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Inizia come musicista, poi con suo fratello si appassiona al fintech e crea un’azienda nel dormitorio dell’università. Il successo arriva subito, e anche le grane. La crisi del 2008, il fratello che gli fa causa. Ma Dan Price, 32enne del Michigan, trova la formula del successo: aumentare il salario minimo dei suoi dipendenti a 70 mila dollari, abbassando il suo di quasi 1 milione. Da quel giorno è sulle copertine di mezzo mondo e ha rilasciato più interviste di una star di Hollywood. Un eccesso di filantropia o una sconfinata furbizia?

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Dal rock al fintech

Dan è il quarto di sei figli.  Ama il rock e piace alle donne grazie a questa sua somiglianza con Brad Pitt. Dentro sente di avere il sangue della rockstar, ma i più importanti palcoscenici che calca sono i bar e i ristoranti che a volte non lo fanno neanche esibire all’interno, ma fuori davanti alle vetrine. Ma Dan è uno furbo, sa osservare, mentre impara dal padre, consulente per l’industria delle carte di credito, l’arte della negoziazione. Ed è in questa che eccelle, più che con la musica.

A contatto con proprietari di bar e ristoranti si rende conto di quanto siano spremuti dalle transazioni con carta di credito, fee insostenibili e lamentele quotidiane. Allora con suo fratello Lucas  si inventa un business nel 2004, si chiama Gravity Payments con l’idea di essere un intermediario tra i negozianti e i big player delle carte di credito. I primi clienti sono suoi amici, poi ne trova altri a Seattle. L’azienda inizia a fare soldi, dai Pos, arriva al mobile payment sul modello Square, più software di analytics per aiutare i piccoli business a conoscere meglio i clienti e le loro abitudini.  Le cose vanno bene, Dan nel 2012 aumenta il suo stipendio fino a 1 milione. Intanto, Lucas abbandona l’azienda per poi, qualche anno dopo fare causa al fratello.

È il miglior boss d’America?

Così titola una delle copertine di Inc.com, che mette Dan in prima pagina. È appena giunta notizia della sua decisione di abbassarsi lo stipendio e aumentare il tetto del salario minimo per i suoi dipendenti : «Ho venduto tutte le mie azioni, due proprietà, inclusa la mia casa (1,2 milioni di dollari) per versare 3 milioni nelle casse dell’azienda» spiega Dan a Inc.com.

Perché lo fa?  Il Ceo racconta di un episodio, di uno scontro con la centralinista che in sostanza lo accusa si sfruttare il suo lavoro (guadagna 35 mila dollari l’anno), impendendole di vivere una vita decente: «Le ho risposto che la sua paga era dettata dal mercato. E lei mi ha replicato che i dati non le avrebbe permesso di arrivare a fine mese senza affanni», racconta. A questo aggiunge un altro episodio, di aver letto di uno studio di 2 premi Nobel, Daniel Kahneman e Angus Deaton, che lega la felicità delle persone a una soglia di guadagno minima. Indovinate quale? Esattamente 70 mila dollari.

Quando Dan fa la scelta, ed è storia recente, di aumentare i salari, delle persone che lavorano per lui a una media di 50 mila dollari. Chiama la stampa, quella che conta, NBC News, il New York Times e racconta quello che ha intenzione di fare. La bomba è esplosa. Diventa una vera star e i palcoscenici che sognava da musicista li raggiunge da imprenditore.

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Sta costringendo i big a fare come lui

Non c’è un giornale, una rivista di business, una trasmissione in America che non parla di lui. È sulla cresta dell’onda e sa cavalcarla. La storia per la stampa è manna scesa dal cielo: il “Robin Hood degli imprenditori”, il “capitalista socialista”, ma anche più scherzosamente “Gesù”, in virtù della sua lunga chioma. Tutti fanno a gara per avere una sua dichiarazione. Intanto l’azienda cresce e tanto. Da 200 clienti al mese, sfiora i 400. I dipendenti si dividono, due lasciano perché capiscono che con il tetto il loro lavoro non sarebbe stato degnamente retribuito. Altri si sorprendono di guadagnare così tanto in rapporto a quello che fanno per l’azienda.

Si apre un dibattito, alcune grosse aziende decidono di inserirsi nella discussione e offrono nuovi incentivi ai dipendenti, aumentando per esempio i congedi parentali, lo fa Microsoft, Netflix, Adobe. Ma nessuno riesce a strappare la palma a Dan di migliore boss al mondo. I profitti dell’azienda (13 milioni di fatturato nel 2013, crescono nel 2015 del 128%, dati Inc.com).

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Ma c’è chi grida alla bufala

Come per ogni personaggio troppo amato, ci sono anche voci discordanti che è giusto ascoltare. Mentre New York Times, Forbes, Inc, Entrepreneur, esaltano la bontà e vision imprenditoriale di Dan, c’è chi come Bloomberg prova a connettere i punti, espressione cara a Steve Jobs. E offre un ritratto molto diverso, evidenziando tutti i lati oscuri di Dan che non sarebbe così un santo come parte della stampa ha provato a dimostrarlo. Nell’articolo di Karen Wise dal titolo “The CEO Paying Everyone $70,000 Salaries Has Something to Hide” si va giù duro sul “Brad Pitt” della finanza.

La rivista americana incontra Dan e prova a inchiodarlo su un fatto che i media hanno passato in secondo piano. La causa con suo fratello: «Price ha impropriamente usato il suo controllo sull’azienda per aumentare il suo salario in modo spropositato» riporta Bloomberg che ha studiato le carte del tribunale. Insomma, la tesi è che la decisione di abbassarsi lo stipendio sia legata proprio a questo motivo, più che a un atto di filantropia. La scelta successiva di aumentare il salario dei dipendenti farebbe parte di una strategia mediatica per uscirne pulita e infangare suo fratello. Cosa che poi è realmente avvenuta con Lucas accusato di aver fatto causa per l’aumento dei salario. Anche se, come fa notare Bloomberg, la citazione in tribunale precede di due settimane l’annuncio alla stampa di Dan. Insomma, la vicenda ha ancora molto da dire e probabilmente se ne saprà di più tra un mese, quando inizierà il processo.

Altre accuse arrivano da Hustle. Anche qui si evidenzia come lo stipendio che aveva da Ceo prima del taglio, di 1 milione non era stato approvato dal board dell’azienda. E si svelano particolari anche sul privato di Dan che avrebbe più volte picchiato l’ex moglie.

C’è un fatto da registrare: 70 dipendenti di Gravity guadagnano il doppio di prima. Poi ci sono gli scocciatori, quelli che cercano sempre il pelo nell’uovo. Quelli come Bloomberg che non si accontentano delle verità pre-confenzionate. Quelli che vanno oltre le cose, oltre gli applausi, i consensi unanimi, la notizia facile. E che ha volte hanno pure ragione. A volte.

Giancarlo Donadio
@giancarlodonad1