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Quando la tua startup non riesce a ottenere il sostegno dei venture capitalists per 70 volte, potresti essere portato ad arrenderti. Ma la perseveranza è di sicuro una delle migliori qualità di Rob Hull, founder di Adaptive insights. Dopo essersi visto chiudere la porta in faccia a più riprese, Hull comincia a prendersi ora le sue rivincite. La sua azienda è cresciuta molto dal 2003, anno in cui è stata fondata. Oggi ha 3.000 clienti in 85 Paesi e vale un miliardo di dollari.

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70 volte “no”, prima di farcela

Adaptive Insights ha la sua sede principale a Palo Alto ma è presente anche in Australia, Regno Unito e Giappone. Gartner Magin Quadrant l’ha individuata quest’anno come l’unica a sviluppare un software interamente basato sul cloud. Adaptive Insights si occupa di corporate performance management (Cpm). Aiuta cioè le aziende ad aumentare la produttività, a pianificare le vendite e tenere sotto controllo i dati finanziari, ad analizzare in tempo reale le performance aziendali. Negli anni ha raccolto 176 milioni di dollari di finanziamenti in 7 round e ha acquisito anche un’altra startup, myDials, che si occupava di business intelligence. Non è stato facile per Hull e per la sua azienda affermarsi, però. Il business di Adaptive Insights non raccoglieva la fiducia degli investitori: «All’inizio gli investitori ci hanno accolto con un sacco di preoccupazioni. C’erano delle persone che ci dicevano i motivi per i quali saremmo falliti», ha detto Hull a Business Insider.

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Adaptive Insights, perché nessuno ci credeva

Il problema principale quando Adaptive Insights ha lanciato il suo prodotto era la diffidenza riguardo alla possibilità che i reparti finanziari delle aziende potessero mettere su un cloud i loro dati. E poi c’erano competitor molto più grandi come Microsoft e Oracle che erano considerati molto più affidabili. In effetti, dopo il primo round nel 2003 l’azienda conobbe un periodo di crisi. Tanto che Hull decise di rinunciare al suo stipendio e cominciò a considerare l’idea di vendere. Attraversò due anni difficili, ma decise di non mollare. Fino a quando riuscì a entrare in contatto con Jerry Engel di Monitor Venture che assicurò all’azienda 7 milioni di finanziamento e le permise di sopravvivere. Hull è stato pi abile anche a sfruttare la crisi economica del 2008 offrendo strumenti agli imprenditori per controllare le spese e riuscire a razionalizzarle.

Consigli a chi fa startup

Oggi Rob Hull non è più il ceo di Adaptive Insights ma continua a rappresentare il volto dell’azienda della quale è presidente. Guarda ai suoi difficili inizi e si sente di dare dei consigli ai giovani startupper che affrontano un periodo non meno duro di quello che ha dovuto affrontare lui: «Il mercato degli investimenti attraversa dei cicli. Ti conviene quindi concentrarti su ciò che puoi controllare bene. Questo significa costruire il tuo business». Da parte sua quindi l’incoraggiamento è a credere nelle intuizioni e a non farsi scoraggiare. Raccomanda, però, di tenere sempre sotto controllo le spese: «Assicurati di essere sempre concentrato sul flusso di cassa così da poter gestire il tuo destino», dice. Infine suggerisce di dedicarsi a un progetto alla volta con l’obiettivo di realizzarlo per bene, senza perdersi in imprese troppo grandi per essere portate a termine.