La Carbonara tradita dai francesi infiamma il web. Al punto che Barilla, sponsor anche del video incriminato, ripropone la ricetta originale. Ma chef La Mantia avverte i puristi: “Nessuno può dire come farla…”
Nel raccontare il “Carbonara Gate“, il Telegraph ha utilizzato nel titolo la parola “indignazione”. Ma a giudicare dalla mole di conversazioni, post e video condivisi sui social, siamo ben oltre. Sembra quasi che l’intero popolo italiano (almeno quello visibile sul web) si sia sentito oltraggiato dal video realizzato dal sito Demotivateur.fr e postato su Youtube. Del resto, per i puristi della Carbonara, questa ricetta potrebbe suonare quanto meno oltraggiosa. Acqua fredda da far bollire con pasta, cipolla e pancetta già immerse. Dopo 15 minuti si richiede l’uso di panna, il tuorlo di un uovo e il formaggio, tutto da aggiungere in un piatto a fine cottura. Ma se ancora non avete realizzato quanto grave sia il tradimento della ricetta tradizionale, vi riproponiamo il video incriminato.
Fa più danni la Carbonara tradita di un’offesa diplomatica
Con 33 milioni di visualizzazioni, anche la stampa francese ha capito che un mea culpa era necessario, forse perché hanno temuto un contrattacco tutto italiano al boeuf bourguignon o alla zuppa di cipolle. Insomma sembra che possa far più danni una Carbonara tradita che un’offesa diplomatica. Su Slate.fr infatti si legge: “Anni di duri sforzi per mantenere un rapporto sereno e amichevole possono essere annientati in qualche secondo. E precisamente i 32 secondi“, precisamente la durata del video.
Oltre la Carbonara: tutti i piatti “traditi” all’estero
Tuttavia, secondo una ricerca di Coldiretti su dati dell’Accademia Italiana della Cucina, la pasta alla Carbonara non è l’unico piatto della tradizione italiana riproposto all’estero con ricette da brividi. Ad esempio, come non citare i famigerati spaghetti alla Bolognese, che in America vengono serviti con un sugo di pomodoro e polpettine. Nella realtà gastronomica emiliana questo piatto ovviamente non esiste. E che dire della Cotoletta alla Milanese, fatta con carne di pollo o maiale fritta in olio di semi al posto della carne di vitello cotta nel burro? Anche il Pesto alla Genovese viene maltrattato fuori dai confini patrii: al posto dei pinoli si usano mandorle, noci o pistacchi, e invece del pecorino o parmigiano, viene usato formaggio comune. La Caprese “straniera” poi viene servita con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte. E non stupitevi se all’estero vi serviranno un Tiramisù con la panna al posto del mascarpone.
“Nessuno può dire a nessuno cosa fare e come farlo”
Filippo La Mantia, che si definisce “oste e cuoco”, non è d’accordo con il purismo a tutti i costi, specialmente in tavola. “Sono convinto che ognuno in cucina possa fare quello che vuole. Certo le tradizioni sono sacre e vanno rispettate, ma nessuno può dire a nessuno cosa fare e come farlo. Io ad esempio non utilizzo aglio e cipolla nei miei piatti: all’inizio mi hanno massacrato, ma ora sono dove sono. O come il caso scoppiato attorno all’Amatriciana di Carlo Cracco: non si può fare polemica per la modifica di un ingrediente. Il “Carbonara Gate” è il sintomo di quella che sembra essere una malattia comune a tutti: il parlare di cibo. Io da cuoco non ne posso assolutamente più. Ognuno gioca col cibo. Questa ricetta francese a me sembra più una provocazione: del resto chi in Italia a casa sua cucina come fanno in Francia? Basti ricordare solo che il mondo si divide in quelli che cucinano bene e quelli che cucinano male”.
Il video con la ricetta originale
A scanso di equivoci, ecco la ricetta originale in un video realizzato proprio da Barilla (marca di pasta utilizzata anche nel video francese) in collaborazione con l’Huffington Post. Ma prima ricapitoliamo. Per riprodurre la ricetta originale della Carbonara, si devono avere a disposizione guanciale, pecorino romano, pepe, uova, senza dimenticare un piccolo segreto da scoprire alla fine del video.
Quando toccò all’Amatriciana di Cracco
Del resto anche il caso dell’Amatriciana con l’aglio in camicia preparata da Carlo Cracco, che francese non è, scatenò un putiferio, tanto da spingere il comune di Amatrice a una dichiarazione ufficiale contro il giudice di MasterChef, in cui si riportava la vera ricetta di questo piatto dal valore universale. “La tradizione vuole solo guanciale, pecorino, vino bianco, pomodoro San Marzano, pepe e peperoncino”, scrisse un portavoce dell’amministrazione sulla pagina Facebook ufficiale del Comune. Se non ne eravate a conoscenza, prendete nota.