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Raggiungere il maggior livello possibile di autonomia, nella vita privata come al lavoro, è uno degli obiettivi principali che i ragazzi con sindrome di Down devono affrontare. Un percorso che comincia da bambini e arriva fino all’età adulta, passo dopo passo. Al loro fianco ci sono le famiglie e la scuola, ma anche realtà specifiche come l’Associazione Italiana Persone Down (AIPD). Proprio per incoraggiare l’indipendenza di chi ha questa difficoltà intellettiva, la sezione di Bergamo ha lanciato in queste settimane un crowdfunding per la realizzazione di un’app, che ha l’obiettivo di semplificcare il rapporto con il territorio, favorendo in particolare l’aspetto della socialità.

Come funziona “App and Out”

La nuova applicazione si chiama “App and Out”. Un nome che riassume bene la mission: utilizzare la tecnologia per organizzare le uscite con i compagni, dalla pizza al cinema, dalla partita a bowling all’aperitivo. Grazie allo smartphone le prenotazioni dei locali e gli spostamenti con i mezzi pubblici saranno più semplici, mentre le famiglie, a loro volta connesse, potranno essere sempre informate. L’app favorirà l’interazione tra i ragazzi ed aiuterà anche la mediazione tra la comunità locale e le persone con sindrome di Down, che potranno rendersi più comprensibili nel chiedere informazioni o aiuto, mostrando la nuova app.

Un’app per organizzare e godersi il tempo libero

“L’organizzazione della vita sociale è uno degli obiettivi finali del percorso di crescita che facciamo con i ragazzi, dai 4 ai 30 anni. Dai vent’anni in su, quando hanno già raggiunto un buon livello di autonomia, anche per loro è il momento di imparare a godersi il tempo libero, individuando attività da vivere insieme”, spiega Gabriella Ciullo, Responsabile operativo dell’AIPD di Bergamo.

“Il Buon Tempo è il nome che abbiamo dato a questo progetto, che ha lo scopo di far sviluppare le potenzialità di ognuno ed accrescere l’empowerment in un mondo adulto fatto di relazioni. Come tutti, si impara a rapportarsi con gli altri e a coltivare un tempo di qualità”.

app persone down

Arriva un’app che facilita la vita alle persone con sindrome di Down

Divisi in gruppi di 7-8 (in totale sono circa 50), i ragazzi si incontrano una volta al mese per programmare delle uscite settimanali. A seguirli c’è un team di educatori, psicologi e pedagogisti, che nel tempo si faranno sempre più da parte per lasciare autonomia e libertà alla squadra. “Il giorno dell’uscita – prosegue Ciullo – ci si incontra nel punto di ritrovo all’orario prestabilito e ci si avvia verso il luogo scelto per l’attività. I ragazzi si muovono autonomamente, anche se un educatore li segue sempre a distanza ed è pronto a intervenire in caso di bisogno”.

Certo, la pandemia ha complicato le cose: “Ci sono stati piccoli cambiamenti nella vita reale, a cui la maggior parte di noi non fa caso, che invece sono molto importanti per le persone con disabilità. Per esempio, dover salire sul pullman dalla porta al centro, e non da quella davanti, significa non poter chiedere informazioni sul tragitto all’autista, un’eventualità che era molto rassicurante per i ragazzi”.

Come nasce l’idea della app per persone con sindrome di Down

Da anni il team educativo dell’AIPD di Bergamo lavora per organizzare al meglio l’attività del ‘Buon tempo’. In particolare, è stato individuato uno strumento comprensibile, funzionale e facilmente riutilizzabile nella vita privata dei ragazzi: è il cosiddetto “foglio uscita”, dove si possono fissare le informazioni utili per svolgere l’incontro tra amici, dal luogo e orario di ritrovo ai vari step del tragitto, da eventuali numeri da chiamare per info o emergenze all’impostazione della sveglia per il ritorno.

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Ed è da qui che è nata l’idea di “App and Out”. “Lo strumento cartaceo ha rivelato alcune criticità: si può perdere con facilità, rovinare o bagnare con la pioggia. Per alcuni è faticoso da leggere e ci si può confondere nel recuperare le informazioni che servono. Inoltre è piuttosto invasivo, perché avere in mano un foglio da consultare significa attirare di più gli sguardi altrui, facendo emergere una differenza”.

Ecco allora il soccorso della tecnologia: “Molte persone con sindrome di Down sono più abili nell’uso dello smartphone che nella lettura e scrittura. Abbiamo così pensato di digitalizzare il foglio uscita, creando una web app che possa renderlo fruibile in modo veloce e immediato, permettendo di definire con più praticità il calendario”. L’applicazione sarà gradualmente collegata a varie realtà del territorio, in modo che possa comunicare in tempo reale informazioni sui mezzi di trasporto, ad esempio un cambio di orario o una variazione nel percorso, oppure possa rendere più agevole la prenotazione di un tavolo al ristorante o di un posto al cinema, evitando difficoltà ed incomprensioni.

Per la realizzazione di App and Out l’AIPD di Bergamo ha partecipato a un bando del Comune: il progetto sarà finanziato per il 60% con il crowdfunding civico (termine il 2 novembre) e per il restante 40% da Bergamo Smart City, associazione senza scopo di lucro che si pone l’obiettivo di dare vita a nuovi progetti per realizzare una “città intelligente”.

Un’app ideata da Associazione Italiana Persone Down – Bergamo

L’AIPD di Bergamo è nata nel 2004 su iniziativa di un gruppo di genitori di bambini con sindrome di down: oggi conta circa 120 famiglie e altrettanti ragazzi, dai piccoli della scuola materna agli adolescenti e ai giovani adulti. Scopo dell’Associazione è tutelare i diritti delle persone con trisomia 21, favorirne il pieno sviluppo fisico e mentale, contribuire all’inserimento scolastico e sociale, sensibilizzare la comunità. “Vogliamo essere un punto di riferimento in particolare per le famiglie, che vengono sempre più coinvolte nei nostri percorsi, man mano che il figlio cresce. E’ importante che ciò che si impara qui venga ripetuto anche a casa. Non solo, cerchiamo di essere di supporto ai genitori, che devono imparare a rapportarsi con la disabilità: bisogna accettarne i limiti, ma anche coglierne le potenzialità, apprezzare le conquiste e capire quando è il momento di dare fiducia, facendo un passo indietro”.