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Nel successo del fintech londinese un contributo determinante è offerto dagli enti di controllo. FCA (Financial Conduct Authority) che opera in Uk è apprezzato in tutto il mondo, anche da big come Microsoft che recentemente lo ha lodato pubblicamente per come ha saputo trovare un compromesso tra regolamenti e innovazione. L’authority ha, inoltre, trasformato la Gran Bretagna nel Paese con le normative più favorevoli al fintech, secondo il report della società di consulenza Ernst & Young, analizzato nel dettaglio dal Financial Times.

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Quasi 7 miliardi di revenue nel 2015

Bastano i numeri per capire i risultati ottenuti dalle politiche di FCA in Gran Bretagna. Il primo posto nella classifica di Ernst & Young, che vede l’ecosistema britannico competere con California, New York, Singapore, Germania, Australia e Hong Kong, poggia su dati solidi: 6,6 miliardi di sterline le revenue del fintech in Uk con oltre 61 mila posti di lavoro creati (dati relativi al 2015): «Ci sono altri enti regolatori con più fondi e risorse e altri con maggiori poteri. Ma solo quello britannico, a differenza di altri, ha saputo promuovere l’innovazione e la competizione. E al contempo difendere la stabilità finanziaria e la sicurezza dei consumatori» spiega al Financial Times, Imran Gulamhuseinwala, global leader per il fintech di Ernst & Young.

È figlia della crisi finanziaria

L’authority britannica ha saputo trarre lezione dalla crisi finanziaria del 2008 e ha lavorato con la volontà di rompere definitivamente con il passato e con i monopoli che avevano fino ad allora dominato il mondo dei servizi finanziari: «Siamo partiti dalla consapevolezza che era necessario promuovere la competizioni per fare gli interessi dei consumatori. L’unico modo per realizzare entrambi gli obiettivi era di creare un ambiente di norme che accogliesse l’innovazione», è il parere di uno dei manager dell’Authority, Chris Woolard.

Viva la sandbox

In ambiente informatico il “sandbox” è un termine usato per definire un ambiente di test o di prova, in genere utilizzato per lo sviluppo di test e applicazione. FCA ha saputo creare dei sandbox nei quali consentire alle aziende fintech di usufruire di regolamenti temporanei e così portare alla luce nuovi prodotti, superando l’ostacolo normativo: «Questo ha permesso a molte fintech di non mettere i problemi burocratici al centro della loro idea di business e ha consentito, al contempo, all’authority di monitorare quei nuovi fenomeni che rischiano di restare ai margini del sistema normativo».

A logo sits on a sign in the reception area of the Financial Conduct Authority (FCA) in the Canary Wharf business district in London, U.K., on Thursday. Nov. 21, 2013. The FCA is working with regulators including the U.S. Department of Justice and the Commodity Futures Trading Commission to investigate the potential manipulation of the foreign-exchange market. Photographer: Chris Ratcliffe/Bloomberg

Cooperazione tra ecosistemi

FCA ha fatto scuola. Sul suo esempio molti enti regolatori stanno lavorando per creare un ambiente normativo favorevole allo sviluppo delle startup. Come succede in Australia e nelle ‘authority del mercato borsistico che hanno deciso di adottare la tecnologia alla base della blockchain, la rete peer-to-peer sulla quale avvengono le transazioni in bitcoin. Come FCA l’ecosistema australiano è molto attento ai nuovi sviluppi della blockchain e la vicinanza alle politiche dell’authority britannico è confermata dalla decisione delle due nazioni di collaborare per aiutare le fintech nazionali a esportare i loro prodotti nei rispettivi mercati. Ma non è tutto qui: il governo australiano e britannico hanno un accordo con Singapore (con il Monetary Authority) che non è a caso un altro dei migliori ecosistemi per il fintech inserito nella classifica di Ernst & Young.

Regole e leggi smart (forse anche troppo)

Secondo il Financial Times sono due i principali motivi per cui l’authority inglese sta ottenendo così tanto successo presso le startup fintech: la capacità di trarre lezioni dal passato, tanta strada è stata fatta dallo scandalo del Libor ad oggi. E la volontà di osservare i nuovi fenomeni per anticiparli: «Gli enti regolatori guardano gli sviluppi della tecnologia con un vivo interesse così possono stare al passo, capire le soluzioni necessarie alle startup e agli istituti finanziari, e creare norme che tengono conto di quello che hanno appreso» spiega la rivista britannica.

Dopo aver lodato il comportamento dell’authority britannico il quotidiano economico londinese evidenzia anche i rischi di un atteggiamento troppo morbido rispetto all’innovazione, “La lezione della crisi finanziaria non è stata che gli enti regolatori devono essere più diffidenti e non comportarsi in modo troppo accogliente verso l’innovazione?” si chiede. “Dopotutto – continua FT – ci sono molti casi in cui i bitcoin sono usati per favorire il crimine organizzato, e gli enti regolatori in Europa hanno timore di assumere una posizione troppo liberale”. Netta la posizione di FCA su questo dilemma sollevato dalla rivista britannica: «Da tradizione, gli enti regolatori nella finanza devono evitare che accadano brutte cose. Ma per farlo devono stare molto attenti a non creare un sistema di regole che favorisce solo le big company ed evita che cose belle e buone possano nascere» conclude Woolard.