I programmi automatizzati entrano nel food delivery. Un esperimento di Taco Bell con i bot apre la strada a un altro passo in avanti nel modo di ordinare la cena: nel bel mezzo di una chat
I bot saranno i protagonisti assoluti dei prossimi mesi hi-tech. I tasselli essenziali della rivoluzione dell’intelligenza artificiale. Ad aprire la pista sono state due piattaforme in parte diverse fra loro ma accomunate appunto dalla volontà di iniziare a far dialogare utente e sistema in maniera più fluida: Telegram e Slack. Una chat e una piattaforma per il social lavorativo. A quanto pare, anche Facebook starebbe per lanciare, alla conferenza degli sviluppatori in partenza a Fort Mason, San Francisco, un bot store, un negozio per Messenger dove trovare e scaricare utenze automatizzate che possiamo istruire e programmare facilmente. Con cui dialogare in base alle nostre necessità. Chi usa Telegram le conosce bene: è come se si trattasse di funzioni dell’applicazione in grado di svolgere dei compiti. Senza costringerci a ricorrere a un’applicazione esterna.
Il food delivery via bot
A quanto pare, ci si potrà fare di tutto. Ovviamente non poteva mancare il macrotrend mangiatutto del food delivery. Negli Stati Uniti il cibo si potrà presto ordinare in chat grazie a un bot. Di modi divertenti per ordinare da mangiare se ne sono visti e se ne continuano a vedere di ogni genere. Tuttavia i bot non si sono ancora imposti in questo senso: d’altronde la loro adozione di massa si sta dipanando proprio in questi mesi. Microsoft ha appena lanciato all’ultima conferenza Build una piattaforma per programmarne di nuovi e importare quelli già attivi su Skype anche su altri programmi, compreso il pacchetto Outlook.
L’esperimento di Taco Bell
La catena Taco Bell ha appena lanciato una funzione per la chat intelligente battezzata Taco Bot che ti aiuterà, mentre chiacchieri con un collega tramite Slack, a ordinare i tacos. Potrai (anzi, potranno gli amici statunitensi) chiedere chiarimenti sul menu, personalizzare l’ordine e controllare il carrello. Lo stanno già utilizzando alcune compagnie in versione di prova – fra queste Giphy, Fullscreen, Sav Studios e FoodBeast – ma si può iscrivere il proprio team per mettersi in fila.
È una notizia piccola e che non riguarda l’Italia. Ma è uno di quei segnali da non sottovalutare perché tracciano la direzione. Quella dell’ordinazione in chat tramite un bot. Pensa di poter ordinare la pizza tramite un’utenza automatizzata a cui dobbiate semplicemente fornire i gusti preferiti e che provvederà a inoltrarlo, ad esclusione, ai tre locali preferiti impostati al primo utilizzo. Oppure di poter arricchire il mondo del food delivery, che è sì in grandissimo fermento ma in fondo fermo allo stesso schema 1.0 quanto a logiche di servizio, saltando una serie di passaggi.
I bot per i social network sono pensati proprio in questo senso: con l’idea di non farci distinguere, in base alla loro raffinatezza sempre più spiccata, se stiamo parlando con un operatore umano o con un programma autonomo.
Ordinazione dialogica e automatizzata
Insomma, secondo molti osservatori il modo in cui ordineremo il cibo a domicilio diventerà presto, come molte altre necessità, dialogico. Resisteranno senz’altro le applicazioni stand alone ma sempre più servizi, per sopravvivere, dovranno piegarsi alla logica del bot interno alle piattaforme di messaggistica, da Telegram a Messenger. WhatsApp è contraria alla creazione di bot sulla propria piattaforma, tanto che li vieta nelle sue condizioni d’uso. Anche se di fatto ne esistono. Ma qualcosa potrebbe presto cambiare. Un po’ per la tendenza che spiegavamo sopra, un po’ perché la chat di Menlo Park dovrà presto aprirsi anche a profili dedicati alle aziende e dunque potrebbero svilupparsi margini di manovra per soluzioni automatizzate.
Un bot con un bel caratterino
Intanto, Taco Bell ha aperto la strada col TacoBot che risponderà alle domande, raccomanderà certe portate, e sfoggerà “la personalità estroversa e tagliente che ci si aspetterebbe in un ristorante Taco Bell”. L’obiettivo della catena di fast food messicano è “rendere il brand più accessibile ovunque e in qualsiasi momento gli estimatori vogliano disporne”. Tradotto: non devi neanche fare lo sforzo di aprire un’applicazione. Se mentre chatti con un collega o un amico ti viene il languorino, basta digitare un comando e animare il bot cameriere che ti supporterà nell’ordinazione. “Taco Bell è fatto apposta per il consumo sociale con gli amici – ha spiegato Lawrence Kim, direttore dell’innovazione digitale e on-demand del gruppo – ecco perché integrarci con una piattaforma di comunicazione come Slack ha molto senso per noi”.
Siamo dunque di fronte a qualcosa di più sensato dell’ordinazione tramite un tweet – ci aveva provato la catena di pizzerie Domino’s – ma di altrettanto rapido e veloce. Oltre che più intimo e riservato, visto che accade all’interno di uno scambio in chat con un assistente digitale.