La capitale danese punta entro il 2025 a far spostare il 50 per cento dei suoi abitanti in bicicletta e a produrre energia pulita attraverso le biomasse. Tutto in un contesto urbano moderno e iperconnesso
Prima smart city europea secondo Fast Company nel 2013. Capitale europea green nel 2014. Prima città del continente ad azzerare le emissioni di anidride carbonica entro il 2025. Copenaghen è così, piena di primati. E li ha meritati con anni di lavoro per cercare di rendere i suoi servizi efficienti e di battere gli altri sul tempo. La costruzione della città intelligente ha richiesto molti sacrifici. Oggi la capitale della Danimarca è una metropoli, lontana anni luce dal villaggio vichingo di pescatori che iniziò la sua storia nel decimo secolo. Molto del suo sviluppo l’ha comunque deciso il mare: Copenaghen è stata ed è la porta del mar Baltico, al centro dei traffici commerciali del Nord Europa. Ed è circondata dall’acqua che rappresenta ancora una delle sue principali attrazioni turistiche.
Tutti in bicicletta
Copenaghen è la città più grande della Danimarca. La popolazione urbana supera le 590 mila unità, ma la capitale è il centro di un’area più vasta che raccoglie 1 milione e 200mila persone. Nonostante i grandi numeri, è riuscita a diventare un centro virtuoso e ad eccellere nella sostenibiità ambientale. La Danimarca ha istituito un ministero dell’Ambiente nel 1971 e due anni dopo era diventata già la prima nazione al mondo a dotarsi di una legislazione ambientale. Questa sensibilità è evidente nella capitale: le direttive locali hanno permesso di avviare una politica a favore dell’uso della biciletta in città. E l’obiettivo oggi è portare al lavoro o a scuola su due ruote il 50 per cento degli abitanti. Questo progetto si accompagna a provvedimenti per rendere più sicura la circolazione dei ciclisti e ridurre così il numero di quelli feriti dell’80 per cento. Molto è stato già fatto grazie alla realizzazione di piste ciclabili che corrono in città per oltre 400 chilometri. Ma soprattutto l’uso della bicicletta per spostarsi è stato incoraggiato da una ragione pratica: in molti casi è il modo migliore e più veloce per raggiungere un posto, senza sentire il bisogno di affidarsi all’automobile.
La metropolitana con tecnologia italiana
Gli sforzi per una mobilità urbana senza emissioni passano anche per il sistema dei trasporti pubblici. L’esempio più significativo sta nella metropolitana. È completamente automatizzata grazie a una tecnologia che è italiana perché è stata sviluppata da Ansaldo. I treni si spostano senza il bisogno di macchinisti e senza interruzioni durante l’anno: il servizio è garantito anche di notte e nei giorni festivi. La frequenza dei trasporti, 4 minuti di attesa al massimo, rende poi la metropolitana un sistema più che affidabile negli spostamenti cittadini. Italiana è anche la nuova linea che sarà realizzata entro il 2019. Si tratta della Cityringen, la linea circolare con 17 stazioni che la Salini-Impregilo costruirà nella capitale danese. Anche in questo caso l’amministrazione ha deciso di affidarsi alla tecnologia di treni senza conducente di Ansaldo che assicureranno i collegamenti agli oltre 130 milioni di passeggeri che usano la metropolitana ogni anno.
ll parcheggio subacqueo che ha traformato il porto
L’uso dei mezzi di trasporto pubblico e il forte incentivo a spostarsi a piedi o in bicicletta non ha però significato l’eliminazione completa del traffico di automobili. Per questo motivo Copenaghen ha di recente inaugurato un innovativo parcheggio subacqueo in grado di contenere 500 automobili. La straordinarietà della struttura, però, è legata alla nuova vita che l’amministrazione cittadina ha voluto dare al porto industriale. Il Kvæsthusmolen – così si chiama il parcheggio – sorge infatti sotto una penisola artificiale in quello che prima era il luogo di attracco dei traghetti per Oslo. In superficie è stato realizzato uno spazio per attività ed eventi. È possibile stare seduti a guardare il mare, giocare a pallavolo o andare a teatro nella rinata Kvæsthus Square e godere della Ophelia Beach, creata per non lasciare inesplorata nessuna delle potenzialità del posto.
Come produrre energia pulita
Copenaghen sfiora la perfezione anche nel ciclo dei rifiuti. Il dato è impressionante e fa invidia a qualsiasi città: il 90 per cento degli scarti viene riutilizzato: il 58 per cento attraverso il sistema di riciclo. Il restante 40 per cento per alimentare le centrali energetiche. Il riscaldamento del 98 per cento degli edifici è assicurato dalla produzione proveniente da centrali di cogeneramento e la fonte di energia è soprattutto quella delle biomasse. Inoltre, in giro per la città ci sono dei cassonetti intelligenti alimentati a energia solare: grazie al segnale Gps e agli speciali sensori di cui sono dotati, i bidoni fotovoltaici comunicano con la centrale quando sono pieni e permettono di ottimizzare la spesa per gli operatori ecologici. Nel piano climatico della capitale c’è anche una riduzione dell’uso delle automobili a combustibili fossili a favore dell’impiego di veicoli elettrici che saranno parte del sistema di car pooling cittadino. Tra i metodi di produzione di energia pulita adottati dalla città ci sono anche le pale eoliche che caratterizzano il panorama della costa nella cosiddetta wind farm Middelgrunden.
Il ponte tra Svezia e Danimarca
Dal 2000, quando è stato inaugurato il ponte Øresund che collega la capitale danese con Malmö in Svezia, Copenaghen si è imposta come punto di riferimento di un’area urbana ancora più vasta che va al di là dei confini nazionali. La struttura è costata 3 miliardi di dollari e consiste in un ponte, un’isola artificiale e un tunnel. Assicura oggi un collegamento stradale e ferroviario di 16 chilometri tra le due nazioni. In realtà, ha fatto molto di più di questo: ha creato una regione economica di 3,7 milioni di abitanti. Il ponte ha ridotto di molto le spese di spostamento di lavoratori tra i due Paesi e ha addirittura ispirato una serie televisiva svedese, The Bridge appunto.
I big data aiutano la città
La Copenaghen del futuro non potrà però fare a meno dei big data e della loro gestione per il miglioramento del funzionamento della città. Le prime sperimentazioni già ci sono state nel campo dell’illuminazione cittadina e nella gestione del traffico. Per fare un esempio, una delle cose che sarà possibile fare tramite il controllo congiunto di circolazione dei veicoli e illuminazione delle strade, sarà assicurare maggiore luce agli incroci quando è in arrivo una bicicletta. Un sistema intelligente che potrà di sicuro evitare incidenti, reso possibile grazie alla connessione wi-fi dei vari dispositivi urbani.
Lara Martino
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