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Sono in arrivo tempi duri per le startup made in Usa, e i primi effetti stanno iniziando ad arrivare anche nel fintech. Secondo i dati raccolti da CBInsight, nel quarto trimestre del 2015 il settore delle startup fintech ha subito nel 2015 una riduzione del 63% di finanziamenti, da 4,7 miliardi di dollari del 2015 a 1,7 miliardi (vedi segmenti Q3 e Q4 nel grafico di Atlas qui sotto). In linea generale, gli investimenti totali nel settore tech sonoo scesi del 29%: da 38,7 miliardi di dollari a 27,2 nello stesso arco temporale.

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Startup fintech che stavano meglio quando stavano peggio

Società quotate in borsa come Square (che oggi comunque sembra tornare a guadagnare) e Ondeck hanno visto calo dei loro prezzi delle azioni dai tempi delle loro rispettive IPO. Non solo. Sono sempre di più quelli che riscontrano difficoltà a rimborsare i prestiti da istituti di credito alternativi. E non a caso questo preoccupa anche agenzie di credito come Moody’s. A ciò si aggiunga il giro di vite normativo che ha costretto big del calibro di Lending Club a cambiare le proprie tariffe.

Il ruggito delle banche

Nel frattempo, le istituzioni finanziarie tradizionali dicono che possono essere addirittura migliori delle startup. Secondo il Ceo di JP Morgan Chase, Jamie Dimon, intervistata «le banche sono abbastanza brave a utilizzare il digitale per rendere più facili le operazioni per i clienti». Quindi, dice Dimon a Bloomberg: «sarà una sfida per chiunque essere migliore, più veloce e più economico rispetto a noi».