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Il 2014 è l’anno del fin-tech. A dirlo sono i successi delle tante startup che hanno scommesso su questo settore e soprattutto i 3 miliardi di dollari che sono stati investiti a livello globale nella financial technology. Come mostrano i dati di una recente ricerca di Accenture, in appena cinque anni gli investimenti nel fin-tech sono addirittura triplicati.

A crescere non è solo la Silicon Valley ma anche l’Europa e in particolare il Regno Unito. A beneficiare del boom sono stati soprattutto i progetti che riguardano il futuro dei pagamenti, oltre un terzo degli investimenti, infatti, ha riguardato proprio questo ambito. Anche in Italia c’è fermento. Il prossimo 30 giugno scatterà l’obbligo per i professionisti con partita Iva di dotarsi di un dispositivo per accettare pagamenti elettronici. Proprio per questo molti istituiti di credito e startup innovative, che si pongono come alternativa alle banche, stanno cominciando a guardare al mondo del mobile Pos. Inserendosi in questo contesto Che Banca! promuove un’iniziativa che premia e sostiene i progetti più innovativi nell’ambito fin-tech. C’è tempo fino al 21 maggio per registrare il proprio progetto (qui tutte le informazioni). I progetti sarranno valutati da un comitato costituito da docenti universitari esperti del settore, executive e venture capitalist. I migliori 10 parteciperanno al CheBanca! GrandPrix Fin- Startup Program, e potranno aggiudicarsi 25mila euro per realizzare il proprio progetto e un anno all’interno di PoliHub, l’incubatore per giovani imprese del Politecnico di Milano.

Questo è solo uno dei tanti motivi per cui conviene concentrarsi sul fin-tech. Noi ne abbiamo trovati 10: i dieci buoni motivi per tentare la via finanziaria con un occhio di riguardo per la tecnologia se sei uno startupper o aspirante tale.  

SQUARE La startup fondata da Jack Dorsey, il creatore di Twitter, Square ha raccolto 200 milioni di dollari in un solo anno ed è una della soluzioni innovative di mobile payment più note, soprattutto Oltreoceano. Lo scorso anno circa 20 miliardi di dollari sono passati per i lettori mobili di Square che consentono di accettare carte con l’ausilio di uno smartphone, e il fatturato è stato di 550 milioni. Fra le grandi realtà interessate alla startup ci sarebbe anche Google

JUSP Non solo Stati Uniti, l’esempio di Jusp dimostra come anche l’Italia sia reattiva agli stimoli. Soprattutto in vista dell’obbligo che entrerà in vigore il prossimo 30 giugno. Fondata dai 27enni Jacopo Vanetti e Giuseppe Saponaro, Jusp è partita a fine 2011 con un obiettivo ambizioso: fare in Europa quello che Jack Dorsey stava facendo negli Stati Uniti con Square. A ennesima dimostrazione della vitalità del settore, è arrivato finanziamento da 6 milioni di dollari e l’apertura delle porte dell’incubatore del Politecnico di Milano Polihub.

PAYPAL Se Square ha stupito, PayPal si è già confermata da tempo punto di riferimento per il futuro dei pagamenti. Acquistata da eBay nel 2002, la società è stata in grado di anticipare le mosse altrui in un campo che si sta facendo sempre più affollato. La morale della (sua) favola è che bisogna muoversi per tempo. Oggi Paypal si pone oggi l’obiettivo di portare velocità e semplicità non solo nello shopping via Internet, ma anche in quello tradizionale. Il gruppo ha da poco presentato il nuovo logo e sta facendo esperimenti per permetterci di effettuare transazioni con le tecnologie indossabili, bypassando quindi anche lo smartphone, e la tecnologia Beacon. Come ha affermato David Marcus, presidente di PayPal: “La nuova identità va ben oltre il semplice rifacimento del logo che è stato ripensato in linea con la nostra prima campagna brand a livello globale. Stiamo creando una nuova aspettativa per tutti i nostri clienti, sviluppatori e merchant, ridefinendo il futuro del denaro e mettendo le persone al primo posto. Dopo tutto, non sono i soldi che fanno girare il mondo, le persone sì”. Una dichiarazione d’intenti che nel nostro Paese, come SmartMoney aveva anticipato, passerà anche per una campagna pubblicitaria televisiva, su carta stampata e online durante l’estate e l’autunno del 2014.

RISPARMIO SUPER Altro successo, invece, tutto italiano che dimostra le potenzialità dell’e-commerce nel nostro paese. Sempre più persone controllano le offerte prima di andare al supermercato e Risparmio Super, la prima startup italiana di comparazione prezzi, aiuta gli utenti a orientarsi tra le tante offerte dei centri commerciali. Non solo. Barbara Labate, Ceo della startup, ha siglato da poco un accordo con Carrefour per un servizio di e-commerce completamente innovativo.  Grazie alla piattaforma si potrà ordinare in Rete prodotti da ritirare poco tempo dopo, non più di un’ora, nel negozio.

MONEYFARM Un altro settore su cui puntare è quello della gestione degli investimenti a costo ridotto, lo dimostra MoneyFarm. Nata nel 2011 da un’idea di Giovanni Daprà, Paolo Galvani e Andrea Scarso, permette sull’omonimo portale di pianificare e gestire i propri investimenti senza doversi fare carico di una consulenza costosa. Grazie a questo servizio è possibile risparmiare fino al 50% rispetto a un intermediario tradizionale.

CHECKBONUS C’è poi chi, come l’italiana CheckBonus, sta addirittura già guardando oltre l’Nfc. Gli ideatori hanno sfruttato la tecnologia Beacon per permettere ai dispositivi in un raggio d’azione di 10 metri di scambiarsi informazioni basandosi sul Bluetooth 4.0.

DIAMAN TECH: Sempre nei nostri confini, un termine da cui non si può prescindere è equity crowdfunding. La prima startup a chiudere con successo una campagna è stata DiamanTech.  Grazie alla raccolta di vendita di quote e raccolta del capitale in rete la spin-off del gruppo Diaman Holding in solo tre mesi è riuscita a rastrellare 157.780 euro, il 107,3% di quanto richiesto. La cifra è stata raggiunta con il contributo di 75 investitori privati e 3 istituzionali. Il modello funziona.

KICKSTARTER Se si parla di successi da crowdfunding, non necessariamente equity, non si può non citare la realtà che ha da poco compiuto 5 anni ha sfondato la soglia psicologica dell’one billion, cioè del primo miliardo di offerte fatte sul sito dalla sua fondazione, nell’aprile 2009, ad oggi. Cifre come queste non possono più essere ignorate. 

SIMPLE La storia più interessante per chi sta coccolando un’idea nel settore fin-tech è però quella di Simple,/startup/16751-perche-le-banche-hanno-bisogno-delle-startup-fin-tech/, il secondo gruppo bancario spagnolo per 117 mlilioni di dollari.

WEB COMPANY Oltre agli attori canonici del settore manifestazioni di interesse arrivano anche dai colossi della Rete. Google ha sviluppato Google Wallet, un’applicazione che, come suggerisce il nome, trasforma il telefono cellulare in un portafoglio. Facebook sta pensando di trasformarsi (anche) in una piattaforma per le transazioni e Amazon sta preparando il suo sistema di pagamento. Anche Visa e Mastercard stanno partecipando alla rivoluzione con, rispettivamente, il portafoglio digitale V.me e con MasterPass.