Classe 1994 e 1992, Lorenzo Gavazzeni e Matteo Assinnata sono due studenti del Politecnico di Milano con idee e obiettivi molto chiari: prendere quello che c’è di buono di Bitcoin e metterlo al servizio del settore dei pagamenti. La loro Cryptodeer è una delle startup fin-tech finaliste del CheBanca! GrandPrix (qui le altre 13 finaliste e qui tutte le informazioni sull’evento di premiazione). Il cuore della giovane impresa è il software sviluppato in febbraio: “Siamo partiti proprio da quello che non quadrava in Bitcoin”, spiega Gavazzeni a SmartMoney.
Secondo l’ingegnere il tallone d’Achille della più nota criptomoneta è il guadagno legato al mining, ovvero all’attività di creazione della valuta stessa (qui abbiamo spiegato come funziona). “Abbiamo tolto questo aspetto in modo da eliminare speculazione e volatilità del valore”. I Tetra, così si chiama la moneta alla base del sistema di Cryptodeer, sono disponibili in un numero fisso e sono già stati tutti generati. A un Microtrera corrisponde 1 centesimo, a un Tetra un euro e così via. “Così facendo gli investitori sono meno timorosi”, spiega il giovane ingegnere. Anche la questione della tracciabilità è stata affrontata diversamente: “Ogni transazione è registrata e tramite i codici seriali è possibile bloccare il singolo Tetra nel caso, molto difficile, in cui venga duplicato o falsificato. Tutto lo storico è accessibile”.
Lorenzo Gavazzeni
Il resto risponde al bisogno a cui Bitcoin deve il suo successo: trasferire denaro in modo veloce, semplice, sicuro e abbattendo i costi. Gavazzeni fa l’esempio dei bonifici da una parte all’altra del globo, vedendosi come eventuale partner della banca interessata a dare questo servizio senza problemi. Altra segmento è quello dei ticket restaurant: “I commercianti non li accettano di buon grado per la percentuale applicata e i giorni di conversione necessari, nonché il software a cui appoggiarsi. Noi mettiamo a disposizione piattaforma, applicazione e permettiamo la conversione in euro in tempo reale”. A proposito di percentuali, la mossa aggressiva è proprio diretta a quanto viene trattenuto anche dai sistemi di pagamento più innovativi come Paypal: Cryptodeer mette sul piatto un competitivo 0,5%. Massima apertura da parte della startup: “Possiamo concordare con un determinato business di qualsiasi natura esso sia un circuito di moneta digitale personalizzato, installato interamente da noi con software personalizzati e brandizzati”.
Il tutto sarà ancora più promettente quando e se le criptomonete verranno riconosciute come valuta. Partiti con il sostegno economico di amici e parenti, se dovessero vincere il GrandPrix i due si concentrerebbero sullo sviluppo del software e sul marketing.