Winelivery è una startup specializzata nella consegna di vino, birra, distillati e cocktail a domicilio. Sul caso Foodora: “I driver vanno coccolati”
Siete in casa, non avete nulla da bere e volete proprio una birra, un cocktail o un bicchiere di vino. Winelivery nasce per colmare questa domanda. La startup creata da Francesco Magro e Andrea Antinori offre un servizio speculare a ciò che Foodora e Deliveroo fanno col cibo. «Abbiamo creato un’enoteca 2.0, da divano, per evitare di trovarsi in casa e non avere una buona bottiglia di vino o di birra da offrire ai nostri ospiti» spiega Andrea Antinori, Co-founder e Responsabile Marketing.
Galeotto fu il trasloco…
Valtellinese, amante del buon vino, Andrea racconta di aver fondato Winelivery dopo una sera a casa con Francesco Magro, suo socio, CEO e cofondatore dell’azienda. «Io e Francesco ci conosciamo da una vita. Una sera ci siamo visti a casa mia e, al momento di offrirgli da bere, mi sono resa conto di non avere niente in casa, il che per una che viene dalla Valtellina è piuttosto insolito. Ma avevo appena traslocato a Milano e penso: “Vuoi che non ci sia qualcuno che ti porta da bere a casa qui?”. Abbiamo cercato ed effettivamente non c’era nessun servizio del genere.
Ci siamo detti: “Facciamolo noi”. Antinori e Magro si mettono al lavoro nel febbraio del 2015, impiegano i loro risparmi per creare il sito («perché se aspetti, ti mangiano le idee», dice Andrea) e iniziano a girare Milano in cerca di enoteche e ristoranti che vogliano mettere in vendita gli alcolici fermi in cantina, «seguendo il modello Just Eat» spiega la responsabile marketing di Winelivery. Una volta iniziati gli ordini, hanno creato un proprio store: al primo piano ci sono gli uffici, in cantina ci sono i vini.
Come funziona la prima enoteca da divano
Per ordinare con Winelivery è sufficiente collegarsi al sito o scaricare l’app disponibile per iOS e Android. Una volta inserito il proprio indirizzo di consegna, si passa a scegliere tra una selezione che include oltre 700 referenze tra vini, birre, liquori, distillati, cocktail-kit. Quest’ultimo è composto dalle bottiglie necessarie per preparare il drink desiderato, in quantità sufficiente a dissetare 10 persone. Nel kit ci sono anche il ghiaccio, le cannucce e i bicchieri, ma soprattutto le bottiglie sono alla giusta temperatura per essere usate. Questo è uno dei punti chiave dell’innovazione introdotta da Winelivery nel campo: «Nella nostra cantina i vini rossi riposano a una temperatura che va dai 18° ai 20°, estate e inverno – spiega Antinori – per i bianchi, gli spumanti, le birre e i cocktail abbiamo dei frigoriferi. Inoltre i nostri driver trasportano gli ordini in motorino o in bici, usando dei contenitori che mantengono le temperature». Winelivery assicura la consegna in 30 minuti e senza alcun costo a carico del cliente.
L’importanza di coccolare i driver
Ai tempi della protesta contro Foodora, scoprire che un servizio di consegna a domicilio assicura ai propri clienti la spedizione gratuita, fa sorgere una domanda: come sono pagati i driver di Winelivery? «Abbiamo due squadre di driver: una interna e una in outsourcing – spiega Francesco Magro – per la prima, stipuliamo un accordo di collaborazione e paghiamo ogni turno di reperibilità 10 euro, ogni consegna 2,50 euro, netti. I fattorini esterni invece vengono pagati 4,90 euro più Iva. Inoltre, i motorini per le consegne li forniamo noi». E il margine? C’è, assicura Magro. «L’ordine medio si aggira intorno ai 23 euro, ma ci sono anche ordini in perdita. Ora però abbiamo bisogno di visibilità, quindi accettiamo il rischio e con una crescita mensile del 200% non siamo preoccupati. A Winelivery amiamo coccolare i nostri ragazzi perché sono loro il nostro contatto con il cliente – spiega Antinori – quando è scoppiato il caso Foodora, eravamo proprio a cena con i nostri driver. Condivido la protesta dei fattorini di Torino. Un dipendente felice è un dipendente che lavora bene: posso avere il sito migliore e il servizio di preparazione più veloce, ma se il cibo lo porta a casa una persona stanca e cafona, danneggia l’immagine della mia azienda. Noi come enoteca 2.0, sicuramente ci andremmo a perdere. Foodora è l’evoluzione di un business che funziona, migliorato sul lato dei costi. Finché funziona, tendono a far crescere il margine il più possibile. I ragazzi hanno fatto bene a ribellarsi. Il driver è la persona che mette la faccia nel tuo business. Un driver insoddisfatto demolisce il rapporto con il cliente».
Nel futuro di Winelivery
«Abbiamo in programma di migliorare il nostro sito – spiega Antinori – seguendo le indicazioni dei nostri clienti, introdurremo un servizio di ranking, più consigli sui vini e una selezione di prodotti settimanale». Attualmente Winelivery comunica con i propri clienti via newsletter, girata anche dalle cantine partner del progetto tra cui ci sono Moët & Chandon, Astoria vini, La collina dei ciliegi e il distributore Al.fa.ro Vini, «una sinergia efficace anche via social», commenta la responsabile marketing. Intrigante anche il sommelier online, che promette di consigliarvi il vino giusto per il momento giusto e il piatto giusto. Pronti a riempire i calici?