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Continuano gli esperimenti e i test degli istituti di credito sulla blockchain. Stavolta è niente meno che la Banca centrale dei Paesi Bassi a preparare un progetto ambizioso. Secondo il responsabile del programma alla De Nederlandsche Bank la natura distribuita di quel meccanismo può condurre a reinventare totalmente le infrastrutture del mercato finanziario, ben oltre certi ambiti in cui il sistema alla base dei Bitcoin è stato già messo alla prova.

Perché alle Banche centrali serve la blockchain

Si tratterebbe anzitutto di ricadute in termini di sicurezza: per ingannare piattaforme finanziarie distribuite un attaccante dovrebbe guadagnare il controllo di oltre la metà dei nodi coinvolti. Non proprio un gioco da ragazzi. Il nuovo test inizierà alla fine dell’anno e punta proprio a trovare nuove soluzioni di sicurezza per rispondere alle sempre più frequenti brecce aperte dagli hacker (le ultime a marzo nei confronti di Nasdaq e NYSE), anche su invito del capo della Banca internazionale degli investimenti, un istituto finanziario sovranazionale con sede a Mosca.

Ron Berndsen

Ron Berndsen

Il banchiere fan della blockchain

Ron Berndsen, capo dell’infrastruttura di mercato della Banca centrale dei Paesi Bassi, ha motivato in un’intervista a CoinDesk la sua fiducia nella blockchain: «Con la necessità d’infilarsi in 2 o 3 data center gli hacker possono tranquillamente tirare giù l’infrastruttura di rete ma con la blockchain puoi diffondere i nodi e non far mai sapere dove siano».

Esperimenti che Berndsen, docente alla Tilburg University, porta avanti da tempo. Il mese scorso, per esempio, ha fatto sapere di aver iniziato a usare un software per simulare le condizioni da qui al 2140, quando sarà prodotto l’ultimo bitcoin. «Ogni banca centrale dovrebbe condurre questi test» ha spiegato, sostenendo però che in moltissimi casi la questione non è all’ordine del giorno. Neanche negli istituti nei quali è coinvolto come componente dei vari organismi.

Un campus per studiare la blockchain

Ora il nuovo fronte è appunto quello di un “fmi”, un sistema multilaterale fra varie organizzazioni, inclusi attori del sistema bancario, utilizzato per organizzare e gestire pagamenti, derivati e altre transazioni finanziarie. Insomma, il cuore di un istituto finanziario. A settembre partirà infine un singolare Blockchain campus per insegnare ad altri professionisti e colleghi delle banche centrali internazionali i vantaggi del sistema distribuito.