La startup britannica, presente in 12 Paesi, dopo Milano si lancia anche su Roma: già 200 i fattorini reclutati per Deliveroo, oltre 100 i ristoranti affiliati
Deliveroo, la startup britannica del food delivery finanziata con oltre 200 milioni di dollari, sbarca a Roma. Uno dei servizi di consegna a domicilio più consolidati a Londra arriva anche nella Capitale dopo il successo raccolto a Milano. Al nastro di partenza ci sono già quasi un centinaio fra i migliori ristoranti della città.
Il successo di Milano
Deliveroo è stata lanciata nel capoluogo lombardo lo scorso novembre, sotto la guida di Matteo Sarzana, general manager per l’Italia. Ha coinvolto oltre 300 locali e totalizzato 22mila download. “Dopo il successo che abbiamo riscosso a Milano, ci accingiamo a intraprendere una nuova entusiasmante sfida – ha spiegato Sarzana – Roma è una città per molti aspetti diversa dal capoluogo lombardo, per questo motivo il nostro lavoro sarà ancor più stimolante. Quello che vogliamo è dare la possibilità ai romani di poter gustare cibo di qualità comodamente da casa o dal proprio ufficio, con un servizio su misura, efficiente e di qualità. E siamo certi che lo apprezzeranno”.
Come funziona
Si accede alla piattaforma via web o applicazione per iOS e a breve disponibile anche per Android, si seleziona il ristorante preferito nella zona in cui si desidera ricevere la consegna, si consulta il menu, si verificano i tempi di consegna – in media sono 32 minuti – si paga con carta di credito e si monitora il tragitto del driver. Il costo? 2,50 euro a consegna. Ogni fattorino ha in carico una zona, “ed è proprio il concetto di zona che assicura la qualità per vicinanza fisica, per disponibilità di driver e per interesse dei ristoranti che possono coccolare ulteriormente la propria clientela di zona” raccontano dal gruppo.
Lo sbarco nella Capitale
Deliveroo, lanciata a Londra nel 2013, è attiva da qualche giorno nel Centro storico e nei quartieri Prati, Flaminio e nella zona universitaria della Sapienza. In due mesi dovrebbe arrivare a coprire l’interno territorio cittadino. Un centinaio i ristoranti affiliati fra cui la storica sala da tè Babington’s, Tartufi&Friends, Simposio, Ciampini Bistrot, T Bone Station, Bubi’s e Shinto fra gli altri.
Non un semplice marketplace
“Deliveroo non è un semplice marketplace che mette in contatto ristorante e utente – racconta la società nella nota di lancio – ma una vera piattaforma logistica pensata per fornire la migliore esperienza possibile di consumo a domicilio”. La concorrenza sul food delivery, anche a Roma, comincia dunque a farsi nutrita. Il colosso Just Eat ha per esempio appena annunciato che dal primo aprile amplierà la varietà di cucine disponibili nella capitale, completando il piano di sviluppo relativo all’acquisizione di Deliverex, startup acquistata lo scorso anno insieme alla milanese Clicca e mangia.
Un’opportunità di lavoro
Bastano uno scooter o una bici. E ovviamente uno smartphone. Dopo un breve colloquio e una prova su strada si può partire con la propria zona di appartenenza, salvo aver selezionato i giorni e gli orari in cui si è disponibili a lavorare. Al resto, box termici, divisa, caricabatteria per il telefono e ovviamente distribuzione degli ordini, ci pensa Deliveroo. Il pagamento prevede un compenso fisso orario più un bonus per ogni consegna in bici o un rimborso benzina se effettuata motorino.
Nel capoluogo lombardo l’esperienza è positiva: “A Milano abbiamo raggiunto in poco più di quattro mesi una “flotta” di oltre 300 driver affiliati che lavorano su turni in base alle loro necessità – ha aggiunto Sarzana – l’età media è di circa 30 anni e sono sia ragazzi universitari e giovani che svolgono il lavoro di driver come un modo per arrotondare le proprie entrate, sia persone più adulte che invece lo fanno per professione. Ci sono donne, uomini e anche coppie, di tutte le età. A Roma, in pochissimi giorni, abbiamo già ricevuto oltre 200 richieste e pensiamo che cresceranno in modo consistente nelle prossime settimane”.
Il background
Dopo un precedente round da 95 milioni di dollari la startup fondata tre anni fa da William Shu e Greg Orlowski ha raccolto nel corso del 2015 altri cento milioni per lo sviluppo del progetto da Dst Global e Greenoaks Capital, che la scorsa estate ne aveva messi sul tavolo altri 70 insieme ad Index Ventures. Al momento è presente in 12 Paesi: Italia, Inghilterra, Francia, Germania, Olanda, Spagna, Belgio, Irlanda, Australia, Dubai, China, Singapore. Ovviamente non in tutti i centri ma in circa 60 città selezionate.