda Paolinelli, 18 anni, originaria di Ostra in provincia di Ancona, che si è concentrata su come produrre energia elettrica in modo sostenibile.

Il premio Eucys

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Insieme a un altro centinaio di giovani europei ha partecipato al concorso europeo per i giovani scienziati Eucys. “Abbiamo avuto quattro interviste telefoniche, a causa della pandemia non siamo potuti partire alla volta di Salamanca (dove si tiene il contest, ndr)” racconta a StartupItalia. Il progetto è stato mostrato quindi in video: nel caso di Linda si tratta di una “pila elettrica, in grado di produrre energia elettrica grazie alle acque in entrata e in uscita dei depuratori”. Non a caso il prototipo si intitola “Laying waste to energy problems, l’avanguardia dell’autosufficienza energetica”. Ed a Eucys ha ricevuto – insieme ai compagni Leonardo Cerioni e Matteo Santoni che insieme a lei hanno elaborato il progetto – il premio dell’azienda spagnola Iberdrola per il risparmio energetico del valore di 3mila euro.

Il modello per un futuro sostenibile: energia elettrica dall’acqua

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In tempi di cambiamenti climatici e corse per un futuro più sostenibile, un modo per non sprecare acqua e ricavarne energia elettrica. “Gli esperimenti hanno messo in evidenza che è possibile sfruttare i diversi stati di ossidazione delle specie chimiche presenti nelle acque reflue e le diverse condizioni di ossigenazione di quest’ultime” si legge nel progetto. Un processo che avviene “prima e dopo il trattamento di depurazione per costruire una cella galvanica e produrre corrente elettrica”.

La passione per le tecnologie ambientali

A partecipare all’esperimento della pila elettrica anche due compagni di classe, Leonardo Cerioni e Matteo Santoni, tutti nella stesso istituto di Jesi, l’Itis Galieli, indirizzo tecnologie ambientali. La scuola è però ormai un capitolo chiuso, “ci siamo diplomati l’anno scorso, tutti con 110 e lode”. Ma è grazie ai loro professori se il modello ideato ha raggiunto l’Europa. Da anni la scuola invita gli studenti a candidarsi al concorso I giovani e le scienze di Milano. “Abbiamo iniziato a lavorare al progetto in quarto superiore” ripercorre Linda.

Gli esperimenti in laboratorio

“Poi con la pandemia in atto non abbiamo potuto frequentare la scuola, così è stato tutto rinviato all’estate 2020”. Così sono iniziati gli appuntamenti in laboratorio, “anche due volte a settimana”. Non potendo “raggiungere fisicamente il depuratore abbiamo creato tutto in prototipi”. L’idea è stata quindi selezionata e candidata tramite la scuola a Eucys. “Vedremo come andrà, i progetti sono tantissimi, quelli italiani in totale sono tre, di cui due dal Veneto e dall’Emilia” specifica Linda. In palio ci sono premi in denaro, il più alto da 7mila euro, e viaggi studio in centri di ricerca.

Il sogno di un lavoro nella ricerca

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La ricerca è ciò a cui Linda ambisce. “Dal 4 ottobre mi trasferirò a Padova, andrò a vivere da sola per studiare Chimica e tecnologie farmaceutiche, lì c’è una facoltà molto buona”. E se il primo amore è sempre stato quello per l’ambiente, “non escludo in futuro di dedicarmi al settore sanitario” racconta. Proprio con la pratica in laboratorio “ho scoperto come funziona la ricerca, il fatto che ci siano dei limiti di tempo per scoprire qualcosa”.

“I tragitti verso scuola mi hanno reso determinata”

E pensare che avrebbe dovuto frequentare il liceo scientifico, “così mi avevano consigliato i professori”. Ma poi ha prevalso l’attrazione verso la natura “essendo cresciuta in un paesino in mezzo alla campagna, di soli 6mila abitanti”. Senza che nessuna della famiglia la influenzasse, figlia unica con un papà impiegato e una mamma commessa. Crescere lontana da tutto ha fatto però crescere in lei la determinazione. “Ogni giorno impiegavo un’ora di autobus per andare a scuola, e poi tornare”. Così ha maturato il desiderio di “non voler perdere più tempo, e dedicarmi a ciò che volessi veramente”.