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Praticata in più di 60 paesi al mondo e approdata alle Paralimpiadi nel 1984, la Boccia Paralimpica si fa portavoce di un mondo, quello sportivo, attento all’inclusività e al benessere psicofisico dei propri atleti. I protagonisti del gioco sono, infatti, persone affette da cerebrolesione, e più nel dettaglio, forme di tetraparesi spastica, atassia, atetosi, distonia oppure da forme di disabilità fisica non derivante da paralisi cerebrale come per esempio SLA, distrofia muscolare, SMA e pluri-amputazioni agli arti.

Grazie a questa pratica sportiva, non solo riescono ad avvicinarsi sempre di più al mondo dello sport ma riescono anche a trarne grandi benefici come lo sviluppo di autocontrollo, autostima ed integrazione sociale.

“La boccia paralimpica non è solo di alto valore sociale, è lo sport paralimpico più inclusivo in assoluto: è praticato da persone con disabilità gravissime e che, senza la boccia, spesso non potrebbero fare altro. È una disciplina inserita nel programma dei Giochi Paralimpici, ma oltre al valore agonistico, esprime un’inclusività importante perché è praticata anche da atleti che non riescono a compiere gesti autonomamente, che vengono supportati da un tecnico durante il gioco” – racconta a StartupItalia il Presidente della Federazione Italiana Bocce, Marco Giunio De Sanctis

“Quando mi sono insediato a Marzo 2017 non c’era la Boccia e solo dopo un anno la FIB ha acquisito questa pratica sportiva dalla FISPES, Federazione Italiana Atletica Leggera Paralimpica e Sport Sperimentali, con pochissime società e pochi tesserati. Ad oggi, abbiamo triplicato i numeri: abbiamo oltre 50 società e oltre 200 atleti senza tener conto dei 1500 disabili che non praticano la Boccia, ma praticano bocce su sintetico o sterrato pesante (Raffa e Petanque).”

E anche se la crisi sanitaria legata al Covid-19 ha impattato gravemente il settore sportivo, il mondo della Boccia Paralimpica continua a portare avanti la sua missione.

“Il mondo delle bocce è uno sport accessibile a tutti, ma continua a essere praticato da persone della terza età . Abbiamo avuto più di 300 decessi, tanti casi positivi: siamo stati davvero funestati dalla pandemia” – racconta il Presidente FIB Marco Giunio De Sanctis – “Ma siamo andati avanti, perché siamo abituati a fare sacrifici e, allo stesso tempo, abbiamo riattivato tutte le attività individuali e di squadra. Al termine del 2021 avremo quasi terminato tutta l’attività programmata”.

La Boccia Paralimpica: il gioco

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Nella Boccia Paralimpica lo scopo del gioco è, come nelle bocce classiche, avvicinare quante più bocce del proprio colore al boccino bianco, detto jack. La differenza tra le due discipline sta nelle regole del gioco, nei materiali utilizzati e negli spazi in cui si pratica, tutti adattati a renderla accessibile alle persone con disabilità fisica grave e gravissima.

Infatti, la Boccia Paralimpica si pratica esclusivamente in carrozzina e in palestra su un campo, delimitato da nastro adesivo, largo 6 metri e lungo 12,5. Le bocce hanno un peso di 275g, una circonferenza di 27 cm, sono morbide al tatto e rivestite da materiale in similpelle, per consentire una maggiore maneggevolezza ed ergonomicità per tutti gli atleti. E come in ogni sport paralimpico, gli atleti vengono suddivisi in categorie in base alla tipologia di disabilità per garantire equità durante il gioco.

“Anche gli allenamenti sono una parte fondamentale per gli atleti e qui bisogna dividere il mondo della boccia paralimpica in due: ci sono gli atleti che lanciano con le mani e che hanno bisogno di una preparazione fisica per la ripetitività del gesto e per il controllo della forza e delle emozioni” – racconta a StartupItalia Mauro Perrone, ex atleta di bocce paralimpico, vice-CT della Nazionale italiana, delegato all’avviamento e alla promozione della disciplina in Italia e consigliere regionale della Federbocce Lombardia – “Poi c’è il discorso degli atleti che utilizzano lo scivolo per lanciare: ci sono atleti che hanno una mobilità dei quattro arti ridotta o tetraparesi spastiche gravissime e che si muovono continuamente con movimenti involontari nei quattro arti. Questi atleti utilizzano lo scivolo e un caschetto e in base alle loro condizioni si decide anche il materiale da utilizzare, dalla pesantezza alla consistenza della boccia. Gli allenamenti si focalizzano sul calcolo delle distanze e su tutto un lavoro di strategia. Per chi lancia con le mani o con i piedi, invece, gli allenamenti sono specializzati sulla preparazione fisica e sul controllo della boccia”.

Promuovere l’inclusività sportiva sul territorio attraverso il mondo della Boccia

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Uno sport, quello delle bocce, che unisce tutti, dai giovani alle donne, agli anziani e ai disabili. E per quanto riguarda il mondo paralimpico, l’obiettivo è chiaro: diffondere questo sport inclusivo su tutto il territorio nazionale per poter avvicinare quante più persone disabili possibili.

“Stiamo lavorando con i territori cercando di individuare dei riferimenti regionali che si possano occupare della disciplina e soprattutto, attraverso un progetto, abbiamo acquistato scivoli e bocce per le varie regioni, in modo tale che chi voglia promuovere questo sport abbia già tutto il materiale per farlo” – spiega Mauro Perrone – “Entro fine anno verranno distribuiti 11 scivoli e 11 set di boccia nelle varie regioni. Non riusciamo a coprire ancora l’intero territorio ma negli ultimi due anni abbiamo aiutato soprattutto le zone che avevano difficoltà a partire tra cui Lazio, Toscana, Puglia e Sicilia e stiamo cercando di portare la disciplina in questo territorio per diffonderla e coinvolgere sempre più ragazzi e associazioni.”

E, tra gli obiettivi primari della Federazione Italiana Bocce (FIB), c’è quello di qualificare uno o più atleti per i Giochi Paralimpici di Parigi 2024.

“Abbiamo fallito per poco il pass per Tokyo 2020 e io spero almeno in una qualificazione per Parigi. Sono tanti gli eventi programmati da qui al 2023, in modo da poterci essere per la prima volta ad una Paralimpiade” racconta a StartupItalia il Presidente FIB, Marco Giunio De Sanctis – “Abbiamo anche i Mondiali e gli Europei di altre specialità, ma l’obiettivo è di crescere a livello di numeri, di affiliati e tesserati in tutte le specialità sull’intero territorio nazionale. Occorre lavorare molto sulla cultura sportiva del nostro sport, che ha più di 120 anni di storia. E’ una Federazione popolare, radicata sul territorio e che merita molto di più rispetto alla considerazione generale sui suoi valori e contenuti essenziali”.