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Dagli anni Novanta in poi nella regione canadese del Québec si sono sviluppate realtà sempre più numerose di economia sociale. Gestione collettiva delle imprese, attenzione ai bisogni della comunità e dei lavoratori, e ridistribuzione dei profitti: questi i segreti di un modello economico che ha portato occupazione e opportunità alle nuove generazioni.

Cooperative

 

Il Québec tra tradizione e rinnovamento

Che una certa forma di nazionalismo e partecipazione collettiva abbia sempre fatto parte della comunità francofona e della sua storia, è innegabile. Spesso ha rappresentato un problema, oggi invece è una soluzione. Almeno così dicono i numeri. In un periodo di crisi del modello economico tradizionale basato su individualismo e libero mercato, il Québec conta circa 7 mila aziende impegnate nella social economy, per un totale di 210 mila lavoratori e un volume d’affari di 40 miliardi di dollari canadesi (circa 27 miliardi di euro).Quebec

Come spiega un articolo pubblicato da Le Devoir, quotidiano di Montréal, il cambiamento viene portato avanti da organizzazioni che vedono nella gestione cooperativa delle aziende una delle poche soluzioni possibili per ridurre la povertà, rilanciare l’economia e migliorare la vita della cittadinanza. Il Cantiere sociale dell’Economia è una delle realtà più attive a livello progettuale. “In molte zone del Québec i giovani vanno via perché non trovano lavoro e gli anziani si ritrovano senza servizi”, racconta il direttore della comunicazione, Martin Frappier. “Un modello economico solidale permette di creare occupazione a seconda delle esigenze”.

E questo tipo di modello piace. Da un lato perché si preoccupa concretamente della gratificazione del lavoratore, dall’altro perché mette in discussione il modello economico attuale basato sullo sfruttamento delle risorse e delle persone, rilanciando allo stesso tempo un tema molto caro ai giovani come quello della giustizia sociale.

Social economy

 

Social vs. Sharing

“Il grande avversario si chiama sharing economy“, aggiunge Frappier. “Aziende come Uber e Airbnb non hanno niente di collettivo perché i profitti non sono condivisi”. E sfidare questi nuove realtà digitali in un sistema di economia di mercato non è semplice. Serve fantasia e anche un po’ di coraggio, ma il proliferare di cooperative (da quelle di graphic designer a quelle di attori comici) è la dimostrazione che la social economy offre opportunità reali.