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Riuscire a vendere a chi non ha soldi si può. Funziona bene e adesso si può fare anche con la Pubblica amministrazione, aiutandola in questo modo a diventare più efficiente e risparmiando sulle tasse.

Vendere servizi alla Pa e risparmiare sulle tasse

Da quando lo scorso novembre è entrato in vigore il decreto conosciuto come Sblocca Italia c’è un’opportunità in più per chi lavora con lo scambio di beni e servizi, quella di utilizzare questo sistema per pagare le tasse non con i propri soldi, ma con il proprio lavoro. All’articolo 24 della norma (qui il testo) è specificato che i cittadini potranno occuparsi di pulire e rendere più belle le aree verdi, le spiagge, le piazze oppure contribuire al recupero di alcuni immobili pubblici e in cambio riceveranno uno sconto o addirittura l’esenzione delle imposte dovute. Tutto questo senza far circolare un solo euro.

Quella che può essere definita a tutti gli effetti una forma di “baratto amministrativo” porta una serie di vantaggi sia per le amministrazioni comunali che per i cittadini, principalmente il risparmio di liquidità e la possibilità di poter pagare le tasse anche se si è in difficoltà economica.

Ci sono già alcune realtà locali che hanno aderito a questa iniziativa: Creazzo in provincia di Vicenza, Castelvetrano in provincia di Trapani Penne e Vasto in Abruzzo dove l’idea di cinque consiglieri è quella di chiedere una mano ai cittadini per la pulizia e vigilanza dei parchi, l’assistenza alle scolaresche e lo spalamento della neve.

La norma specifica che “tali riduzioni sono concesse prioritariamente a comunità di cittadini costituite in forme associative stabili e giuridicamente riconosciute”. Avranno la precedenza quindi soprattutto realtà già organizzate, reti il cui segreto in questo caso sta nel non usare il denaro, ma lo scambio di beni e servizi.

Cambiomerci, una rete di 700 aziende

Così fa Cambiomerci.com, una startup nata tre anni fa e cresciuta al ritmo del 30% in più ogni anno, che dà lavoro a 15 persone (età media 33 anni) e mette in rete 700 aziende in tutta Italia (ma ha anche stipulato un accordo con altre 440mila società facenti parte del circuito internazionale Irta.

Come dice il suo stesso nome, la startup lavora col baratto aziendale di merci e servizi, “quello che produci lo metti a disposizione del circuito e gli altri faranno così con te”, spiega a SmartMoney il fondatore Antonio Leone.

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Ad esempio, proprio nei giorni scorsi un sarto di Bari ha confezionate per alcuni associati alla rete di Cambiomerci.com ben 150 camice su misura e per farlo li ha incontrati a Roma dove gli ha preso le misure, le camicie poi gliele farà avere per posta. Cosa ha preso in cambio? Ha cambiato le gomme dei furgoni che utilizza per le sue consegne, grazie ad un’azienda di Benevento che fa parte del circuito. Lo scambio infatti non avviene direttamente fra due stesse aziende, ma con qualsiasi impresa che aderisca alla rete. Ecco perché le possibilità diventano quasi infinite.

Prodotti Apple per 52mila euro in cambio di fogli A4

“Ultimamente poi abbiamo scambiato prodotti Apple per un valore di circa 52mila euro, sono andati a ruba e scambiati da un’azienda di Milano che ha preso cancelleria, carta A4, advertising e camere in hotel per una parte del suo staff che andava a Roma”, racconta Antonio ribadendo che quello che fa la differenza nel loro caso è l’importanza delle connessioni tra aziende, “ci crediamo molto, incontrarci è importantissimo nella logica dello scambio”.

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Il baratto non si ferma solo alle imprese in senso stretto ma anche ai loro dipendenti. L’azienda che fa parte della rete di scambio può infatti decidere di utilizzare il credito che ha accumulato per premiare i propri dipendenti, dando loro la possibilità di spenderlo al posto dei buoni pasto, o di altre forme di monete complementari.

Per il futuro l’obiettivo di Cambiomerci.com (partecipata al 12% da Digital Magics) è quello di arrivare a 10mila aziende entro i prossimi 3 anni. “Non disdegnamo la finanza agevolata e cerchiamo investitori perché vogliamo crescere”, ha concluso Antonio Leone.