firma email wapp 3

Sono solo 3 lettere “MSN”, ma aprono un mare di ricordi ai trentenni di oggi.  Le prime emoticon, alle quali poi ci saremmo abituati,  le notifiche, come il “trillo” (lo ricordano bene, soprattutto i deboli di cuore) sono parte della storia di quello che è stato Msn (poi Windows Live) Messenger, uno dei più fortunati servizi di messaggistica istantanea (desktop) nonché, forse in assoluto, il primo esperimento di quelli che poi chiameremo “social network”. Un giocattolino che nel 2009 poteva contare ancora su 330 milioni di utenti, malgrado Facebook.

msn-messenger-storia

Forse non tutti sanno che dietro la creazione del servizio di video chat passato alla storia, c’è Nathan Myhrvold, genio dell’hitech che a poco più di 20 anni, fonda la sua prima startup, si chiama Dynamical System Research e nel 1986 sviluppa un ambiente operativo che consente di usare più applicazioni allo stesso tempo. Microsoft compra l’idea per 1,5 milioni di dollari e fa suo anche Nathan, che per 13 anni scala posizioni fino a diventare CTO, mentre scrive un documento che cambia per sempre la vita della multinazionale di Bill Gates.

nathan-myhrvold-flickr-sifu_renka

«Caro Bill Gates, basta adattare cose, facciamo vera innovazione»

Nathan, master in matematica ed economia a Princeton e un post dottorato a Cambridge sotto la guida di Stephen Hawking (il fisico teorico che ha studiato i buchi neri e l’origine dell’universo, ndr) non ha certo il profilo di chi entra in una grossa azienda in punta di piedi. Il primo incarico che gli viene affidato è di occuparsi dello sviluppo di tecnologia avanzata, ma nota una falla in azienda e allora scrive un documento di 21 pagine nel quale chiede a Bill Gates (al tempo ancora Ceo di Microsoft) di creare una squadra speciale, un team di ricercatori, il Microsoft Research, per sviluppare progetti innovativi e proiettare la multinazionale nel futuro: «C’era una volta un tempo in cui era chiaro come creare nuovi prodotti, bastava portare le idee che avevano funzionato sui grossi computer e riproporla su quelli piccoli […]. Oggi abbiamo esaurito il bacino da cui attingere e sono finiti i giorni in cui innovare significava adattare […]. Abbiamo bisogno di esplorare nuove strade del futuro, creare nuovi prodotti, valutare il loro impatto e poi portarli sul mercato», scrive Myhrvold, che tra i suoi doni ha quello di essere molto persuasivo. Gates risponde “okay” e dà gli dà carta bianca. Sarà lui a mettere i primi mattoni di quello che oggi è un centro di ricerca nato nel 1991 con un gruppo di cinque persone e cresciuto fino a impiegare oggi oltre 1000 risorse, tra informatici, ingegneri, matematici, fisici, con sette centri tra America, Europa e Asia.

La nascita di Msn

È il 24 agosto 1995 quando debutta uno dei primi prodotti del team che Microsoft decide di commercializzare. Si chiama Microsoft Network, un insieme di servizi online. Due su tutti diventano subito popolari, Hotmail (per la posta elettronica). E soprattutto Messenger, servizio di istant messaging. Oggi l’idea, nell’epoca di Whatsapp e affini, fa un po’ sorridere. Ma basta fare un tuffo nel passato per capire quanto fosse rivoluzionaria in anni in cui tutti i ragazzi possedevano cellulari con traffico prepagato ed erano ancora lontani i tempi in cui sarebbe stato possibile inviare messaggi gratis. Le chat, certo già esistevano, ma erano luoghi pubblici, mentre con Messenger potevi chattare, fare video, telefonate, con la tua lista di amici in Italia o all’estero. Tutto gratis. I trentenni che ci sono passati, quelli che oggi chiameremmo Millennials, ricordano bene le serate passate davanti allo schermo con la chat che da “cosa da nerd”, diventa uno strumento alla portata di tutti.

Nathan e il suo team hanno inventato il “web 1.9”: quello 2.0 di Zuckerberg erano avanti di pochissimo. Una distanza minima che tuttavia sarebbe stata decisiva.

Skype (e Facebook) rottamano il Messenger

È una cavalcata incredibile quella di Messenger. Dai 31 milioni di utenti del 2001, in pochi anni supera i 100 milioni. Fino al raggiungere i quasi 300 milioni nel 2007. Poi un lento declino. Il mondo stava cambiado. Google mangia fette di mercato del web, sottraendole a Yahoo! e Microsoft. Intanto un ragazzo in una stanza di Harvard fa un social, è Facebook, che inaugura una nuova era e tutto quello che era il Web ne esce radicalmente trasformato. Messenger perde utenti, una caduta del 48% l’anno. Mentre un altro software di messaggistica istantanea e voip, nato in Estonia da Jaan Tallinn, Ahti Heinla e Priit Kasesalu, cresce a ritmi vertiginosi.  Si chiama Skype e nel 2011, ha 663 milioni di utenti registrati in tutto il mondo. Prima acquistata dal gruppo eBay per 2,6 miliardi di dollari, l’ex startup viene comprata, nel 2011, proprio da Microsoft per 8,5 miliardi di dollari. Però l’azienda di Redmond adesso si ritrovava in casa 2 concorrenti, di cui 1, il Messenger, sta zoppicando da tempo. Nel 2012 la decisione che i fan del servizio non avrebbero mai voluto sentire: Messenger confluisce in Skype che lo rimpiazza ufficialmente. E vengono chiusi anche i cosiddetti “space”, i blog, associati a ogni account. È la fine di un servizio e di un’epoca.

Il divorzio tra l’inventore di Msn e Microsoft

Myhrvold non vedrà la morte della sua creatura. Dopo 13 anni di onorato servizio lascia Microsoft per dedicarsi a nuove attività. Oggi ha 56 anni, e leggendo la sua biografia sterminata, sembra impossibile che un uomo abbia realizzato così tante cose in così poco tempo. Cuoco esperto scrive insieme a celebri chef ed esperti hitech un libro sulle nuove frontiere della cucina come le tecniche del sottovuoto, tra tradizione e tecnologia, 2.348 pagine che diventano un vero e proprio cult. Dedica il suo tempo e milioni alla ricerca di fossili di dinosauro, aiutando un celebre paleontologo Jack Horner a trovare nove nuovi reperti, come racconta Forbes. Mentre mette altri soldi nel SETI Institute, insieme al suo ex collega in Microsoft Paul Allen, per cercare forme di vita extraterrestri e sviluppare un nuovo telescopio, l’Allen Telescope Array.

Ora Myhrvold fa soldi coi brevetti

Il nome di Nathan Myhrvold negli ultimi anni è associato alla Intellectual Ventures, società che sviluppa, compra e vende brevetti per risolvere grosse sfide dell’umanità come epidemie e riscaldamento globale. Fondata nel 2000, l’azienda ha raccolto finanziamenti complessivi di 5,5 miliardi (da Microsoft, Intel, Sony, Nokia, google, Yahoo!) tra gli altri. Più investimenti da università come Stanford.  E ricavi di 3 miliardi di dollari sulle licenze accumulate negli anni. Un vero e proprio dominio sul mercato dei brevetti: ne possiede circa 70 mila che ha fatto piovere sulla testa di Nathan Myhrvold critiche feroci. Società di questo tipo vengono etichettate in America come “patent troll”, non certo un titolo d’onore.
Secondo i detrattori fanno business nelle aule dei tribunali
. In sostanza, prima acquistano brevetti da ogni parte del mondo e poi aspettano che una piccola o grossa azienda crei qualcosa di simile per poi scatenare una battaglia legale e lucrare. Questo ha reso il papà di Msn (secondo Business Insider) uno degli uomini più odiati del tech, tanto che il sito statunitense si chiede se l’imprenditore sia un eroe del tech oppure un nemico. Accuse dalle quali Myhrvold si è sempre difeso: «Lo scopo dell’azienda è di investire in nuove invenzioni. Le grosse aziende che mi accusano di essere un troll sono solo ipocrite. Facciamo esattamente quello che fanno Microsoft, Apple, Facebook. Tutte comprano brevetti per rivenderli e guadagnarci».

Il primo Messenger non si scorda mai

Non sta a noi giudicare Myhrvold, anzi, noi nel 2000 eravano adolescenti vorremmo ricordarlo per quello che ha regalato alla nostra generazione prima di diventare un mercante di brevetti. Messenger, quello di Msn e non quello di Facebook, nessuno lo ha dimenticato e lo potrà mai dimenticare. Negli anni sono nati gruppi di nostalgici su Twitter come su Facebook. A leggerli oggi i tweet raccontano di un mondo spazzato via in così poco tempo: “Quando chiedevo a qualcuno il suo contatto Msn e non più il suo numero di telefono” si legge con l’hashtag #MSNMemories, una commemorazione dovuta per quei servizi tech che ti cambiano la vita sul serio.

Giancarlo Donadio
@giancarlodonad1