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Aumentano i prezzi delle università europee. Studiare diventa più caro e un nuovo business fintech si fa largo anche in Europa. Si chiama Future Finance, la prima startup con sede a Dublino che offre prestiti ai laureati e ai laureandi che vogliono continuare la loro formazione, ma non hanno abbastanza soldi. I big del settore (tra cui Goldman Sachs) ci credono e investono 119 milioni di sterline (151,5 milioni di euro). Il modello a cui ispirarsi è Sofi, la startup di San Francisco che ha raccolto in un solo round 1 miliardo di dollari (ne parliamo qui). Ma l’Europa non è l’America? O lo sta diventando?

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Brian Norton, Ceo di Future Finance. Foto: Financial Times

L’idea a Harvard da un amico finito in bancarotta…

Laurea in storia a Harvard e MBA in business alla UCLA Anderson, Brian Norton inizia presto a occuparsi di startup. Nel 2008, mentre studia lancia il suo primo business e si specializza nella creazione di siti. Poi fa esperienze in società di investimento. A Harvard un suo amico gli presenta Vishal Garg che all’epoca ha avviato di recente una startup nel settore dei prestiti agli studenti, si chiamava Rich Uncle, un’idea partita bene poi finita in bancarotta. È Vishal che offre l’idea a Brian di analizzare il mercato europeo per capire se il modello può essere esportato.

Brian si trasferisce a Dublino con la sua famiglia. L’intenzione è di esportare il modello prima nel mercato britannico, più vicino a quello statunitense e patria di alcuni degli unicorni fintech che fanno scuola nei pagamenti e nel lending. Il primo prestito di Future Finance arriva nel 2014 a una ragazza che ha bisogno di soldi per un corso come infermiera: 2.500 sterline che potrà pagare in 10 anni (14 sterline al mese, 33 alla fine degli studi) con un tasso di interesse annuale del 10% circa. Poi sono arrivati altri clienti, soprattutto laureati che vogliono specializzarsi. In totale 25 milioni di sterline prestati fino a oggi. Poca cosa, ma la startup offre dati incoraggianti: 37mila iscrizioni nell’ultimo anno con una crescita del 900%. Numeri che hanno convinto gli investitori, al già citato Goldman Sachs, va aggiunto QED Investors (uno dei più importanti VC per il fintech in U.S).

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Un algoritmo decide a chi prestare soldi

Un software aggrega dati diversi degli utenti che chiedono un prestito (da cosa a dove sta studiando, combinandoli con altre info da fonti governative (percentuale di impiegati nel settore dopo gli studi…). Ma ciò significa che lo studente di un’università minore pagherà tassi più alti di uno studente di Cambridge?: «No, perché è statisticamente provato che uno studente della South Bank University di un corso di infermeria, riuscirà a guadagnare di più nel suo primo anno di lavoro rispetto a un laureato di un’università prestigiosa» ha spiegato Norton al Financial Times.

L’Europa non è ancora l’America

Due mercati molti diversi. In Europa gli studi universitari hanno costi più bassi e sono finanziati in parte dai programmi di welfare. Anche se le cose stanno cambiando, con i costi che in aumento e le banche tradizionali ancora lontane dall’offrire soluzioni di credito agli studenti. Questo è il vuoto che Future Finance prova a riempire: «L’Europa è diversa dagli Stati Uniti. Qui c’è, come dire, un “rientro più alto negli investimenti”. Lo studente guadagna sulla base dei soldi che ha investito per i suoi studi. Negli Usa. al contrario, i costi sono alti, al di là del fatto che un domani diventerai un insegnante o un banchiere».

Giancarlo Donadio
@giancarlodonad1

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