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A decidere la candidatura di Lawrence Lessig alle primarie democratiche per la presidenza degli Stati Uniti sarà l’esito di una campagna di crowdfunding. Il professore di Harvard si candiderà solo se riuscirà a raccogliere un milione di dollari entro il Labor Day del prossimo primo lunedì di settembre. La cruciale importanza data alla campagna di raccolta fondi dal basso non è casuale, visto che l’obiettivo del potenziale candidato, nel caso in cui arrivasse fino alla Casa Bianca, è anche quello di cambiare il sistema di finanziamento della politica statunitense.

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Si parte da cinque dollari (anche in bitcoin)

Per scommettere sulla sfida politica di Lessig si possono donare anche solo 5 dollari, con le carte di credito, Pay Pal ma anche in bitcoin. E se l’obiettivo non venisse raggiunto e la candidatura saltasse? Le offerte tornerebbero nelle tasche dei donatori entro l’8 settembre, a meno che loro stessi non diano indicazioni diverse. I fondi donati incondizionatamente serviranno infatti a coprire le spese iniziali della campagna elettorale e quelle dedicate alla stesura del progetto di riforma che Lessig vuole portare avanti. Come spiega lui stesso nelle FAQ al sito del crowdfunding, i fondi vengono raccolti in due modi, non c’è solo la campagna online ma anche una raccolta diretta. Nel caso in cui fosse lo stesso professore a tornare sui suoi passi e a decidere di abbandonare la corsa, i soldi ottenuti attraverso il web tornerebbero indietro come promesso, mentre gli altri potrebbero essere usati per aiutare altri candidati che si impegneranno a portare avanti il progetto di riforma per l’uguaglianza dei cittadini di cui si fa promotore Lessig. Le regole della raccolta fondi poi sono molto chiare: è studiata per le donazioni individuali (che dovranno essere tutte documentate e trasparenti), non sono invece ammessi i contributi delle società, dei sindacati e dei cittadini non americani. Mentre scriviamo sono stati superati i 200 mila dollari. Lessing segue su Twitter l’andamento passo dopo passo.

Da Harvard alla corsa per la Casa Bianca

Lawrence Lessig ha 54 anni ed è un professore. Insegna diritto costituzionale ad Harvard e già dalla metà degli anni novanta si occupava di Internet  e delle norme che lo regolano (è il fondatore dello Standford Centre for Internet  and Society ma anche dell’organizzazione no profit di Montain View, Creative Commons). Ma dal 2007 ha cominciato a concentrare le sue ricerche sul sistema di corruzione che affligge la politica statunitense. Dal punto di vista politico, il professore negli ultimi 8 anni ha lavorato principalmente con i progressisti, anche se ammette di aver trovato con molta sorpresa alcuni alleati in tutte le formazioni politiche.

È nato nel South Dakota e cresciuto in Pennsylvania, dove ha cominciato a studiare economia. Poi ha lasciato questa facoltà e gli Stati Uniti, preferendo l’Inghilterra e lo studio della filosofia a quello della finanza. Ma neanche questo è riuscito a convincerlo, così è tornato negli States per studiare legge. Nel 1989 (a 28 anni) si è laureato a Yale e poco dopo ha cominciato a insegnare alla Chicago Law School.

Nel 2007 è stato Aaron Swartz a convincerlo e a concentrarsi non tanto su Internet e sul diritto d’autore, ma sulle cause e sulle conseguenze della corruzione del governo statunitense.

Un “referendum president” per l’uguaglianza 

L’idea di Lessig è quella di diventare un “Referendum President”, una sorta di “presidente a obiettivo”, raggiunto il quale lascerà la carica al suo vice. Il traguardo a cui vuole arrivare entro 2017 è quello dell’approvazione del  “Citizen Equality Act”. Secondo il professore di Harvard infatti la corruzione ha prodotto cittadini di serie A e cittadini di serie B e a questa situazione potrebbe porre rimedio solo una riforma in grado di riportare l’uguaglianza fra la popolazione americana. Questa riforma andrà portata avanti dopo aver fatto decidere agli stessi cittadini con un referendum se dare al presidente un mandato o meno.  “Passato il referendum, si potrà cominciare a ricostruire la democrazia inspirata alla libertà e al buon governo”, si legge sul sito dedicato alla candidatura di Lessig.  Tre i passaggi fondamentali per la ricostruzione politica desiderata: 1) uguaglianza nel diritto al voto (da raggiungere attraverso la registrazione automatica dei votanti e facendo diventare il giorno delle votazioni una festività nazionale), 2) uguaglianza nella rappresentanza, 3) campagne elettorali finanziate dai cittadini, e non più da poche e grandi concentrazioni di finanziatori.

E a chi gli chiede se sia pazzo,  Lessig risponde con altra domanda: “Che rischio saresti disposto a correre per salvare il tuo bambino? Che rischio dovremmo correre per salvare il futuro dei nostri figli?”.