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Fa una certa impressione parlare con Ida Meglio mentre negli occhi ci scorrono le immagini dello sgombero dei migranti al confine con la Francia. Fa una certa impressione perché Ida Meglio, classe 1976 e un percorso nell’impresa sociale, racconta di “un’imprenditoria di giovani immigrati in Italia che sta contribuendo alla crescita e, secondo i dati Istat, potrebbe dare una propulsione all’economia nostrana dello 0,5%”. Meglio pensa soprattutto “ai giovani immigrati di seconda generazione, molto digitali e volenterosi di replicare le esperienze dei loro territori d’origine nel nostro Paese”.

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Crowdfunding per il sociale

A questa categoria ha dedicato il progetto pilota della sua piattaforma Sociallending. Il campo è quello, sempre più battuto, del crowdfunding. Il sottoinsieme è quello dei prestiti fra privati, che secondo Morgan Stanley potrebbe arrivare a valere 490 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni. L’Europa, questo volta è Business Insider a dirlo, si è distinta come mercato particolarmente vitale nel 2014 con una crescita del 114% a 3 miliardi di euro. In Italia abbiamo (almeno) un paio di esempi di riferimento: Smartika, startup da 17 milioni e mezzo di euro di prestiti, e Prestiamoci, rilevata dalla svedese TrustBuddy per 5,3 milioni. Meglio guarda al contesto per concentrarsi sul prestito sociale: “A differenza di Smartika e Prestiamoci non ci proponiamo come istituti bancari o istituti di pagamento ma offriamo solo un’attività di intermediazione finanziaria”. Attraverso il portale, quindi, i giovani aspiranti imprenditori possono chiedere piccole cifre a un numero consistente di utenti.

Il microcredito che riduce i rischi

“Il modello è quello di Kiva che garantisce una ripartizione del rischio di insolvenza in grado di dare risultati straordinari: il 99% di chi presta viene rimborsato”, spiega Meglio portando l’esempio dell’organizzazione no profit californiana nata per “connettere le persone attraverso il lending per alleviare la povertà”. Particolare, e ispirato a Kiva, anche il modello di business. Sociallending si basa sulla quota di iscrizione, intorno ai 500 euro, e sul sostegno di realtà esterne. Alla domanda sull’effettiva convenienza per i giovani immigrati aspiranti imprenditori di sborsare una cifra del genere risponde con sicurezza: “In banca avrebbero spese superiori ai 750 euro”. Oltre a mettere i contatto chi chiede e chi presta soldi, la piattaforma fondata da Meglio si candida a dare un supporto anche nello sviluppo delle campagne e dei progetti. L’attività effettiva partirà in settembre, mentre i mesi estivi saranno dedicati alla ricerca dei primi spunti da ospitare e agli accordi con le banche e Paypal.