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Meno uno! Domani si alzerà il sipario sulla finalissima degli Italian Fintech Awards, la competizione di CheBanca! dedicato all’universo fintech. Dodici finaliste si troveranno l’una di fronte all’altra per contendersi gli ambiti premi: un finanziamento di 25 mila euro, più la possibilità di formarsi in due acceleratori in Uk, Level39 e Startup Bootcamp FinTech. Tra i tanti ospiti all’evento anche David Birch e il Ceo di Number26 Valentin Stalf.

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Il p2p lending e le app che ti fanno investire

La disruption del fintech ha riguardato tutti gli aspetti del mondo finanziario, che in questi anni ha mutato completamente il suo aspetto. Due tra tutti sono tra i più interessanti. Stiamo parlando del lending p2p, noto in Italia anche come social lending, il prestito tra i privati,  che cresce in tutto il mondo: 70 miliardi di dollari il volume dei prestiti nel 2014 sulle principali piattaforme del settore secondo il report del World Economic Forum.

Mentre nuovi modelli e app democratizzano la Borsa, non solo esperti, ora tutti possono investire i propri risparmi e farli fruttare. Un settore quello dei robo advice (software che sostituiscono la figura del consulente a abbassano i costi delle operazioni di investimento) che per il Financial Times vale oggi 43 miliardi di dollari.

Soisy

Tra le startup finaliste tre operano nei settori del lending e investimenti. Soisy è una piattaforma web e mobile di prestito tra privati (peer-to­-peer lending) per fare investimenti, richiedere prestiti e concludere pagamenti. Su Soisy operano gli investitori – offrendo somme di denaro ad un certo rendimento e per una certa durata – e i richiedenti di prestito, facendo domanda di denaro per scopi ben definiti e per una durata commisurata al proprio profilo di rischio.

SelfieWealth

Mentre altre soluzioni aiutano i piccoli risparmiatori a investire e le aziende a diminuire i rischi finanziari. Come SelfieWealth che si occupa di diversificazione degli investimenti e gestione real-time delle preferenze d’investimento di singoli clienti, “producendo” portafogli ottimali per il rapporto prescelto di rischio/rendimento grazie alla tecnologia robo-finance.

eKuota

E poi c’è eKuota, che offre ad aziende strumenti di gestione dei rischi finanziari con tecnologie all’avanguardia. Obiettivo: la protezione dell’impresa dagli eventi sfavorevoli mediante il monitoraggio sistematico delle condizioni di rischiosità e l’implementazione delle opportune strategie.

Il p2p lending in Italia

Se nel mondo impazza, in Italia la situazione non è ancora particolarmente matura. 23 milioni il volume dei progetti finanziati secondo una ricerca commissionata da  Crif a Sda Bocconi dal titolo “Peer-to-peer lending: mito o realtà?”, anche se c’è da dire che i dati si riferiscono al 2014 e sono in elaborazione report per il 2015. La situazione, tuttavia, è in evoluzione stimolata indirettamente dalle banche che hanno limitato sempre di più il numero di prestiti concessi, una delle conseguenze della crisi finanziaria iniziata nel 2007.

Tre sono i grandi attori del settore nel nostro Paese oggi. C’è Prestiamoci, la startup dei prestiti privati della scuderia di Digital Magics che ha raccolto più di 3 milioni di euro di finanziamenti. Il Ceo è Michele Novelli. Smartika fondata da Maurizio Sella  (300mila euro di fatturato, 20,8 milioni di euro prestati, nel 2015). L’anno nuovo è iniziato bene per la piattaforma  che ha ricevuto un round di serie B, da 4,5 milioni di euro con il venture britannico, Hamilton Ventures. E Borsa del Credito, che nel 2015 ha aperto un canale di P2P lending come primo operatore di prestiti per le aziende in Italia. A dicembre la startup di Antonio Lafiosca ha ottenuto 1 milione di euro di finanziamento da P101.

I leader del lending Uk e Usa

715 milioni di sterline erogati solo nel primo trimestre del 2016. E un mercato, quello del lending in Uk, che cresce a ritmi vertiginosi, nel 2015 ha raggiunto un valore di 456 milioni di sterline, quasi raddoppiato dai 250 dell’anno precedente. Molti startupper britannici hanno trovato fortuna e raccolto tanti soldi proprio con idee nel settore. Da RateSetter di Rhydian Lewis e Peter Behrens che ha ottenuto complessivamente 46,83 milioni di dollari nei suoi round. A Zopa di James Alexander, Richard Duvall, David Nicholson, Giles Andrews, tra i pionieri del lending in UK, fondata nel 2005 e con 56,63 milioni di dollari ricevuti. Fino aFunding Circle, l’idea di Samir Desai, focalizzata sui prestiti alle piccole imprese, che ha ottenuto dal 2010 a oggi una cifra record di 273 milioni di sterline.

Le cose si muovono velocemente anche negli Stati Uniti dove i maggiori player del settore continuano a ricevere milioni di dollari di investimento, come svela TechCrunch in questo articolo sullo stato del P2P lending in USA, con i numeri dei big del settore. Come Lending Club fondato da Renaud Laplanche ha prestato 8 miliardi di dollari nel 2015 ed è sbarcato in Borsa con una valutazione di 9 miliardi. Numeri importanti anche per l’altro gigante del lending USA, Prosper, fondato da John Witchel e Chris Larsen, che ha offerto prestiti per un valore complessivo di 3,7 miliardi di dollari nel 2015, a fronte di una raccolta di finanziamenti complessiva di 165 milioni.

Le sfide del p2p lending

La capacità di adattarsi sempre di più ai regolamenti degli enti di vigilanza, di superare la competizione delle banche (alcune come Goldman Sachs hanno costruito le loro piattaforme di lending),  di farsi strada in alcuni verticali (come le spese sanitarie o quelle per le auto), sono alcune delle sfide che il P2P dovrà affrontare nei prossimi anni.