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Portare l’inclusione sociale e avvicinare i cittadini di un quartiere alla biodiversità, supportando allo stesso tempo il territorio torinese: nasce così Siamo Api di Falchera,  il nuovo progetto di apicoltura sociale che intende offrire nozioni di base di apicoltura alle persone svantaggiate e agli abitanti di uno dei quartieri popolari più noti di Torino. Il progetto, nato dalla collaborazione tra l’Associazione Impollinatori Metropolitani di Torino, Falchera Labb e il Comitato per lo Sviluppo della Falchera, punta a creare una nuova comunità di persone a cui insegnare a fare il miele e per diffondere una maggiore coscienza verso la tutela dell’ambiente.

Proprio per questo, l’obiettivo sarà formare una classe di 10 persone svantaggiate sui temi della biodiversità ambientale tra cui donne vittime di violenza, non occupate, persone in situazione di fragilità psicologica, economica o persone immigrate con necessità di inclusione lavorativa. 

“Vogliamo recuperare dei soggetti svantaggiati attraverso un progetto che va ad insegnare non solo apicoltura ma anche elementi di educazione ambientale, biodiversità e sostenibilità. Puntiamo a comunicare alle persone che vivono in un’estrema periferia, la Falchera, zona caratterizzata da un grande fascino ma che è percepita quasi come un’entità esterna di Torino ed è stata progettata in passato proprio per accogliere l’immigrazione massiva in città – racconta a StartupItalia Guido Cortese, founder di Impollinatori Metropolitani di Torino – Nella zona ci sono diversi laghi, piste ciclabili, orti sociali e c’è un progetto sperimentale di aeroponica e di acquaponica e lì abbiamo scelto di mettere anche le api. Cercheremo di connetterci con gli assistenti sociali e con un’associazione che si occupa di lavorare con soggetti più in difficoltà, come donne vittime di violenza, persone immigrate e che vivono ai margini o che sono temporaneamente disoccupate. Noi lavoreremo proprio con loro”. 

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Realizzare un apiario e creare corsi di formazione ambientale: ecco la mission del progetto

La formazione dei soggetti coinvolti avverrà attraverso ore di formazione teoriche e pratiche, per poter insegnare a 360 gradi il mondo dell’apicoltura. Infatti, la formazione tratterà temi di educazione ambientale, ecologia urbana, apicoltura e apicoltura urbana, biodiversità e benessere animale per concludere proprio con gli insetti impollinatori. E, dopo le ore di formazione teoriche, ci sarà la vera formazione sul campo grazie alla realizzazione di un apiario composto da 5 alveari che sarà allestito proprio nel quartiere di Falchera, nei pressi degli orti popolari. Qui, il compito di ogni coppia di cittadini, sarà riuscire a prendersi cura di un alveare. 

Siamo Api di Falchera vuole creare strumenti di inclusione e riqualificazione rivolti a soggetti svantaggiati, strumenti attivi di difesa e conoscenza del ruolo fondamentale degli insetti impollinatori per supportare non solo i cittadini di un quartiere più disagiato ma anche lo sviluppo di una comunità pronta a prendersi cura e a difendere la biodiversità del luogo circostante.

L’obiettivo del progetto: creare una comunità attenta al paesaggio e alla biodiversità

Dal 15 maggio, data di inizio del progetto, Siamo Api di Falchera sarà il progetto non solo per la riqualificazione di una zona periferica di Torino ma sarà un vero e proprio strumento di inclusione sociale che racconterà la vicinanza tra comunità e territorio circostante. 

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“Di base come associazione di promozione sociale facciamo tre attività: educare, tutelare e promuovere. Ad esempio, lavoriamo anche con le scuole per fare laboratori di educazione: al momento c’è anche un progetto con tutte le scuole di Torino presso Cascina Falchera dove facciamo attività educative interessanti per i bambini. Si impara a stare insieme e cerchiamo di diffondere l’importanza della biodiversità. Con Siamo Api di Falchera abbiamo fatto una raccolta fondi e ci siamo resi conto che ci sono tantissime persone sul territorio torinese che vorrebbero vivere questa tipologia di esperienza legata all’apicoltura – racconta a StartupItalia Guido Cortese, founder di Impollinatori Metropolitani – Insomma, c’è una sorta di condivisione anche nel principio dell’idea che vogliamo sviluppare e questo ci fa davvero pensare che questo progetto non solo debba continuare ma debba essere aperto anche alla cittadinanza”.