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equity crowdfunding

“Le prime campagne di equity crowfunding sui portali autorizzati continuano a succedersi e anche se lentamente – siamo ancora in una fase pionieristica – questo nuovo strumento di ‘democratizzazione’ della finanza si sta affermando”, scrive Gianluca Dettori, venture capitalist di DPixel, annunciando il progetto della piattaforma SmartHub.  In totale sono undici, le piattaforme per l’equity crowdfunding delle startup innovative in Italia.

La piattaforma SmarHub, è nata allo Iulm di Milano per iniziativa del professor Angelo Miglietta – scrive Dettori – e lancia una raccolta per il finanziamento di Liberos, associazione fondata in Sardegna da Francesca Casula, già vincitore del Premio Chefare, che ha lo scopo di mettere in rete tutta la filiera degli attori del libro, tutta la catena che va dallo scrittore fino al lettore. L’obiettivo di Liberos è generare valore con la cultura e dopo due anni di esperienze di successo sul territorio Sardo, punta a sviluppare il suo modello in tutta Italia e completare il proprio funding attraverso una raccolta con l’obiettivo di 200mila euro, che sottoscriveranno complessivamente il 20% della società. Per farlo, dal 7 novembre sarà possibile sottoscrivere sul sito SmartHub quote di Isterre srl, con un investimento minimo di 100 euro, deducibile secondo i termini di legge (25% persone fisiche, 27% persone giuridiche)”.

L’equity crowdfunding è un’alternativa per la raccolta di credito, in particolare a quello delle banche, di amici e familiari, e che sfrutta le potenzialità di Internet. E consiste nella possibilità per le startup innovative di raccogliere capitali attraverso piattaforme online. E inoltre, i fondi raccolti, possono diventare un’ulteriore garanzia, per trovare altri investitori e per gli istituti bancari, che a loro volta possono attivare i loro portali. E l’Italia – è da sottolineare – è il primo Paese in Europa, seguito dalla Francia, che ha introdotto una normativa specifica sulla raccolta dei capitali in crowdfunding per le startup, e per una maggiore tutela degli investitori.

L’equity crowdfunding in Italia per le startup innovative, è stato introdotto dal “Decreto crescita bis” del 2012, che ha dato alla Consob il compito disciplinare in materia con il preciso scopo di creare un “ambiente affidabile per creare fiducia negli investitori”. La Consob ha adottato il nuovo regolamento il 26 giugno 2013, e istituito il Registro dei gestori di portali autorizzati. Le 11 piattaforme, allo stato attuale, riconosciute dalla Consob, sono Assitecacrowd, Ecomill (che si occupa di startup per l’ambiente), Siamo Soci, Fudnera, Crowdfundme, Muum Lab, Next Equity, The Ing Project, StartsUp, SmartHub e Unicaseed (registro speciale).

I progetti in equity crowdfunding delle startup innovative

StarsUp. La piattaforma StartsUp ha all’attivo tre progetti, di cui uno in fase di lancio. La startup Pharmago si occupa di ricerca in campo biomedicale, per scoprire lo sviluppo di nuovi anticorpi con i nuovi farmaci antitumorali, e ha raccolto quasi 37 mila euro dei 300 mila euro di capitale richiesto. L’elio pompa, della startup Nova Somor ha già raccolto 150 mila euro dei 250 mila richiesti, e si occupa irrigazione attraverso la forza dell’energia solare, è al 60% della raccolta di capitale.

Assiteca Crowd. Nella piattaforma Assiteca Crowd il progetto  Paulownia ha raggiunto il finanziamento. L’obiettivo principale della start-up innovativa a vocazione sociale “Pauwlonia Social Project”, è di sviluppare piantagioni di alberi a rapido accrescimento, attività conosciuta anche come SFR – Short Rotation Forestry, al fine di destinare la materia prima ottenuta, alla filiera nazione ed internazionale del legno. In tutto 12 investitori hanno creduto nel progetto, che ha raccolto 520 mila euro. E ci sono altri due campagne in corso. Quella per Shi Software, che nasce dall’idea di portare la potenza espressiva, comunicativa ed emozionale della grafica 3D interattiva di ultima generazione, tipica del mondo dei videogames, nel mondo del business. Inoltre, c’è CrowdBooks che è una piattaforma che offre due servizi. Il finanziamento in crowdfunding reward-based di libri d’arte e fotografici la loro progettazione, produzione e distribuzione. E’ l’unica piattaforma al mondo che unisce l’autofinanziamento e l’autoproduzione.

Unicaseed. Tre campagne in corso. tNotice è il progetto di inPoste.it, un operatore postale europeo, sulla piattaforma Unicaseed. Consiste in uno strumento digitale a firma normativamente equivalente alla posta raccomandata, che offre in più il valore probatorio del contenuto della comunicazione inviata. Fannabee è la piattaforma web e mobile dedicata ai collezionisti di musica per catalogare, vendere e mostrare le proprie collezioni di Cd, Vinili e Memorabilia. Kjaro è una start up innovativa nata da una domanda: “perché è considerato normale andare in giro con l’ombrello che gocciola?”. Partendo da questa semplice osservazione, Kjaro ha messo a punto un prodotto unico al mondo: una custodia impermeabile dotata di uno speciale serbatoio trattieni/svuota goccia. È un prodotto 100% Made in Italy, di design ma anche fashion”.

 

Il piano per il rilancio dell’equity crowdfunding

È in arrivo il decreto per il rilancio dell’equity crowdfunding, inoltre, messo a punto dal Ministero dello Sviluppo Economico e approvato dal Ministero dell’Economia, e che sarà collegato alla legge di stabilità 2014. Per diventare operativo, deve essere approvato dal Consiglio dei ministri. Contiene una novità principale, che stabilisce la possibilità di raccogliere capitale in crowdfunding con diversi “veicoli di investimento”. Significa che le startup, che lanciano le proprie campagne online, attraverso le piattaforme riconosciute, potranno fare parte di “pacchetti” di investimento.

“È un meccanismo che serve per ampliare la platea di investitori, l’idea è quella di dare così accesso a dei fondi di investimento in startup innovative e non soltanto alle singole startup. Il decreto dovrà passare dal consiglio dei ministri per diventare così operativo”, spiega a SmartMoney Stefano Firpo a capo della segreteria tecnica del Ministro dello Sviluppo economico. Gli investitori potranno in questo modo bilanciare il rischio, investendo attraverso gli organismi di investimento collettivo del risparmio, che operano con dei Fondi comuni di investimento o Società di investimento a capitale variabile. I fondi comuni sono una cassa collettiva per l’investimento, costituita dalle somme versate dai vari sottoscrittori del fondo. L’investimento di ciascuno confluisce in un unico patrimonio che viene poi investito in azioni o obbligazioni, da Società di gestione del risparmio che servono da intermediari.

Per spiegare in cosa consiste l’equity crowdfunding, si deve capire che con l’investimento online si acquista un titolo di partecipazione alla società. La “ricompensa” per il finanziamento è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e amministrativi dalla partecipazione. In pratica, è un ritorno in equity (azioni o obbligazioni).

Uno dei freni all’equity crowdfunding, lo spiegavano a Eppela, che è tra i primi portali italiani di crowdfunding in Italia ma ancora non si occupa di equity, perché non trovava ancora una banca disposta ad investire nel settore. Eppela dovrebbe, forse entro fine anno, con un istituto di credito di respiro internazionale alle spalle, fare il suo ingresso nel settore degli investimenti per le startup innovative. Il problema sull’investimento nelle startup innovative è che comporta rischi economici più elevati rispetto a investimenti tradizionali. «Una start-up, in sostanza, offre un’idea e un progetto per realizzarla. La decisione se investire oppure no, non si basa, come tradizionalmente, su elementi economici e razionali ma, inevitabilmente, sul nostro modo di apprezzare, anche emotivamente, il progetto presentato” scrive la Consob nella Guida all’equity crowdfunding.

“Questa è una modalità di finanziamento che sfrutta le potenzialità di Internet. Nel complessivo disegno del legislatore, l’equity crowdfunding è visto come uno strumento che può favorire lo sviluppo delle startup innovative – spiega la guida – attraverso regole e modalità di finanziamento online. Ed è noto come il tessuto produttivo italiano sia fondato sulle piccole imprese. E sono note anche le difficoltà che incontrano queste imprese, soprattutto dopo la crisi del 2008, a ottenere finanziamenti dalle banche. Difficoltà ancora maggiori che riscontrano le startup» sottolinea la Consob. Ed è una cosa molto richiesta, che si estenda la possibilità di fare ricorso all’equity-crowdfunding anche alle altre startup e alle Pmi”.