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Il 22 aprile in tutto il mondo si celebra la Giornata della Terra, un momento di riflessione e attenzione dedicato alla salvaguardia del pianeta: più di un miliardo di persone di oltre 180 nazioni vengono coinvolte in iniziative di sensibilizzazione. Questo tipo di azioni sono tanto più importanti quando vengono portate avanti sin dalle scuole primarie, dove sono coinvolti bambini e ragazzi – i cittadini di domani – che hanno l’occasione di familiarizzare con le tematiche relative alla tutela dell’ambiente e comprenderne l’importanza.  

In questo ambito si inserisce il progetto A scuola con Cartesio, un percorso didattico sulla sostenibilità ideato dal CEAS, Centro di Educazione alla Sostenibilità, Tutti per la TERRA e Koinè Teatro Sostenibile, che si avvale del potere comunicativo del teatro per portare direttamente a scuola una didattica coinvolgente e interattiva sui temi del riciclo, dei rifiuti e dell’Agenda 2030.  Lanciata nel settembre 2015 dai governi dei 193 paesi membri dell’ONU, quest’ultima prevede 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile in un grande programma d’azione che mira raggiungere 169 traguardi.

Inquinamento tessile e fast fashion 

Per realizzare tutto ciò viene portato in scena un personaggio unico, Cartesio: è lui che trascina e convince i piccoli spettatori al rispetto della Terra: dalla raccolta differenziata al contrasto allo spreco, sono tanti i temi affrontati in 10 anni di attività, che ha già coinvolto più di mille alunni di 40 classi di scuole primarie di 4 comuni, come spiega a StartupItalia Sonja Marchesi, Responsabile del Servizio CEAS Tutti per la TERRA – Unione Comuni Modenesi Area Nord: «Quest’anno abbiamo pensato di fare un approfondimento tematico sull’inquinamento, in particolare sullo spreco legato all’abbigliamento, al mondo della moda e all’inquinamento tessile». 

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Da qui uno spettacolo teatrale che ha come protagonista una maglietta di un brand del fast fashion, che tanto sta facendo discutere per il danno che crea e che sempre di più creerà all’ambiente. Temi difficili da far comprendere ai bambini che vanno dalla prima alla quinta elementare, quindi anche il linguaggio deve essere calibrato per questa fascia d’età.

A scuola di riciclo 

«Il mio ruolo di educatrice ambientale mi obbliga a essere piena di sogni e aspettative e ricevere il feedback positivo dei bambini è incoraggiante», prosegue Sonja Marchesi. «Nel nostro caso di anno in anno i ragazzi aspettano l’arrivo di Cartesio: ormai gli studenti conoscono il personaggio, capiscono che si tratta di un adulto che cerca di portarli sulla ‘strada giusta’, in modo anche divertente». Negli anni Cartesio ha spiegato come buttare l’olio esausto o come separare la carta dalla plastica, per fare qualche esempio. Alla fine di ogni progetto, poi, a tutte le 40 classi coinvolte è stato lasciato il compito di realizzare un approfondimento sul tema trattato. «Si tratta di un cambiamento non veloce, ma per fortuna i giovani hanno una coscienza diversa e stanno crescendo con gli input giusti». Per la Responsabile del Servizio CEAS Tutti per la TERRA – Unione Comuni Modenesi Area Nord Famiglie, scuole e amministrazioni devono stare sullo stesso livello e collaborare, altrimenti è difficile fare dei miglioramenti concreti: è bene abituare subito gli alunni ad andare a scuola senza prendere l’auto o il bus e si deve cercare di farli stare a contatto con la natura il più possibile. «I bambini vanno portati fuori, al parco o nei giardini, devono vedere gli alberi. Alcuni di loro non hanno mai visto una mucca o una gallina, quindi bisogna accompagnarli nelle fattorie didattiche. Sono cose che non vanno date per scontate, perché attraverso questi piccoli gesti si può fare tanto».

Investire nell’educazione alla sostenibilità

Il valore più grande è far capire che come è importante che i comuni investano in servizi legati all’amministrazione, all’edilizia pubblica o alle strade, è ugualmente importante investire nell’educazione alla sostenibilità: in Emilia Romagna i centri di educazione ambientale accreditati con la Regione sono 38, un’estesa rete di soggetti che collaborano tra di loro e fanno squadra. 

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«A volte la politica è ancora lenta e segue i cambiamenti, anziché prevederli, ma per fortuna i giovani hanno una coscienza diversa: stanno crescendo molto e i frutti li vedremo in futuro», riflette Sonja Marchesi. È anche per questo che è importante che ci siano momenti come la Giornata della Terra «così anche chi si ostina a non voler sentire prima o poi dovrà rendersi conto che il cambiamento è in atto». Già oggi l’opinione pubblica si è molto attivata e anche le aziende hanno iniziato a discutere di queste tematiche. «La stessa parola ‘sostenibile’ viene infilata un po’ ovunque, a volte anche in maniera furba», conclude Sonja Marchesi. «L’importante è che ci sia un miglioramento tangibile, non si può più andare avanti pensando di consumare tutto, sempre di più e senza limiti. Questa è una mentalità perdente».